venerdì 15 gennaio 2010

Avatar


Sono corso a vedere Avatar al primo spettacolo disponibile e posso dire di non esser rimasto per niente deluso dalla grafica e, per così dire, dall' "esperienza" del film. L'immersione nel mondo immaginario creato da James Cameron è stata tale che ho avuto le vertigini mentre i personaggi correvano tra rami di alberi alti sul terreno, e a un certo punto ho fatto uno scatto per non prendermi un candelotto lacrimogeno in faccia.
L'affermazione che questo film possa essere una pietra miliare del cinema sa un po' di sparata, ma non è del tutto sballata: il film non è perfetto al 100% ma tutto sommato non sa molto di grafica al computer, e la sensazione che quello che vedi sia vero è qualcosa di abbastanza convincente, concreto: va visto per capire. Questo progresso e l'uso del 3D sono probabilmente un tentativo di fermare la pirateria, che ha minato i guadagni delle case cinematografiche: in effetti un film del genere va decisamente visto al cinema.

La storia è la solita favoletta ecologista e pro-indigeni che tanto piace agli occidentali, un esempio clamoroso di lacrime di coccodrillo, se si pensa che lo sterminio degli indigeni qui (da noi, sul nostro pianeta!) non si è mai fermato e continua anche in questo stesso istante con la sbrigativa eliminazione di tante popolazioni fedeli alla natura e alla terra; eliminazione che procede irreversibilmente nella foresta amazzonica, e immagino non solo lì.

[anticipazioni sulla trama] La tematica del film, che parla delle peripezie di un marine paralizzato, in bilico tra la lealtà alla sua gente (che è venuta a sfruttare le ricchezze minerarie del pianeta Pandora) e la nuova vita entusiasmante che ha scoperto come spia infiltrata fra i nativi da sfrattare o ammazzare, ha richiamato in me la memoria di un fatto storico (anche se la somiglianza non è completa): l'ascesa di Gonzalo Guerrero nel mondo dei Maya, da prigioniero a seguito di un naufragio, chiuso in una gabbia, a capo di villaggio e leader militare, che combatté i colonialisti di Pedro de Alvarado (un crudele ufficiale di Cortes) e morì per il popolo che lo aveva adottato. Ci sono anche possibili influenze dalla storia di Pocahontas, visto che è una bella fanciulla seminuda dalla pelle blu a insegnare lo stile di vita eco-compatibile degli indigeni al nostro marine (adottato dalla tribù); inoltre è sempre lei che gli salva la vita all'inizio del film.
Mi viene anche pensare che il successo dei Na'vi (nativi) in Avatar non dovrebbe essere di lunga durata. Un Avatar II è già previsto, non so con quale trama, ma credo che la sceneggiatura più credibile sarebbe un ritorno dei terrestri e un bombardamento dall'orbita per qualche mese con armi nucleari, radiazioni, napalm e chi più ne ha più ne metta, per poi raccogliere il minerale prezioso che ha suscitato il loro interesse senza indigeni dalla pelle blu (e un intero ecosistema che si ribella) a rompere le scatole.[fine anticipazioni]

Del resto la formula di Cameron per fare il film di più grande successo della storia l'abbiamo già vista con Titanic: una storia semplice (magari raccontata bene e con bravi attori) che possa attirare il più largo spettro sociale e demografico possibile, e un uso di effetti speciali senza badare a spese. Su questo aspetto Avatar non è una novità ma il ripetersi di una formula collaudata.
Comunque la capacità di coinvolgere di questo film merita senza dubbio una visione sul grande schermo. Quando poi si usassero cotanti mezzi per raccontare una storia più originale o più profonda, sarebbe un bel giorno.

21 commenti:

by Ax ha detto...

Concordo con la tua recensione.
Vero, la sensazione di assistere a una favola si sente, è palpabile per tutto il film (sono l'unico che, per altri versi, ci ha visto molto anche di "Balla coi lupi"?). Allo stesso tempo, però, trasporta chi guarda in quella dimensione, affascinato da un mondo nuovo reso molto bene — chi ascolta musica prog, in particolar modo gli "Yes" degli esordi, non può non notare uno sguardo alla Roger Dean, inconfondibile disegnatore di copertine.
Ho capito di essere completamente assoggettato alle vicende degli Avatar e dei Na'vi quando la storia staccava da loro e riportava al 'nostro' mondo. Venire bruscamente riportato coi piedi per terra, risvegliato da un sogno, è stato quasi 'traumatico', sintomo che l'ambientazione riusciva a giocare efficacemente il suo ruolo primario.
Il messaggio ecologista — a tratti molto profondo — a me ha entusiasmato, lo ammetto, anche se, come dici, sa di lacrime di coccodrillo. Se non cambiare, spero comunque che faccia emozionare come lo ha fatto con me.

Ho visto un breve documentario sulla lavorazione del film e sulle tecniche adottate (dalla stessa società neozelandese, la Weta, impiegata per "Il SIgnore degli Anelli") e sembra proprio che molte barriere degli effetti speciali siano state superate.

Bruno ha detto...

@ by Ax: Balla coi Lupi me lo ricordo poco ma in effetti la similitudine c'è (e anche lì si tratta di un soldato, no?). Insomma, una trama semplice, "archetipale", però una certa efficacia innegabile, anche se sono il primo a fare una risata sulla treccia-USB con cui i Na'vi si connettono alle creature del loro mondo, e su altre trovate grossolane del genere.
Visto che hai parlato di musica mi viene da aggiungere che Avatar purtroppo non ha affatto una colonna sonora memorabile. Peccato.

Bruno ha detto...

Dimenticavo di dire:
alla fine del film (SPOILER! SPOILER!!) i Na'vi cacciano gli umani da Pandora. Solo alcuni (i ribelli superstiti che vediamo nel film) potranno rimanere. La domanda che mi sono posto è la seguente: visto che gli umani se ne vanno con la propria tecnologia, i fortunati che possono restare dopo che avranno finito l'ossigeno delle maschere che cacchio respireranno?
Si accettano scommesse.

Celtibera ha detto...

"La storia è la solita favoletta ecologista e pro-indigeni che tanto piace agli occidentali, un esempio clamoroso di lacrime di coccodrillo, se si pensa che lo sterminio degli indigeni qui (da noi, sul nostro pianeta!) non si è mai fermato e continua anche in questo stesso istante con la sbrigativa eliminazione di tante popolazioni fedeli alla natura e alla terra"

PAROLE SANTE! IO ho scritto la stessa cosa nella mia recensione! Parole sante!

Bruno ha detto...

Beh, io non sono un terzomondista scatenato (e nemmeno un ecologista scatenato) ma se ce ne importa davvero così tanto, possibile che non si riesca a mettere in sicurezza un dannato buco per permettere agli ultimi nativi di sopravvivere? E penso anche agli ultimi leoni, tigri, rinoceronti...

alladr ha detto...

finalmente l'ho visto anch'io, quindi posso dire la mia.
in generale sono d'accordo, anzi, penso che -- se si parte dal presupposto che è una favoletta (a me l'ecologismo acritico di questi film fa cadere le braccia: uno stile di vita ecologista ha un costo che non tutti sono disposti a pagare. chi veramente pensa che pandora sia un posto fico in cui vivere non pensa a quello che qui non c'è e lì si) -- questo film rasenta il capolavoro: è tecnicamente ineccepibile (a parte le musiche, le musiche sono decisamente dimenticabili). il worldbuilding è perfetto, i personaggi sono appiattiti ma coerenti, i tempi sono gestiti bene (non ho trovato la trasformazione ideologica del protagonista forzata, come invece mi è successo con l'osannato "le vite degli altri"), la storia fila ripescando i propri elementi (la lezione su come cadere aggrappandosi alle foglie giganti è utilizzata verso la fine della scena) e offrendo qualche piccola sorpresa (i morti, gli alberi che citava bruno) nella fitta costellazione di topoi cari al genere della fiaba (l'unico che non ho già trovato citato in giro è il tema dell'eletto, ma i esplicito ma segnalato dalla scena in cui la principessa decide di accoglierlo) i quali, ammettiamolo, fa molto intellettuale denunciare ma ci rassicurano e ci fanno inq ualche caso sentire intelligenti (quanti di voi hanno capito durante il dialogo tra lui e lei come avrebbe fatto lui a conquistare la fiducia dei na'vi? tutti, immagino).
una nota a margine: durante il film, quando c'erano frasi semplici in lingua na'vi, ho provato a capire che struttura avesse (a grandi linee, eh, nulla di particolare, giusto l'ordine dei costituenti frasali maggiori e a quale tipo morfologico appartenesse). dopo sono adato a leggermi online la storia della lingua. sorvolo sulle mie opinioni personali, ma trovo interessante questo dettaglio: hanno impiegato sei mesi per elaborare la lingua na'vi. sei mesi per qualcosa che il 90% degli spettatori ha percepito come "blablabla blabla bla blablabla". cazzo, quando inventate un mondo fantastico, voi che li scrivete, mettete altrettanta cura nei dettagli?

alladr ha detto...

aggiungo: le maschere non avevano bombole o altre visibili riserve di ossigeno. probabilmente solo dei filtri troppo grossi per poter essere inseriti direttamente nel naso. non credo che quindi che per gli umani rimasti su pandosa si ponda davvero il problema delle scorte di O. senza contare che i lavoratori rimasti potrebbero avere delle centrali di produzione.

Bruno ha detto...

@ alladr: La "favoletta" recupera qualche dignità perché ambientata in un paradiso incontaminato, e quindi fuori dalla terra dove non ve ne sono più: sul nostro pianeta il ritorno a uno stile di vita ecologista in effetti è qualcosa di impossibile a meno di ipotizzare un massiccio sterminio di popolazione, uno scenario da post-olocausto o una resa dei conti che faccia morire gli umani peggio dei lemmings del videogame. Io preferisco sperare in uno sviluppo sostenibile, sinceramente.
Il protagonista ha un bel vantaggio a trasformarsi nel proprio Avatar: l'uso delle gambe, perciò è naturale che la propria realtà non voglia più viverla: però è un plot device intelligente perché permette un accenno mica tanto trasversale al fatto che le guerre degli USA le combattono i poveri e ne pagano le conseguenze - anche se va detto che dopo lo scandalo dei veterani lasciati a marcire senza cure, mi pare che la loro condizione sia nettamente migliorata.

Ci sono abbozzi di dubbio nel dirigente della corporazione e qualche momento di tolleranza perfino nell'ufficiale dei marine, poi tutto cade nella solita scemenza del cattivo che più cattivo non si può. Attenzione, chi ha letto qualcosa della colonizzazione delle Americhe sa che le cattiverie succedono davvero, ma visto che ci presentano nei terrestri una mentalità di tipo moderno questa deriva violenta non è del tutto credibile o almeno non nel modo in cui avviene(ad es. dove sono i giornalisti? mi sarei aspettato di vederli o di avere una minima spiegazione per la loro assenza: visto che il dirigente sembra preoccuparsi di non strafare mi pare che nell'ambientazione debba esistere una qualche "opinione pubblica"). Ci vorrebbe almeno qualche condimento di balle e mistificazioni (vi ricordate l'Iraq?), o, come la storia a volte ha insegnato, qualche mossa stupida dei nativi (attaccare per primi in una scaramuccia di "frontiera").

Quanto all'ambientazione: montagne che galleggiano in aria e cascate che piovono da queste montagne volanti (da dove viene tutta quell'acqua?). Collegamenti stile USB tra esseri viventi di specie diverse. Animali che mi ricordano molto qualche equivalente terrestre... no, io non sono convintissimo della credibilità di questo "mondo virtuale," però sapevo del dettaglio (ammirevole) voluto per la lingua e comunque quello che conta è il sentirsi immersi in quell'ambientazione. Se te le fanno quasi toccare con mano, per un paio d'ore puoi anche credere alle montagne che volano.

Quanto alle maschere: qualsiasi cosa fossero sembrano abbastanza complesse, anche se ne avessero fatto incetta gli umani che restano su Pandora mi sembrano a rischio di estinzione (non mi sembra roba così semplice da fabbricare in loco). Ma come ho già detto, lo sviluppo realistico di questa storia è il ritorno dei terrestri al grido di "facciamogliela pagare", con ben altri mezzi. Immagino che Avatar II di Cameron non sarà così, però :)

eugenio ha detto...

La cosa che mi sono domandato io è:
Se il pianeta è così ricco e gli umani così forti che è stato necessario mobilitare mezzo pianeta per sconfiggere una semplice spedizione mineraria, cosa vieta alla terra di radere al suolo l'intero pianeta con una seconda spedizione meglio equipaggiata (passati i 5 anni per il viaggio)?

Il film mi è piaciuto ma vista la trama elementare mi è sembrata una versione fantasy di superquark.

Celtibera ha detto...

@ Alldr

"quando inventate un mondo fantastico, voi che li scrivete, mettete altrettanta cura nei dettagli?"

Io si, ma non creo lingue perchè non ci arrivo. Comunque sei mesi a me pare poco, hanno fatto un buon lavoro allora.

Bruno ha detto...

@ Eugenio: infatti. Avatar II dovrebbero farlo con i Na'vi che chiedono la carità nelle vie della fiorente città nata al seguito della miniera che avrà soppiantato l'albero. Niente animali volanti, niente cui attaccare la treccia USB, smog dappertutto. Sarebbe interessante, realistico. Non credo che incasserebbe un accidente, però.

Anonimo ha detto...

Sul giudizio sul film non direi niente che non avete già detto, quindi di questa versione di Pocahontas con i Mech non aggiungero' altro se non che si è fatto vedere grazie alla tecnologia 3d senza la quale mi sarei addormentato.

Tecnologia 3D appunto...
secondo voi avrà successo questa tecnologia visto che nei trailer dei film sembra che ormai faccia parte di tutte le produzioni future?
Soprattutto alla luce dei disturbi agli occhi che provoca.
Io e i miei amici abbiamo avuto un lieve mal di testa tutta la sera (fine film 18:00)
Illoca

Bruno ha detto...

@ Illoca: Io penso che la tecnologia vorranno spingerla perché non è facile da copiare e riprodurre. Un film normale lo puoi piratare dal DVD o direttamente filmando lo schermo, adesso come adesso un 3D per godertelo devi andare al cinema e tirar fuori 10 euro. A me il 3D dà fastidio agli occhi ma nemmeno tanto, e sinceramente ho trovato fantastici i due film che ho visto con questo sistema (Coraline e Avatar).

Però non tutti i film si prestano. Non guardiamo sempre e solo favole con gli effetti speciali, no?

alladr ha detto...

@bruno: davvero ritieni che la favoletta "recuperi dignità" perché è ambientata su arcadia? io non ne sono convinto, me la sono goduta come favoletta e basta. io gli abbozzi di dubbio del dirigente non li ho colti (colpa mia) né i momenti di tolleranza del marine.

questione maschere: sgattando nelel pagine di un libro su avatar che si possono leggere gratis su amazon ho trovato conferma: maschere con filtri.

visto che si è iniziato il gioco: a me avatar II piacerebbe tutto amhientato sulla terra e giocato sull'impatto mediatico di quel che colà avviene in conseguenza agli eventi pandoriani. con l'aggiunta, magari, di echi di rivolta dalle periferie dell'impero (eddai, chi non avrebbe voluto sapere cosa succedeva lontano da arrakis durante l'ascesa del kwisatz haderach?).
allora, e solo allora, sarebbe pensabile un ritorno a pandora, per frenare l'inizio simbolico della ribellione (tesi, antitesi, sintesi).

alladr ha detto...

segnalo qui un post interessante su avatar.

Bruno ha detto...

@ alladr: la favoletta almeno ce la raccontano su un altro mondo dove sperare di salvare qualcosa è ancora possibile, e dove si può ipotizzare che (tra magie strane e tutto un pianeta che si ribella) possa davvero succedere di tutto.

Inoltre se si cantano certi ritorni alla natura su un mondo come il nostro si fa un'operazione ridicola. Perché la Terra necessita di una tecnologia avanzata per far vivere l'immenso numero di abitanti (e in realtà nemmeno ci riesce). Tornare tutti a fare i cacciatori-raccoglitori sarebbe un po' dura. Meglio sperare in uno sviluppo sostenibile (del resto io voglio ancora il mio computer e il mio frigorifero. Al massimo rinuncio alla macchina. Se lo fanno anche gli altri).

Fermo restando che in una situazione in cui i terrestri hanno il volo spaziale e gli altri no, alla fine le creature di Pandora hanno sempre una pistola puntata alla tempia. Comunque non ho fatto gran conto sull'ambientazione o sulla razionalità della storia, ero certo che mi avrebbero deluso.

Quanto alla situazione sulla Terra: il film fa intuire un mondo abbastanza simile al nostro attuale, solo più disperatamente degradato e più stretto nelle mani dei complessi industriali. Un mondo abbastanza prevedibile ma peraltro realistico (non realistiche le armi che sembrano quelle di oggi, o poco più, mentre la scienza ha padroneggiato addirittura il volo spaziale interstellare). Potrebbe starci una disperata rivolta? da parte di chi? Gli svantaggiati del mondo odierno li vedo quanto mai disorganizzati, inconsapevoli, schiacciati dal loro calvario quotidiano di sopravvivenza o del tutto irrecuperabili nella deriva criminale. Insomma un tunnel senza facili vie di uscita. Pandora che guida alla riscossa? Dovrebbero farlo molto bene questo film per farmici credere. Ma d'altra parte parliamo di mondi immaginari, no?

Bruno ha detto...

@ alladr: quanto al post che hai segnalato: ho letto la discussione e sono d'accordo, non c'è da perder tempo a parlare di posizioni ambientaliste o di sinistra e vaccate del genere. L'ho tagliata corta nel mio post chiamandole le lacrime di coccodrillo del mondo occidentale, e per quanto ci si possa dilungare a sviscerare l'argomento anche in modo intelligente, alla fine il succo per me è tutto lì.

Celtibera ha detto...

Sono rimasta un pò così leggendo che il film vi ha dato fastidio agli occhi. A me per niente, o forse perchè l'ho visto sul mio pc (anche se questo era da vedere al cinema), la stessa cosa vale per Coraline (che non mi è piaciuto).

alladr ha detto...

@celtibera: sul piccì? come hai potuto?!

alladr ha detto...

hey: ecco avatar 2!!!

http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201002articoli/52020girata.asp

Bruno ha detto...

@ alladr: pazzesco... la comunità di indigeni che cerca i riflettori del mondo dello spettacolo per vincere la lotta per la sopravvivenza. Comunque non c'è voluto molto tempo per avere una conferma del fatto che "lo sterminio non si è mai fermato"...