lunedì 10 giugno 2024

Nella Quarta Dimensione

 La trilogia del "Problema dei Tre Corpi" si conclude con questo libro che, in inglese, s'intitola Death's End. Il titolo italiano Nella Quarta Dimensione anticipa un aspetto importante, ma forse anche quello in inglese non è privo di spoiler.

Ad ogni modo l'opera di Cixin Liu si conclude con un libro che è più massiccio e difficile degli altri. Non si può parlarne senza anticipare alcunché, tuttavia mi riservo di lasciare gli "spoiler" veramente seri nella seconda parte del post, dopo congruo avviso.

La complessità della storia si rivela fin dall'inizio, con un salto temporale che stacca totalmente dal finale del libro precedente, e una vicenda completamente scollegata. Il motivo di questo passaggio si comprenderà in un secondo tempo.

Nelle parti iniziali abbiamo un personaggio che ci terrà compagnia per tutto il libro, Cheng Xin, un'ingegnera che si occupa di un piano per contattare in qualche modo i Trisolariani prima che giungano sulla Terra. Da qui nasceranno tante cose, tra cui l'incredibile destino di un giovane (Tianming) che la ammira silenziosamente. In questo Nella Quarta Dimensione, potete star certi che non mancheranno i drammi e le tragedie, le teorie scientifiche stravaganti e gli avvenimenti più incredibili (come e più che nei libri precedenti). Anche qui ci sono riflessioni sui cambiamenti sociali, ci sono personaggi che vanno in ibernazione e si svegliano in un mondo e in situazioni completamente diversi da quelli che avevano lasciato, e a volte ritrovano vecchie conoscenze: vite più lunghe di quelle della nostra epoca, e spalmate lungo secoli.

Il libro mette tantissima carne al fuoco e talvolta lo fa in una maniera solo descrittiva, senza spiegare con scene o dialoghi, e a volte senza nemmeno la scusa di citare un qualche testo storico. Se preferite lo "show don't tell" forse Cixin Liu non fa per voi, e ci saranno momenti noiosi. Però il libro offre una narrazione immensa nel tempo e nello spazio, un respiro veramente universale, anche più dei precedenti della serie. Se siete arrivati fino a qui con la trilogia, prendete la rincorsa e affrontate Nella Quarta Dimensione, il libro non è privo di difetti, ma penso che ne varrà la pena.

SPOILER!

E da qui anticipiamo la trama (e attenzione, anche tematiche che toccano i libri precedenti della trilogia).

Questo libro offre delle perle scientifiche che non mi convincono e una protagonista che purtroppo non mi piace. Non nego che ci sia del valore, qui, ma anche cose che non vanno. Il personaggio in questione è Cheng Xin, che per "troppo amore" si comporterà con una debolezza folle nel confronto con i Trisolariani. Ma la questione è sviluppata comunque male. Visto che siamo in territorio di anticipazioni, procediamo liberamente: e partiamo dal buon Luo Ji (ve lo ricordate?), che si era procurato inizialmente una fama da mattacchione deficiente, ma poi aveva escogitato un sistema di "mutua distruzione assicurata" fra Terrestri e Trisolariani.

Sfruttando il concetto di Foresta Oscura, aveva mandato una indicazione cosmica delle coordinate di una certa stella, e qualcuno l'aveva distrutta, dimostrando che c'era chi schiacciava sul nascere le altre civiltà. Quindi sebbene i Trisolariani fossero imbattibili, la Terra poteva sempre fare una mossa disperata, segnalando (con trasmissioni, o segnali fatti con esplosioni atomiche) la posizione di Trisolaris. Tuttavia, essendo la Terra molto vicina, questa mossa sarebbe stata anche suicida. Comincia così l'era della deterrenza e Luo Ji viene nominato "tiranno della spada," ovvero il detentore del comando del sistema di segnalazione. Con la loro tecnologia i Trisolariani possono vederlo anche se non sono ancora arrivati nelle vicinanze, e lui li fronteggia in atto di silenziosa sfida, come una specie di samurai o un pistolero dei film di Sergio Leone, giorno dopo giorno.

Com'è quindi che va a rotoli la situazione? Qui l'autore secondo me prende una grossa cantonata e crea dei passaggi privi di logica. L'umanità decide di mettere al posto del vecchio Luo Ji la tenera Cheng Xin, chiaramente inadeguata a questa sfida mortale. È vero che si tratta di un'umanità infiacchita e condiscendente, ma riguardo a questa faccenda dovrebbe aver mantenuto qualche nervo teso. Una scelta così stupida a me sembra impossibile.

Ma quello che fanno i Trisolariani forse è ancora più folle. Attaccano confidando nella debolezza del nuovo "tiranno della spada," e Cheng Xin resta immobile con il telecomando in mano a vedere il conto alla rovescia arrivare a zero. Domanda numero uno: come fanno i Trisolariani a essere così sicuri di colpire impuniti? Domanda numero due: come fa un sistema che funziona su un preavviso di una decina di minuti a essere in mano a una sola persona? È una sciocchezza sia per motivi pratici (il "tiranno della spada" non può mai farsi una doccia?) che logici (affidereste un compito simile a una persona sola, senza un minimo di collegialità nel prendere la decisione?).

Procediamo: con l'introduzione del discorso sulla quarta dimensione, che spiega anche il bizzarro inizio del libro con l'assedio di Costantinopoli, arriva anche il colpo di scena che permette alle navi terrestri in navigazione spaziale di sottrarsi al colpo mortale dei Trisolariani. Vi riescono proprio facendo uso della quarta dimensione. E cosa fanno subito dopo? lanciano il segnale di mutua distruzione assicurata. I Trisolariani, che stavano accingendosi a compiere un quasi totale genocidio sulla Terra, dovranno scappare.

Dal momento che, se non puoi difenderti, devi almeno vendicarti, la cosa che mi aspetterei è che il volto di Cheng Xin sia stampato sulla carta igienica per i prossimi diecimila anni, invece tutti vogliono bene a questo personaggio. C'è anche da dire che diecimila anni l'umanità non ce li ha, perché a seguito dell'intercettazione dei primi messaggi fra Terrestri e Trisolariani, un burocrate alieno di basso livello invia un simpatico strumento che distrugge l'intero sistema solare.

Un altro punto che mi ha lasciato perplesso compare nel corso della distruzione: lungo il perimetro marziano si notano rientranze laddove la crosta conteneva acqua "segno che contrariamente a quanto si era sempre pensato ne possedeva in abbondanza." Ma sappiamo già oggi che una certa quantità di acqua su Marte c'è, e a maggior ragione nel futuro la questione dovrebbe essere nota e risolta...

La storia di un amore mancato tra Cheng Xin e il povero Tianming è invece commovente e tragica. In un (per me inspiegabile) atto di gentilezza, i Trisolariani permettono a Cheng Xin di parlare (in videochiamata, diciamo) con l'uomo che le ha donato una stella, e che poi è stato spedito (solo il cervello) in mezzo al nemico. 

Anche qui però c'è una cantonata piuttosto pesante. A Tianming, che conosce la superiore tecnologia dei Trisolariani, è vietato rivelare dettagli tecnici nella conversazione, e allora ricorre al trucco di raccontare delle favole prima di congedarsi da Cheng Xin. In queste, ci sono dettagli su mari che non si possono attraversare finché con un certo sotterfugio diventa possibile, un principe che sembra un gigante da lontano perché mantiene sempre la stessa dimensione per l'osservatore, indipendentemente dalla distanza, un pittore che dipinge il quadro di persone che vuole uccidere, e quando il quadro è terminato muoiono. I Terrestri si danno una gran pena per capire le metafore di Tianming, non sapendo dove vuole andare a parare. Ma i suoi controllori trisolariani, che potevano cogliere i riferimenti alla loro scienza, come potevano non rendersi conto che c'erano indicazioni tecniche dietro questi strani particolari? Lo fermano (semaforo giallo!) su sciocchezze, e gli lasciano fare queste narrazioni con evidenti sottintesi. Che dire...

E vorrei notare comunque che non ho fatto la caccia all'errore: forse facendo il contropelo al libro si potrebbero sollevare ben altre critiche, ma io mi sono limitato a notare alcune cose che, a mio parere, saltano agli occhi.

In conclusione, nel terzo libro, che val comunque la pena di leggere per terminare l'impresa, ci sono dei punti in cui l'autore prende a martellate la logica per raccontare quel che desidera raccontare, e non posso fare a meno di notarlo. Tuttavia questa lunga saga ci propone fantascienza interessante, da un punto di vista diverso dal solito. Ben venga.

Nota finale: non sappiamo MAI che aspetto abbiano i Trisolariani.




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