lunedì 25 gennaio 2010

Nessun Uomo è mio Fratello


Sarò in grado di dare un parere imparziale su questo libro? Forse no, perché ha vinto il Premio Odissea cui ho partecipato anche io, quindi mi trovo a pormi (inevitabilmente) quella certa domanda, cos'ha questo libro che non aveva il mio, visto che è arrivato solo in finale? perciò non fidatevi di me. Ma proviamo a procedere.
Nessun Uomo è mio Fratello (edito dalla Delos) è, se non vado errato, il secondo romanzo di Clelia Farris, scrittrice che si era già segnalata con un precedente titolo, Rupes Recta.
L'idea portante che dovrebbe collocare questo libro nella fantascienza è un particolare che caratterizza tutte le persone: una C o una V che determina se il portatore è Carnefice o Vittima.
Inoltre ogni segno è particolare e legato a uno del tipo opposto, perciò ogni vittima è legata a un determinato carnefice, che sarà immune da qualsiasi conseguenza legale se ucciderà la "propria" vittima. Tuttavia il carnefice generalmente non sa qual è la sua vittima designata.

Ho pensato fino alla fine della mia lettura che il motivo (scientifico, o meglio fantascientifico) di questa premessa sarebbe stato spiegato, ma con mio disappunto ciò non è avvenuto. In pratica sebbene i carnefici siano spesso e volentieri prepotenti e arroganti (cosa che un sacco di gente che conosco riesce ad essere pur senza che una C gli compaia sulla pelle), ci sono anche situazioni in cui le cose non sono così nette. Perciò fino a che la storia non si evolve, con il protagonista coinvolto in attività che hanno a che fare con questa faccenda di carnefici e vittime, la premessa fantascientifica non ha fatto molta presa sul sottoscritto. A peggiorare le cose, l'inizio (direi ben un'ottantina di pagine) narra di situazioni bucoliche e m'ha fatto apprendere sulla coltivazione del riso molto più di quanto mi interessasse sapere.

Detto tutto questo, e senza anticipare troppo la trama, le cose poi si sviluppano, ci sono un po' di trovate interessanti e qualche ben congegnato colpo di scena anche se un particolare non me lo sono spiegato: (piccolo SPOILER) perché il protagonista riesce sempre a inimicarsi tutti quelli con cui pareva avere un buon rapporto, e per giunta lo fa di punto in bianco? Scherzi a parte un paio di volte succede proprio così e mi sembra il pretesto per farlo muovere a un'altra fase della sua vita senza star lì a perderci delle pagine di descrizione.

Comunque questo libro è ben scritto e ha dalla sua un bello stile scorrevole: insomma una storia che quando finalmente parte riesce, direi, a viaggiar bene. Non mi ha esaltato ma si fa leggere. Ancor di più se avete un grande amore per le piantine di riso.

5 commenti:

Rorschach ha detto...

Sembra interessante... L'idea dei carnefici e vittime mi intriga, ma se non viene spiegata perde molto del suo fascino fantascientifico.
Ho altro in coda da leggere.
Il riso poi non mi attrae piu' di tanto, preferisco lal pasta... :D

Bruno ha detto...

L'introduzione del libro fa riferimento al film italiano anni '60 La Decima Vittima che a sua volta è tratto da un racconto di Robert Sheckley. Tra Marcello Mastroianni, Ursula Andress e delle strane atmosfere "pop art" ci sono Cacciatori che devono trovare la propria Vittima in una specie di gioco mortale che dovrebbe dare sfogo all'aggressività della gente (sempre meno cretino del Grande Fratello, comunque). Tra l'altro fa satira proprio sul mondo dello spettacolo visto che una delle uccisioni dovrebbe avvenire in uno spot pubblicitario o qualcosa del genere.
Il film l'ho visto molti anni fa ed è carino, a quanto mi ricordo; questo libro, se davvero ne trae una ispirazione, ha comunque premessa ed elementi diversi e non crea la stessa atmosfera.

Celtibera ha detto...

Non è che puoi cercarmi il numero di telefono del ragazzo della copertina? :-)

Bruno ha detto...

mmh... unico indizio sulla terza di copertina:

copertina: iStockPhoto

Celtibera ha detto...

Ma stavo scherzando!!