Un ringraziamento alla ventina (pare siano 22) di persone che ha scaricato il mio racconto dal Sito-Vetrina di Mondi Immaginari.
Tre hanno già scritto un commento su Khaibit: compare sul forum di Fantasy Magazine. Un po' inattesi questi giudizi, per me. Ne riparlerò presto.
2 commenti:
Bruno, ti copio il commento che ho lasciato anche su FM.
"Bruno, ho letto il tuo racconto e mi è piaciuto, anche se non ne sono rimasto 'incantato'.
È scorrevole e, come già detto da altri, la prima parte è più introspettiva rispetto alla seconda; ma proprio a quest’ultima è lasciato il compito di movimentare la scena, di mostrare situazioni in grado di offrire più spunti di riflessione, quindi posso dire di averle apprezzate entrambe, ognuna funzionale a modo suo.
Nonostante io abbia letto due volte 'Khaibit', sul finale non ho una sensazione netta, perché se è vero che il protagonista, sfiduciato dall’umanità che lo circonda, sacrifica qualcosa di sé per accogliere un’altra anima compiendo così un tentativo di redenzione nei confronti della sua solitudine, è anche vero che l’anima in questione è quella del suo Maestro, qualcuno che ammira e di cui si fida. Tutto sommato un sacrificio ‘sicuro’, psicologicamente parlando. Come avrebbe agito se la richiesta fosse arrivata da un estraneo?
Ecco che compare Sara, vampira senz’anima che si mette contro il suo stesso gruppo per aiutare Ivan, a dimostrazione che non è il ‘diverso’ quello da temere... nonostante i mutantropi facciano pensare il contrario.
Insomma, il male, così come il bene, non fa discriminazioni di colore, pelle, o razza, ed è giusto che tu l’abbia mostrato in modo semplice. La diversità, nella sua accezione più negativa che crea 'mostri', è un concetto che appartiene a mentalità miopi e colme di pregiudizi, distante anni luce dalla semplicità che invece circonda la vita.
Forse Anita — stando alla particolare capacità di Ivan — è la diversità fatta persona (questa volta con accezione positiva) perché, cito: “la sua Anima l’avevo scrutata tante volte per la sudicia curiosità di trovarci lo stesso schifo che c’è in giro, ma lei era di una rettitudine, serietà e bontà che facevano rabbia”. Come dire più unica che rara.
Una sensazione che ho avuto è che fosse rivolto ad un pubblico di giovani. È così, magari per qualche regola del concorso?"
@ By Ax: cominciamo dalla fine: il racconto non è rivolto a un pubblico di giovani, anche se la parte di pura azione certamente potrebbe risultare gradita a tale pubblico (ma io ho più di quarant'anni e le scene di azione scritte bene le leggo ancora molto volentieri, motivo per cui cerco anche di scriverne).
Quanto alla natura del dono di Ivan: si fa presto a dire che un tizio ha la facoltà di percepire quello che pensano gli altri, ma quale effetto potrebbe avere davvero un simile potere su una persona? Da questo parte tutto, e ci si ricollega anche la decisione di accogliere il proprio maestro dentro di sé. Non sono più stato solo vuol dire anche non ho mai più avuto un momento di privacy in vita mia. Siamo sicuri che sia sopportabile?
Vedere le emozioni e cogliere i pensieri degli altri vuol dire che se un amico o una fidanzata ha dei pensieri o sentimenti cattivi verso di te e te li nasconde per non ostacolare il rapporto, tu invece li conoscerai.
Ho immaginato insomma che ci sia un sacco di paranoia, dentro il dono di Ivan. E la consapevolezza non desiderabile di una delle più semplici verità, che in fondo siamo tutti soli. Anche se possono esistere persone semplici e rette, come Anita, che probabilmente è stata messa a far da custode a Ivan proprio perché lui ne ha una visione positiva.
Comunque anche della gente comune Ivan ha sì paura e disprezzo, ma ne riconosce allo stesso tempo la sofferenza quotidiana.
Quanto alle motivazioni della vampira (e del perché è una vampira) è una cosa che svilupperei e so anche come, ma non ho tempo.
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