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Le storie che parlano di viaggi nel tempo le ho sempre viste con sospetto: la possibilità che succedano cose paradossali, o la necessità di non farle succedere, rende molto chiaro che con il tempo, questa entità mostruosa che ci porta via tutto, c'è poco da scherzare. La serie del Nuovo Sole di Gene Wolfe è un esempio del genere (i ritorni al passato del protagonista mi hanno lasciato un po' perplesso).
Un altro esempio è il magnifico film di
Terry Gilliam,
L'Esercito delle Dodici Scimmie, un film difficile da catalogare: è senz'altro fantascienza nell'apparenza, ma la sua solidità "scientifica" lascia molto a desiderare, eppure proprio questo aiuta a rendere accattivante la poetica del film. Gilliam lascia molti aspetti ambigui: compresa la possibilità che il protagonista, Cole, sia pazzo e soffra di allucinazioni. Questa tra l'altro è una possibile spiegazione di alcune assurdità che potrebbero confondere lo spettatore (ma qui non entro nella complessità della cosa).
Per parlare di questo film sottile e ambiguo, bisogna per forza anticiparne la trama e raccontarne un poco di storia (se non conoscete il film correte a vederlo anziché leggere questo post). L'esercito delle Dodici Scimmie è un'incursione nel cinema più convenzionale (ma fino a un certo punto!) da parte del controverso e anticonformista Terry Gilliam, che si è trovato a dirigere un cast di tutto rispetto (
Bruce Willis,
Brad Pitt e
Madeleine Stowe). Per Brad e Bruce è stata una rara occasione di interpretare un ruolo con una vera profondità, perciò immagino che se la siano spassata. Il regista a quanto pare un po' meno, perché ha insistito per fare a modo suo tra i commenti sempre più orripilati dei produttori, convinti che stesse per portare in vita uno dei più bizzarri flop della storia del cinema. Non è stato così per fortuna, per quanto mi ricordo che quando uscii dalla sala dopo averlo visto (oltre 10 anni fa!) udivo i commenti di un sacco di gente che si lamentava di non averci capito nulla... e me la ridevo: non che io sia per i film estremamente cervellotici, ma non amo neanche gli spettatori pigri che stentano a sforzare un minimo l'intelligenza.
Il film si apre con la visione di un futuro oscuro e disperato: una malattia ha costretto l'umanità a sigillarsi in un grande rifugio sotterraneo (immagino che ce ne possano essere diversi in giro per il mondo, ma nella scena iniziale ci troviamo dalla parti di Philadelphia, USA). Il protagonista Cole (Bruce Willis) si trova in un carcere per qualche ignoto crimine, ma viene inviato come "volontario" sulla superficie per portare campioni di forme viventi agli scienziati: essi se ne servono per cercare una cura contro il virus che rende la terra inabitabile.
In seguito, Cole viene mandato nel... passato, mediante una macchina del tempo piuttosto capricciosa, che lo manda in un' epoca sbagliata e non nel 1996 (anno dell'epidemia). Compito di Cole è trovare un esemplare del virus nella sua forma originale (poiché ha subito delle mutazioni in seguito) perciò serve che lo trovi proprio nel periodo in cui venne diffuso. Fermare la malattia prima che nasca è impossibile perché il passato non si può alterare. E uno dei pochi indizi è un messaggio vocale misterioso:
la responsabilità del disastro è dell'Esercito delle Dodici Scimmie.
In vari tentativi Cole riesce a mettersi nei guai (finendo in manicomio), fa la conoscenza di Jeffrey (Brad Pitt), un lunatico ecologista fanatico, il cui padre è un celebre virologo (e dal cui laboratorio il virus mortale sta in effetti per fuoriuscire, nelle mani del fanatico dott. Peters). In manicomio la dottoressa Railly (Madeleine Stowe) interroga per la prima volta Cole, credendolo pazzo (e la follia presunta di Cole rimarrà un tema del film). In seguito la dottoressa avrà dubbi sempre più angosciosi, mentre Cole comincerà a credere meno alla sua spedizione (nonostante l'incontro con dei bizzarri personaggi lo convinca che gli scienziati dal futuro lo stanno tenendo sotto controllo).
L'indagine sull'Esercito delle Dodici Scimmie sembra decisiva perché Cole scopre che Jeffrey ne è il capo, ma alla fine non porterà da nessuna parte. La dottoressa Railly e Cole decidono di eclissarsi, non sapendo se la catastrofe ci sarà, ma proprio all'aeroporto incontrano il dottor Peters, e riescono a capire da indizi precedenti che si tratta dell'untore, che sta partendo per diffondere il virus per il mondo. Dal futuro, compare uno dei compagni di cella di Cole e gli consegna una pistola. Cole cerca di fermare il dott. Peters e viene abbattuto dalla sicurezza dell'aeroporto, cadendo mentre un bambino lo guarda: è lui stesso, che aveva più volte ricordato quella scena. Da bambino (prima dell'epidemia) aveva viaggiato da quell'aeroporto e si era visto morire.
Il film è volutamente enigmatico, comunque la sua coerenza scientifica, o meglio fantascientifica, fa acqua. Tenta di evitare il paradosso temporale presentando un ciclo che si chiude in un tempo che rimane inalterato (Cole ha visto la sua morte, e inevitabilmente morirà). Ma il paradosso rimane: la dott. Railly si convince della possibilità che ci sia del vero nella futura minaccia di cui Cole parla, proprio per via di eventi e testimonianze legate ai viaggi nel tempo. Pertanto il tempo non è rimasto inalterato. Il messaggio vocale che accusa l'Esercito delle Dodici Scimmie viene lasciato dalla Railly nella segreteria telefonica messa a disposizione di Cole per poter lasciare messaggi agli scienziati nel futuro (possono monitorarla, chissà come...); tale messaggio viene dato a Cole come indizio per iniziare l'indagine, ma l'indizio
è stato costruito a seguito dell'indagine stessa ovvero senza aver conosciuto Cole la dottoressa non lo avrebbe lasciato! E ancora, gli scienziati che controllano Cole dal futuro, loro che dovrebbero sapere se il destino si può cambiare o no con un viaggio nel tempo, spingono il protagonista a tentare disperatamente di fermare l'untore. Oppure vogliono solo togliere Cole di mezzo spingendolo a farsi uccidere dalla polizia. Ma perché?
I viaggi nel tempo, quindi, aprono inevitabilmente dei problemi di logica in una storia. Tuttavia la ricerca che parte da pochi brandelli di informazione, svolta da un uomo solo e sempre più in difficoltà, è uno degli aspetti più emozionanti del film. Il tentativo di cambiare quello che è stato rimane una chiave di lettura interessantissima.
Il tutto, però, si muove nell'atmosfera di follia che rende lecito dubitare di ogni fatto. Cole così potrebbe essere semplicemente un pazzo che crede di venire dal futuro? Ma anche così non si spiegano molti fatti.
Fantascienza o no, con i mille dubbi che pone L'Esercito delle Dodici Scimmie rimane uno dei film più affascinanti che io abbia mai visto. Ancora una volta, non è la storia in sé, ma come la si racconta a fare tutta la differenza.
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pagina sulle anomalie temporali: si parla, fra tanti argomenti, dell'Esercito delle 12 Scimmie
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