domenica 6 settembre 2009

Off Topic: le straordinarie imprese del pilota Aichner



Ho interrotto le mie letture fantastiche a favore di un libro di guerra: Il Gruppo Buscaglia di Martino Aichner.
L'autore (un pilota) tratta delle imprese dell'aviazione italiana nella Seconda Guerra Mondiale e in particolare di una specialità che, si può dire, è nata e morta allora: quella degli aerosiluranti. In un'epoca in cui i missili intelligenti non esistevano (salvo qualche esperimento tedesco, come la bomba teleguidata che affondò la corazzata Roma), l'aviazione aveva due metodi per arrecare danno alle navi nemiche: il bombardamento in picchiata e appunto il siluramento (infatti le navi erano bersagli troppo piccoli per il bombardamento da alta quota). Entrambi i sistemi erano decisamente nocivi alla salute di chi li praticava, tanto che dei piloti italiani che si sono dedicati a questo tipo di specialità parecchi sono caduti dopo poche missioni.

Il libro è stato scritto da uno che ha avuto la fortuna di farcela: il sottotenente Martino Aichner, che fece parte dell'unità comandata da Buscaglia, comandante che coi suoi ripetuti successi divenne un eroe per la propaganda fascista. L'autore fu abbattuto due volte e si salvò in entrambe le occasioni; alla seconda rimase ferito e questo probabilmente lo ha molto aiutato ad arrivare vivo alla fine della guerra.

A vantaggio di quest'opera: scene di combattimento da mozzare il fiato, la sensazione della morte sempre più vicina, qualche scorcio di vita dell'epoca: un passato strano, con un'Italietta arretrata che cercava di fare la superpotenza.

A svantaggio: una certa retorica (che pure l'autore cerca di evitare) filtra necessariamente dalle citazioni e dai documenti che vengono riportati. Il fatto che si tratta della tipica memorialistica italiana di guerra, sovente imprecisa, carente di fonti oltre ai ricordi di chi scrive (e quindi incapace di darti un quadro completo della situazione), e incagliata nelle beghe personali dell'autore.
Aichner ha dovuto litigare con la Marina Militare per il riconoscimento di un affondamento effettuato col siluro (se lo era attribuito una squadra navale), e sebbene sia ben comprensibile questa voglia di verità, dal momento che fu un'azione in cui quasi ci lasciò la pelle, queste beghe fanno uno strano contrasto con le azioni mozzafiato in cui la vita e la morte sono questioni di un attimo.

Quello che mi mette malinconia è come la memoria della guerra sia sospesa tra l'oblio verso tutto ciò che fu fatto quando eravamo dalla "parte sbagliata" e l'insistenza rivendicativa, talvolta condita di retorica più che di conoscenza dei fatti, di chi rivendica la memoria per i combattenti sacrificati.
Vale anche per gli eroi degli aerosiluranti, i cui successi spesso non sono stati riconosciuti da parte nemica, e il cui eroismo quindi in molti casi va inteso come sacrificio senza risultato.
Ma indipendentemente da questo sarebbe ora che riuscissimo a ricucire lo strappo che il ventennio e la guerra civile hanno recato alla memoria della nazione, e a riconoscere come nostri quei poveri cristi, eroi e non, guerrieri arruffati e spesso straccioni che si sono trovati alle prese con una tragedia terribile.

6 commenti:

alladr ha detto...

...qualche scorcio di vita dell'epoca: un passato strano, con un'Italietta arretrata che cercava di fare la superpotenza.

ah, è un'opera contemporanea, allora...

Bruno ha detto...

@alladr: be', no, all'epoca era molto peggio :)
Scherzi a parte il nostro attuale capo, padrone e semidio lo abbiamo buttato giù due volte e ha dovuto accettare il verdetto delle elezioni, per poi ripiombarci in mezzo ai zebedei in seguito, "democraticamente." Se ha consolidato il suo potere fino al livello che vediamo oggi (finché dura) è perché quelli che dovevano essere suoi avversari sono in verità una masnada di incapaci e di venduti.
Ben diverso dal Duce, insomma.

alladr ha detto...

il problema, in un certo senso, è proprio questo: il signor mussolini ha avuto tanti demeriti ma il suo regime presentava un vantaggio:
costituiva una esplicita offesa alla libertà e dignità della persona.

adesso, ripetere l'esperienza della liberazione (gli americani giunsero sempre dopo i liberatori autoctoni e in qualche caso rifiutarono ai partigiani il loro appoggio, quindi io non li considero), sarebbe sensibilmente più complicato.

Bruno ha detto...

Ahi, ahi. Come al solito siamo scivolati nella politica ed è colpa anche mia.

Però riconosco che quel non considerare gli USA tra gli artefici della cacciata dei Tedeschi ha, se non altro, il merito di essere un punto di vista originale.

alladr ha detto...

:D

come "se non altro"?!

mi scuso se ho infranto una norma del blog (la tentazione era fortissima, oserei dire irresistibile).

Bruno ha detto...

@ alladr: adesso gli cerco altri pregi ma non garantisco :)