Christopher G. Moore, scrittore canadese, ha dato il "nome di copertina" a questa raccolta di racconti assai diversi fra loro, dove il set per l'azione è la città tailandese di Bangkok. Personalmente non ci sono mai stato, anche se mi ci sono affezionato leggendo "The Windup Girl" di Bacigalupi. Conosco però l'oriente, almeno un po', per qualche fugace puntata turistica, e penso che niente neghi di ambientare laggiù un giallo, una storia d'azione o fantastica o, perché no, un "nero."
Alcuni racconti della raccolta (quasi tutti scritti da anglosassoni che hanno all'attivo molti anni vissuti a Bangkok) mi sono piaciuti parecchio, altri no (proprio quello di Christopher Moore non mi ha detto gran che), ma in generale il libro è godibile (e la formula dei racconti brevi, ma non così brevi da essere schiacciati in una camicia di forza, incontra il mio gusto).
La collezione può essere tranquillamente catalogata nel fantastico perché il magico vi trova una collocazione. Del resto l'ambientazione è uno di quei luoghi che uniscono la pragmatica mentalità occidentale a tutta una serie di strati di credenze, tradizioni e vincoli sociali, obblighi religiosi, superstizioni magiche. Un mondo che non capisci al primo sguardo.
Perciò abbiamo il mistero e la magia assieme alla squallida vita delle prostitute, la sacralità dell'onore che viene a lacerare l'anima del poliziotto corrotto, i fantasmi assieme ai killer della malavita.
Consiglio questo Bangkok Noir (che ho letto in inglese), perché alle storie "nere" per lo più godibili unisce uno spaccato della cultura del paese.
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