domenica 7 ottobre 2012

La Cosa (1982)

Purtroppo è quasi superfluo parlare del film La Cosa. Perché si tratta di un punto fermo (dell'horror o della fantascienza, vedete voi) ed è uno dei capolavori di John Carpenter, regista dallo stile molto intenso e personale (almeno nelle sue opere migliori). E anche per una grande interpretazione di Kurt Russel, attore icona di un'epoca.
La Cosa sarebbe un remake di un film di successo del 1951 (La Cosa da un altro Mondo) ispirato da un romanzo breve di John Campbell: Who Goes There? ...ma Carpenter si distaccò da quel film pur rimanendo abbastanza fedele al materiale originale del libro. Costruì una storia densa di azione, tensione, paranoia e orrore su questa creatura aliena che capita in mezzo al mondo piccolo e chiuso di una stazione di ricerca antartica.
Complice la colonna sonora di Ennio Morricone (che però s'ispira allo stile secco e cupo della musica elettronica che lo stesso Carpenter creava per i film), e gli effetti speciali particolarmente validi per l'epoca (Carpenter lavorava per la prima volta con una grossa casa cinematografica) La Cosa è uno dei film più potenti che io abbia mai visto.

[Attenzione: segue qualche anticipazione sulla trama].
Un paio di critiche, rivedendolo di recente. Innanzitutto lo scienziato Blair che, posseduto dall'alieno prima che gli altri se ne rendano conto, viene isolato in una baracca e poi si scopre che ha cercato di costruire dai rottami di un elicottero distrutto una macchina volante: piuttosto ridicolo, anche ammettendo che l'alieno in controllo di Blair abbia chissà quali capacità. Quanto agli effetti speciali erano eccellenti nel 1982, vedendoli adesso non reggono il confronto con le possibilità attuali.
Il punto di forza maggiore è che, un po' nello stile di Alien seppure con presupposti completamente diversi, l'alieno è un qualcosa di incredibilmente difficile da sconfiggere. Capace di impadronirsi della mente delle vittime, di assimilarle e mimetizzarsi tra le persone, di sopravvivere al livello cellulare anche quando viene ucciso, il nemico è qualcosa che si può sconfiggere solo uccidendo animali e persone, e sterilizzando l'intera zona a suon di fuoco ed esplosioni. E per di più in circostanze in cui gli umani non possono fidarsi l'uno dell'altro. Pur non avendo l'apparenza ben studiata di Alien, la "cosa" è forse un alieno ancora più spaventoso, e si manifesta in molte rivoltanti forme.

Coerente con questa premessa, il film termina (implicitamente anche se non letteralmente) con la morte di tutti. Anche i due che sopravvivono alla distruzione dell'intera base (il pilota MacReady, ovvero il personaggio di Kurt Russel, e il meccanico Childs, interpretato da Keith David) verranno presto uccisi dal gelo inclemente poiché ogni riparo è incendiato. Consapevoli che dopo lo spegnimento delle fiamme il freddo si farà sentire, ma sapendo di non aver mezzo di sopravvivenza alcuno, i due abbandonano il clima di diffidenza che aveva imperato su tutte le persone della base e si dividono una bottiglia in attesa della fine.

Il film coprì le spese di produzione ma non ebbe successo, anche se oggi viene considerato un capolavoro. Carpenter e Kurt Russel hanno dato la colpa in parte alla concorrenza di E.T. di Spielberg, che vedeva gli alieni come "buoni" interrompendo la tradizionale diffidenza che generalmente ha prevalso nella fantascienza; in parte a fenomeni come il diffondersi dell'AIDS che forse rendevano sgradevoli certi riferimenti del film agli esami del sangue per capire chi è contaminato e chi no. Ad ogni modo questa è la sorte di parecchi film validi, e ci fa comprendere meglio perché è piuttosto insolito vedere un finale duro, dove tutti i personaggi sono uccisi o condannati a morire: il grande pubblico non ama questo tipo di storie. Noioso, ma a quanto pare è così.





3 commenti:

M.T. ha detto...

Dovrebbe far riflettere che per trovare la qualità ci si deve rivolgere al passato: certo, gli effetti speciali se confrontati a quelli di adesso sono quasi banali, ma i film "vecchi" avevano contenuti, storie da raccontare. Adesso invece basta accontentare gli occhi e si è già a posto. Peccato solo che non si vive di solo cibo: il nostro essere ha molte bocche e se non le si alimenta, ci si inaridisce.

Rocco ha detto...

film validissimo! nonostante quei difettucci da te elencati nella recensione...preferisco gli effetti speciali di allora nella loro ingenuità, come anche quelli dei film di Cronenberg, alla sterile 'perfezione' di certi effetti attuali, sui cui si punta tutto in mancanza di trame adeguate...

Bruno ha detto...

Che devo dire... sono d'accordo. Anche il fatto che si punti sempre sul remake la dice lunga.