mercoledì 17 dicembre 2008

Il fantasy italiano esiste come genere?

Copio quasi fedelmente un mio intervento in una discussione sorta nei forum di Anobii.

Il Fantasy italiano forse starebbe meglio senza aggettivi, perché i lettori hanno pregiudizi contro gli autori nostrani. E dovrebbe poter crescere, perdere per strada gli autori meno validi e dar modo di farsi le ossa agli altri.
Per poterlo fare avrebbe bisogno di:
- abbastanza mercato, in modo da decretare successi e insuccessi che consistano nell'aver venduto più di 500 o 1000 copie, ora come ora la differenza potrebbe dipendere anche solo dall'autopromozione dell'autore o dalla pubblicità.
- corollario della precedente: almeno che i lettori italiani non lo schifassero a priori, come certi ancora fanno.
- case editrici disposte a investire qualcosa sugli autori del fantasy per adulti, e non di pompare solo i fenomeni di cassetta (autori di massa tipo Troisi o gli autori-ragazzini).

Per il momento siamo messi maluccio su tutti i fronti. Figuriamoci che bisogno c'è di quei sapientoni e critici autoproclamati che pensano di poter valutare un insieme di autori così magmatico a quel modo, in blocco tutti insieme. Per poi dire che fa tutto schifo, magari.
Sarei per il diritto di ogni scrittore di essere valutato per se stesso.


Fin qui la mia auto-citazione.
In effetti è piuttosto deprimente come situazione, e vedo che non è cambiato molto da quasi un anno fa a questa parte, quando ne parlavo in toni speranzosi ma non proprio ottimistici... forse in verità avrebbero dovuto essere ancor meno ottimistici!

Per tornare alla domanda che fa da titolo al post: la risposta per me è scontata, nel senso che è evidente (se li si legge) che gli autori italiani si stiano muovendo un po' in ordine sparso, ed è comunque no.
Il fatto che siano in molti a provare a scrivere del fantasy per adulti può significare che c'è un interesse in Italia verso questo genere, che è "di moda", ma queste non sono connotazioni che diano una specificità al fantasy italiano. Il fantasy per ragazzi e bambini prodotto da autori italiani è abbastanza sulla falsariga di quello estero, senza alcuna proposta originale, quindi anche se vende e magari vende anche benino non crea un genere o un movimento con una sua specificità e originalità sue.
L'unica tendenza intenzionale che vedo è quella a sviluppare un'ambientazione italiana o che abbia richiami al nostro paese o a zone vicine: per esteso, chiamiamolo fantasy mediterraneo.
Questa tendenza non la mettono in pratica tutti, comunque. E per quello che si è visto fino ad adesso si tratta più che altro di sostituire le ambientazioni nordiche con situazioni più vicine a casa nostra, almeno a livello superficiale. Per carità, è sacrosanto, ma non mi pare abbastanza per definire un genere letterario.

Ci sono degli spunti interessanti nel nostro fantasy per adulti, in verità. Ma ogni autore (e nel mio piccolo un po' ne ho letti) praticamente fa storia a sé.
Comunque il problema è sempre che la diffusione dei libri rimane molto bassa, perciò non si può parlare di un genere letterario se non c'è tangibile interesse dei lettori. Non si può parlare di niente finché l'ambiente è così ridotto, litigioso e fanzinaro: sempre più mi rendo conto che nei vari forum e blog io, che aspiro a pubblicare, parlo per lo più con altri aspiranti autori, autori magari mancati e non più aspiranti che si sono riciclati in rosiconi, e anche autori già pubblicati. Ma pubblicati, talvolta a pagamento, da minuscole case editrici, fermo restando il rispetto per la buona volontà di tutti e la speranza che questi siano passi verso un migliore domani. Nel frattempo, sarebbe bello se ci risparmiassimo almeno le riflessioni pseudo intellettuali che non portano da nessuna parte, o i criticoni arguti e spietati che si divertono a schizzare sterco in tutte le direzioni. Il fantasy italiano, purtroppo, è ancora un fenomeno assolutamente marginale.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Più che altro mi chiedo come dovrebbe essere un fantasy di genere italiano. Per quanto mi riguarda questa questione non mi interessa, ma è anche vero che anziché guardare alle tradizioni degli altri paesi per quei fantasy medievaleggianti sarebbe più interessante dare uno sguardo a cosa abbiamo in Italia.

LucaCP ha detto...

Mah, secondo me è anche giusto che sia così. Se tutti si muovessero nella stessa direzione accadrebbe l'opposto, una copia e incolla continuo che fin troppo spetto avviene nelle grandi case editrici.
In questi giorni sto leggendo "prodigium" di Falconi e devo dire che non ha nulla da invidiare all'urban fantasy americano. Perché non crediamo che loro siano messi meglio, ci sono decine di scrittrici che scrivono di cacciatrici di demoni, scrittori sulla wicca e via dicendo. Anche lì sono ben pochi i veri scrittori fantasy e quasi tutti in fin di vita, della vecchia scuola per intenderci. ^^'

Bruno ha detto...

@ Claudio Giubrone: non lo come dovrebbe essere un fantasy italiano, ma penso che, se ci fosse un mercato consistente e reattivo, avremmo potuto formulare qualcosa al di là della logica e ovvia ipotesi di fare del fantasy che contenga l'immaginario di casa nostra. Per fare un esempio del tutto fantasioso: venti o trenta anni fa il nostro mercato diventa relativamente consistente e l'urban fantasy nasce in Italia (o altro genere che non c'entri con le radici mediterranee o simili). Ma sarebbe cambiato qualcosa a livello internazionale? Probabilmente no, ogni nazione è sciovinista a modo suo e noi siamo troppo piccoli; se avessimo dato un contributo interessante sarebbe stato ignorato (immagino) dai più forti competitori anglofoni... come il cinema italiano, che se produce qualcosa di valido gli americani lo rifanno dopo un anno con gli attori loro: e salvo i cinefili incalliti, chi cavolo lo sa che l'idea era stata italiana?... a parte i tardivi tributi di gente come Tarantino che ammette di aver tratto ispirazioni anche a casa nostra.
Quindi se ti chiedi come dovrebbe essere un fantasy italiano, ti rispondo che nessuno lo sa e nessuno dovrebbe pretendere di saperlo, secondo me: possiamo scrivere qualsiasi cosa, ma il problema è a monte (l'inconsistenza del mercato e quindi della possibilità di sviluppare tendenze).
Per buttare due idee che non siano il solito fantasy mediterraneo: potremmo speculare sulla religione (avendo avuto una influenza teocratica giusto un minimo rilevante negli ultimi 2.000 anni) meglio di altri, sulle guerre civili (dai guelfi e ghibellini in poi) meglio di altri, sull'arte e sulla raffinatezza meglio di tutti quanti. E potremmo inventarci qualsiasi altra cosa.

@Luca CP: Non è che tutti debbano scrivere la stessa cosa, per un genere letterario non intendo questo. Anche se nei filoni ci sono i precursori, i maestri e, in effetti, anche i modesti imitatori. Comunque a me va bene che ognuno scriva quello che gli pare e se uno scrittore ha voglia di chiamare i suoi personaggi in gaelico, non mi piace, ma mica è obbligato a timbrare il cartellino del fantasy mediterraneo.
Quanto alla situazione internazionale: io sono della vecchia guardia, di quelli che pensano non solo che non ci siano più bravi autori come una volta e bei libri come una ventina o trentina di anni fa, ma anche che la stessa idea di fantasy tra i suoi molti snaturamenti non ci stia affatto guadagnando. Però onestamente devo ammettere che qualche grande c'è anche oggi e che generi cui non avrei attribuito una lira bucata di fiducia, una volta preso il coraggio di leggerli, mi sono piaciuti. L'urban fantasy tra essi.

Anonimo ha detto...

Chi sa in quale direzione qualsiasi vero futuro di successo per iscritto raggiungerà, e credo che un nuovo senso dello stile e, forse, una nuova etichetta deve essere trovato in forma scritta e scrittori ...

questione complessa, ma mi piace il tuo blog ....

Mirtillangela ha detto...

Eh, questione complessa. Per poter rispondere a questa domanda, come sai, sto facendo scorpacciata di fantasy italico. Non ne ho letto abbastanza per poter esprimere un giudizio ma su una cosa concordo: come genere è ancora lungi dall'essere definito e ogni autore procede per proprio conto.

Per come la vedo io, in italia gli editori hanno scoperto il fantasy dopo i vari successi librari di HP ma, mentre l'estero l'ha scoperto, e alimentato, per decenni, qui siamo solo agli inizi. E si vede. Ci vorrà tempo, sempre che la moda non passi e gli editori italici smettano di pubblicare fantasy nostrano.

Una cosa la devo ammettere: attendo di tornare a leggere qualche straniero!! Ma non perchè i nostri non siano capaci, ma perchè trovo che ci sia più varietà nel panorama estero.

Anonimo ha detto...

la mia impressione è che in italia il mercato lo facciano i grossi budget al marketing, o neanche: in fondo mondadori non ha bisogno di spendere chissà quanto per promuovere il libro di un esordiente, gli basta che i suoi agenti facciano pressione per invadere vetrine e scaffali.
sarebbe bello, su questo concordo, avere più mercato, più scelta, più possibilità per gli autori abbiano la possibilità di non essere soffocati dalla troisi/strazzulla di turno (per quanto brava possa essere, è un altro discorso).
invece, forse colto sul vivo, non capisco il riferimento alle discussioni inutili che non portano da nessuna parte. parlare e leggere di fantasy a me piace indipendentemente dal fatto che le chiacchiere in questione abbiano o meno qualche effetto sul mondo.

Anonimo ha detto...

Ma sai dipende se intendi fantasy italiano con caratteristiche sue proprie o fantasy prodotto in Italia. Io intendo nella seconda accezione l'aggettivo "italiano".
Per il resto sono sostanzialmente d'accordo.
A parte che io di lettori prevenuti non ne ho trovati tanti: più che altro ho trovato lettori che non sanno neppure che esista un fantasy italiano al di là della Troisi!
E qui si torna al problema della distrubizione, della sponsorizzazione, ecc.
Io, personalmente, sono rimasta un po' delusa dal panorama italiano in generale, anche perché le case editrici puntano molto su fenomeni commerciali e al pubblico di giovanissimi, nonostante abbia trovato autori che mi piacciano (Cerrino, Dimitri.. ora voglio leggere la Di Mari perché l'inizio di un suo romanzo mi è piaciuto). Ora, io ne leggo di libri per ragazzini/adolescenti e me ne piacciono diversi, però da lettrice adulta vorrei anche un fantasy adulto! Anche perché così si sdogana l'odioso stereotipo che fantasy equivale a letteratura per bambini.

Bruno ha detto...

@Mirtillangela: io immagino (ma non sono sicuro) che il successo dei GDR e del film sul SdA abbiano avuto una loro parte; è un'onda lunga, probabilmente.

@alladr: per essere precisi ce l'ho con le elucubrazioni cervellotiche del NIE (manco una sigla in italiano son riusciti a creare, comunque) e con i molti criticoni che non nomino, che usano blog, forum e quant'altro per trasformare ogni discussione in una caciara vergognosa, in un linciaggio collettivo dove ogni deficiente capace di dire "è tutto una merda" può prendere parte e sentirsi un genio, in attacchi gratuiti alle persone (spesso e volentieri dietro il comodo schermo dell'anonimato).

Le amabili chiacchierate inutili fra amici le ho invece sempre amate, almeno finché non mi stufano :)

@Laurie: fantasy "prodotto in Italia" esiste e ultimamente s'è pure venduto (vedi: Licia Troisi). Ma io mi riferisco al fantasy per adulti.

Anonimo ha detto...

forse un apporto costruttivo. se l'informazione è sbagliata correggetemi.

mi risulta, però, che il fantasy italiano abbia già avuto un periodo d'oro, in particolare quando alla guida della nord c'era non-mi-ricordo-chi. il tempo in cui fu pubblicato passaro, ma anche altri; mi pare, pure, un allora ragazzino. doveva essere la fine degli anni novanta, bisognerebbe trovare il catalogo completo della fantacollana nord, ma in rete non l'ho trovato e non ce l'ho sottomano.
se è vero, in un certo senso, una qualche possibilità il fantasy italiano l'ha quindi già avuta (ma non intendo dire che non dovrebbe averne altre!).
il problema è effettivamente molto complesso, e passa anche per lo snobismo culturale tipico dell'italia (che maschera la pigrizia degli italiani).

il fantasy per adulti... eh, sarebbe bello.

Anonimo ha detto...

Fantasy per adulti?
Come suggeriva il conte di Montecristo: aspettiamo e speriamo xD

Anonimo ha detto...

Ciao siamo i mostriciattoli.
Il fantasy italiano esiste siamo una sua creatura!
Comunque apparte questo, volevamo dirti che abbiamo avuto l'idea di fare un sito (è ancora molto grossolano) dove permettere agli scrittori fantasy italiani di incontrarsi e conoscersi, tanto per sapere quanti siè e cosa si fa.
http://bibliothecainfinita.blogspot.com
passa parola e vienici a trovare ciao
P.S. Si accettano consigli

Bruno ha detto...

Che brutti mostriciattoli! Venite pure a spammare a casa degli altri!