Di Erikson avevo parlato un mesetto fa (circa) nel forum di Fantasy Magazine, lamentandone la quasi illeggibilità. Qualcuno mi ha dato ragione (non tutti ovviamente) ammettendo che le prime 200 pagine dei Giardini della Luna sono dure da digerire, perché lo scrittore getta il lettore in una situazione estremamente complessa senza dare praticamente la minima spiegazione di quello che sta succedendo.
La complessità è sempre un male? Assolutamente no, altrimenti non mi sarebbero piaciuti certi libri di un autore complicato come Gene Wolfe, o avrei evitato prove difficili come Perdido Street Station di China Miéville in lingua originale. Dipende tutto da quello che uno scrittore ti dà.
Ma l'inizio di Erikson non è certo dei migliori e non so se la traduzione abbia peggiorato le cose, in parte i difetti sono proprio in quello che vien raccontato, e non si possono trasferire al "come" incolpando quindi la traduzione. C'è un'infinità di personaggi, luoghi, magie sconosciute, riferimenti oscuri. Descrizioni e caratterizzazioni, quasi niente. Sembra di essere stati tuffati a capofitto in un brutto, vecchio modulo di gioco di ruolo, uno di quelli strapieni di "roba" gettata alla rinfusa.
Poi per fortuna le cose si chiariscono un po' e la storia comincia ad assumere connotati interessanti, con qualche tono epico e qualche personaggio di cui comincia a starci a cuore il destino. Resta sempre troppo imbrogliato, un libro da seguire prendendo appunti o andando a cercare i riferimenti sulla wikipedia: sinceramente mi pare un po' troppo.
Certo che in carenza di buon fantasy del tipo tradizionale ci si adatta. Chiarimento: non è che il fantasy manchi ma tra urban fantasy, romance, vampiri e zombi diciamo che il genere offre fin troppe varianti, e alcune proprio non mi interessano; però se uno vuol tornare al buon vecchio fantasy che sa di leggende antiche trova fin troppa roba per bambini, o libri fatti con lo stampino sulla falsariga di Tolkien. Ben venga Erikson, quindi, anche se si fa fatica.
Il finale ha dato qualche soddisfazione e qualche delusione. Alcune grandissimi scene, gente che ottiene vendette da tempo agognate, lotte apocalittiche, qualche sorpresa, qualche soluzione deus ex machina. Momenti di potenza epica ma anche molti fili della trama portati a conclusione a raffica in maniera che mi è sembrata frettolosa.
Resta la curiosità di vedere come prosegue la storia, il che è bene.
Di Erikson comunque non mi ha particolarmente impressionato la scarsa cura data ai personaggi rispetto alla storia. Per la maggior parte, in verità, sono davvero piatti. La magia invece vorrei approfondirla. La cosa che non incontra il mio gusto è la sua frequenza nel mondo, il fatto che i maghi siano intruppati come corpo di supporto nelle unità militari dellìimpero Malazan (il "quadro") e che ci sia una profusione di oggetti dai poteri immensi, divinità intrappolate, esseri millenari, persone che utilizzano la magia in un modo o nell'altro, persone che vengono usate come strumento dalle divinità e poi abbandonate come strofinacci, insomma una banalizzazione del magico che per il mio sentire è terribile.
La presenza di tanta magia dagli oscuri poteri ha anche un'altra conseguenza che io trovo spiacevole (e che si trova anche in altri autori, ovviamente): quando ci sono sfide e combattimenti si assiste alla vittoria dell'uno o dell'altro in scene che sembrano perfettamente casuali. Per spiegarmi faccio qualche esempio. Prendiamo un eroe alla Conan che si intrufola nella torre del Mago Cattivo: sappiamo che dovrà studiare qualche stratagemma per prenderlo di sorpresa, altrimenti il Mago Cattivo lo sfrigolerà con un raggio magico e il povero clone di Conan finirà nelle segrete a fare compagnia ai topi o comunque si farà male. Prendiamo il Signore degli Anelli: nonostante le forze di Sauron prendano mazzate per tutto il libro, sappiamo che hanno un potere invincibile a sostenerle, sappiamo che prima o poi trionferanno e soltanto con l'esito positivo della missione di Frodo, che fronteggia ostacoli molto concreti, ci sarà la vittoria per i protagonisti. In entrambi i casi ovviamente siamo solo spettatori ma possiamo apprezzare le mosse dei personaggi, i loro errori e i loro successi. Capiamo la logica per cui ce la fanno o sbagliano, ecc... Quando due potentissimi personaggi di Erikson si sfidano a raggi magici o con armi dai poteri eccezionali, il motivo per cui uno ce la fa e l'altro resta ferito o ucciso spesso ci sfugge completamente, salvo i casi in cui è ovvio che esista una sproporzione di potenzialità.
Giudizio finale? Difficile da dire. Non so nemmeno dire se mi è piaciuto o no questo libro, so solo che ho ancora abbastanza curiosità da ripromettermi di andare avanti. Però a tutti quelli che urlano al capolavoro dedico un "ma quando mai?"
12 commenti:
Il capolavoro di Erikson non è certo il suo primo libro (dal mio punto di vista il peggiore e l'ho sempre detto: sta almeno una spanna sotto il secondo peggiore - e non per le prime 200 pagine, ma per il finale, dal mio punto di vista).
Il capolavoro di Erikson è la saga. E alcuni libri, su tutti il III e il V, sono capolavori a sé stanti.
Ma, insomma, Bruno, io ho visto "American Gods" premiato da tutti, esaltato da tutti e io l'ho mollato a metà perché era davvero, implacabilmente *noioso*. Ai gusti di un lettore non ci si oppone.
Sono contento che leggerai perlomeno il II, così capirai di che finali è capace Erikson, non quella robetta all'altezza di molti del primo romanzo. Poi ci risentiamo. :)
Intraprendiamo con speranza la lunga strada. Saprò riferire :)
Il secondo poi è stato scritto ad anni di distanza dal primo e si vede il miglioramento nello stile e nell'intrecciarsi delle trame.
Se dovessi dire qual è il libro migliore, non saprei, la scelta è difficile: però Maree di Mezzanotte mi ha molto colpito, davvero notevole.
Certo che il secondo con Coltaine, Il Toblakai, Icarium getta le basi per quella che sarà la saga epica di cui si è parlato nel forum.
insisterò nella lettura...
Concordo sulla estrema pesantezza del titolo: io lo iniziai almeno due volte, lasciandolo poi lì, prima di prenderlo in mano per la lettura integrale. All'epoca mi interessò abbastanza per leggerne anche un paio di seguiti, ma poi mollai, per via dell'impegno che la lettura richiedeva. Non che non apprezzi (altrimenti non avrei letto almeno tre libri della serie), ma alla fine mi ero chiesto se, a parità di divertimento con altre letture, ne valesse la pena di impelagarsi in contorsioni che mi sembravano fatte ad arte per incasinare le cose, senza che ce ne fosse una reale necessità. Comunque non escludo, prima o poi, di cercare di riprendere il filo e chiudere la saga .. ;)
@ Fabio: la cosa che mi preoccupa è che, salvo un certo numero di appassionati che lo apprezzano moltissimo, una gran parte di quelli che sono riusciti a finire il primo libro dicono un po' le stesse cose...
Il fatto che, almeno qui in Italia, sia apprezzato solo da una certa tipologia di persone, è che i più ricercano nelle letture fantasy intrattenimento e divertimento, che però non significa stupidità, attenzione. Nei libri di Erikson trapela la Storia, una rielaborazione del percorso che l'uomo ha fatto sulla Terra: lo si vede attraverso lo sguardo dei personaggi e non è un caso che diversi di essi siano degli storici o degli studiosi. Ne ho parlato nella recensione della seconda di Venti di Morte per Fantasy Magazine, attualmente in attesa di pubblicazione.
Il primo ho rischiato di lanciarlo non so quante volte per le ragioni che hai ben espresso tu in questa recensione. Altri autori li ho abbandonato per molto meno, per una qualche ragione con Erikson sono andata avanti e c'è da dire che i romanzi successivi migliorano (odio questa frase, uno dovrebbe fare il botto col primo romanzo non con i successivi, anyway…); Memorie di Ghiaccio poi è strepitoso.
Ora però ho un po' abbandonato Erikson ogni volta che prendo in mano Reaper's Gale alla pagina dove l'ho interrotto e vedo quello che ancora mi manca mi viene male.
Di Erikson parlano tutti bene, forse è per questo che nessuno osa abbandonarlo a cuor leggero, e anche io infatti spero di continuare a leggerlo e trovare nei prossimi libri il meglio della sua produzione.
Che si tratti di una svista o che sia voluto, splendido quel tuo parlare di LANCIARLO (immagino contro una parete) piuttosto che lasciarlo :)
Finchè erano di carta si poteva ancora laNciarli ...
ora con gli e-book è meglio limitarsi a laSciarli ;-)))
Giusto... :)
Mi scuso ma una raffica di commenti è stata bloccata da blogspot, probabilmente per fermare un'invasione di "spam," e purtroppo c'erano anche degli interventi veri.
Vi prego di scrivere ancora...
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