venerdì 18 maggio 2007
Il film sul Signore degli Anelli... bello o no?
Dopo il (triplo) film sul Signore degli Anelli, mi domando spesso se mi è piaciuto o no. Conosco parecchi a cui non è piaciuto molto, ma per quanto mi riguarda non posso essere così categorico. Diciamo che il primo dei tre, La Compagnia dell'Anello, l'ho trovato eccellente. L'aspettativa di vedere la conclusione della storia si è poi indebolita perché il secondo episodio della serie ha cominciato a deludermi un po' (e poi anche il terzo non mi ha pienamente soddisfatto).
Bisognerebbe innanzitutto ricordarsi, però, di ringraziare il cielo che qualcuno abbia messo insieme il talento e i soldi per fare un film che rispettasse la trama senza stravolgerla. Dopo il film a cartoni animati che era rimasto "interrotto" a metà della storia, mi ero chiesto per anni se avrei mai potuto vedere qualcosa del genere. Bene, sono contento di averlo visto. Ci sono quelli che dicono che questa versione distrugge l'immaginario di chi legge il libro: una volta ciascuno si figurava quel mondo a modo suo ed era magari più bello così, ma non sarà più. Inevitabile, a mio parere, e non ci piangerò sopra più di tanto, perché desideravo fortemente vederne una trasposizione cinematografica. Alcuni aspetti della storia originale sono stati tralasciati, per favorire il ritmo imposto dal cinema: questo può dispiacere ma è normalissimo, un film non può mai ricalcare pienamente il libro, e tantomeno un libro lungo e complesso come questo. (La versione su DVD è comunque più completa di quella vista al cinema).
Per giudicarlo penso sia necessario valutare come Peter Jackson ha interpretato la storia, e porsi la domanda se il suo lavoro ci abbia soddisfatto o meno.
Generalmente, il tentativo è stato di rendere vivo e realistico il mondo immaginato da Tolkien, con una discreta aderenza al libro. Le illustrazioni pubblicate in passato sono state prese in considerazione, si è cercato di interpretare la volontà dell'autore, ecc... Ovviamente ciascuno avrà la sua da dire, gli elfi io non me li immaginavo così, ma alla fine in un film devi aspettarti che facciano il possibile con gli attori e le comparse che hanno.
La storia è stata fondamentalmente anch'essa rispettata. Ci sarà chi piange perché non compare Tom Bombadil (che sarà importante nell'universo tolkieniano ma nell'intreccio del film ha un ruolo del tutto secondario, e giustamente lo hanno eliminato), chi storce il naso perché gli elfi compaiono nella difesa del Fosso di Helm (e invece per me ci può anche stare), chi si lamenterà perché non c'è nel finale la sfida degli hobbit con Saruman che ha invaso la Contea (ma è una parte del libro che a me aveva lasciato piuttosto perplesso e posta nel finale avrebbe inutilmente appesantito la storia). Si potrebbe semmai rimproverare al regista di non aver osato di più, ovvero di aver fatto dei cambiamenti marginali senza tentare di "tradire" e "reinterpretare" in qualche punto il libro, per riuscire a renderne meglio e in modo nuovo certi aspetti un po' sacrificati (la spiritualità, ad esempio); se però questo fosse stato fatto, non finiremmo più di sentire le proteste, e inoltre non so se Jackson fosse all'altezza del compito.
Le mie lamentele sono altre. Innanzitutto, troppe battaglie, troppo lunghe. Per me rovinano il ritmo del secondo e del terzo film. Ovviamente nel libro le battaglie ci sono, e in effetti le ho trovate un po' pesanti anche nella lettura, quindi non posso rimproverare il regista di questo.
Quello che però è imperdonabile è il trattamento da macchietta che hanno ricevuto Legolas e (soprattutto) Gimli. Mi riferisco ad esempio alla scena in cui Legolas scivola dalle scale usando lo scudo come una tavola da surf mentre tira le frecce, o dove Gimli si fa "tirare" da Aragorn, o quando viene reso come una specie di rozzo buffone mentre invece è un personaggio serissimo, ecc...
Sono stati ridicolizzati entrambi per compiacere il grande (rozzo) pubblico. Qui non riesco ad inchinarmi alle necessità cinematografiche e al regista non gliela perdono.
Per quanto riguarda il mio giudizio sul primo film, che ritengo migliore: è quello in cui questo grosso difetto ancora non appare, ed è il film che riproduce la parte più bella e fresca del libro, con meno battaglie di massa e più attenzione al viaggio della nostra piccola compagnia di eroi. Il primo episodio per me era bellissimo, ed è stato un peccato che il seguito non sia stato della medesima qualità.
Sono comunque contento che questo film sia stato fatto.
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7 commenti:
Un grande film che poteva andare molto peggio visto l'atteggiamento che gran parte del cinema ha verso il genere fantasy.
I nani hanno perso la loro dimensione eroica che gli deriva dall'ostinarsi a combattere sulla strada della scomparsa (mi viene in mente 300).
In quanto ai superpoteri di Legolas sorvoliamo.
Una cosa pero' di cui pochi parlano sono i limiti dell'ambientazione: graficamente grandiosa ma costruita come scenario solo della vicenda principale e non rappresentazione del mondo: come è possibile ad esempio che la pianura davanti alla capitale di Gondor sia una spianata non coltivata, senza strade...
Nel libro in sottofondo si percepisce sempre l'esistenza del mondo civile in cui si innesta la guerra, mi ricordo ad esempio i profughi che arrivano fuggendo l'avanzata nemica o i pirati, che presuppongono una economia evoluta e frequenti commerci marittimi.
Vi ricordate lo spessore che danno agli hobbit le loro piccole attività agricole, e l'osteria di Brea? La vicenda avanza e tutto questo nei due successivi episodi è andato perduto.
Le tue impressioni ricalcano in buona parte quello che potrei dire io stesso sull'argomento. E questo è vero nonostante si possa notare, nel film, una certa cura nella ricostruzione della reggia di Rohan e nella città di Minas Tirith. Forse c'è stata meno cura nel descrivere i regni degli uomini rispetto allo sforzo profuso per hobbit, elfi e compagnia. Mi permetto di suggerire che questo potrebbe essere ANCHE un limite del libro, e non solo del film, e riconferma la migliore qualità della parte iniziale, la Compagnia dell'Anello, rispetto ai due terzi successivi.
Io ho apprezzato moltissimo la trilogia, soprattutto i primi due episodi (il terzo, anche se è il più emozionante, è il meno bello). Ritengo che nell'ambito del cinema d'intrattenimento fosse davvero difficile fare di meglio, e ringrazio il cielo che l'operazione sia stata portata avanti da un regista come Peter Jackson, coraggioso, dotato e contemporaneamente fuori dai giochi hollywoodiani. È vero che alcuni aspetti, come la caratterizzazione di Gimli, sono un po' buffoneschi, ma dopotutto quello è il Gimli di Jackson, non il Gimli di Tolkien, e il buon PJ aveva già mostrato nei suoi film precedenti di amare il grottesco. Quanto alle battaglie, personalmente le trovo memorabili (già nel testo di Tolkien, i libri III e V erano i miei preferiti), con il giusto tono da film storico-realistico anziché fantasy, dichiaratamente ispirate a pellicole come "Braveheart" o la Giovanna d'Arco di Luc Besson... Il meglio, comunque, sono le ambientazioni: difficile immaginare una Edoras migliore, mentre Moria o La Contea sembrano davvero uscite dalle pagine del libro. Meno bella, forse, Lothlorien, anche se nella versione estesa fa una figura migliore. Nel complesso, i tre film sono stati i miei "personal cult" degli anni 2001-2003.
Ognuno ha i suoi gusti, e devo dire che, se il mio apprezzamento per le scene di battaglia sta ora declinando, sarei stato decisamente d'accordo non molti anni fa.
Gimli ridotto a un buffone lo troverò sempre imperdonabile, ma a parte tutte le critiche (un film sul "Signore degli Anelli" stuzzica ovviamente tali aspettative che mai e poi mai potrebbe accontentare tutti) ringraziamo che nei nostri tempi sia stato possibile farlo, e qualcuno lo abbia fatto.
Sono andato a rivedermi le descrizioni dei combattimenti sia sul Signore degli Anelli che nell0 Hobbit.
Confrontando il testo con i film emerge come per trasporre l'azione sullo schermo sia stata necessaria una grande opera di "scrittura" piu' che di "ri-scrittura".
In effetti non avevo mai notato come Tolkien abbia volutamente mantenuto la descrizione ad un livello alto, senza scentere nel dettaglio delle singole azioni, in modo da suscitare emozione ma al tempo stesso coinvolgere la fantasia del lettore e mantenere l'azione rapida.
Ad esempio il combattimento tra Gandalf ed il balrog dura una pagina, ma intensissima, un vero colpo di scena.
Mi rendo conto ora come tante scene di combattimento presenti in altri libri siano in fin dei conti come quei piatti al ristorante in cui abbondano sale, panna spezie e quant'altro a nascondere la mancanza di qualità degli ingredienti e della preparazione, cose esaltate al contratio dalla "pulizia".
Da questo punto di vista bisogna riconoscere ai film di aver fatto complessivamente un'ottimo lavoro di integrazione.
Credo che sia verissimo che spesso descrivere un combattimento non sia la priorità dello scrittore. In qualche caso (come si può vedere dai pezzi che compaiono qui) nel mio libro mi sono addentrato in tecnicismi più o meno esatti e descrizioni minuziose. A volte però, penso che ai fini dell'azione non valga la pena.
"A volte però, penso che ai fini dell'azione non valga la pena."
Chiedo scusa, volevo dire "ai fini della narrazione."
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