Non ho visto nulla di Luca Guadagnino prima di questo film. Perché abbia deciso di fare un remake di Suspiria lo ignoro. Tuttavia dopo aver visto (finalmente) il film omonimo di Dario Argento, ho visto anche il suo per curiosità. A dire la verità Guadagnino va oltre la trama del film da cui trae ispirazione: oltre al tema del malvagio matriarcato che si nasconde dietro la maschera della scuola di danza, il regista esplora e cerca di collegarvi anche il cosiddetto "autunno tedesco," quel momento di grande crisi in cui il governo fu alle prese della richiesta avanzata dai terroristi (che avevano dirottato un aereo a Mogadiscio) di liberare dal carcere i membri della banda Baader- Meinhof. Si tratta in pratica, per chi non lo sapesse, di qualcosa di molto simile alle Brigate Rosse italiane. Quella faccenda finì male per i terroristi incarcerati, che si suicidarono (furono suicidati?) quando il tentativo di farli liberare fallì.
Infine, il film scava anche nei sensi di colpa tedeschi, la generazione che ha fatto la guerra e ne ha visto le tragedie. Insomma c'è il film horror e quello politico: ma perché i due temi sono stati affrontati assieme in questo film? A dire il vero non sembra ci sia un vero motivo se non quello di creare un'atmosfera di tensione e malessere. Anche la scelta degli interni, spesso vecchi, fuori di moda e un tantino scalcagnati, m'è sembrata molto particolare. Forse questa ricostruzione della Germania d'epoca, oso dire, è più interessante del tema principale del film.
Come già saprete, nel film di Dario Argento si narra di Susie, una ragazza che viene dagli USA per studiare danza nella prestigiosa scuola tedesca, e scopre che la scuola è in mano a un gruppo di feroci donne che praticano riti dell'occulto sotto il controllo di una malvagia strega. Alcune ragazze della scuola indagano, accusano, cercano di fuggire, e tutte finiscono male: Sara, Olga, Patricia (nomi che abbiamo in entrambi i film).
C'è qualche differenza nel film di Guadagnino: vediamo la più importante. Susie, in questa pellicola, viene "cooptata" per reincarnare la strega Helen Markos, ma si rivelerà essere la Madre dei Sospiri, questa antichissima entità di infinito potere, e sarà lei a prendere il comando; quindi non ci sarà alcuna redenzione e fuoco sterminatore per il crudele matriarcato. In qualche modo però Susie/Suspiria fa giustizia e mostra anche atti di compassione.
La protagonista Susie è interpretata da Dakota Johnson (50 Sfumature di Grigio); Tilda Swinton interpreta ben tre parti (tra cui la matriarca Helena Markos). Nella parte di Sara, una ragazza che hai dei sospetti e indaga, ma finisce male, c'è nientemeno che Mia Goth (X, Pearl), a mio parere più bella e più brava della protagonista. Chloë Grace Moretz (Kick-Ass, Hugo Cabret) interpreta Patricia. Insomma un cast piuttosto notevole.
L'horror di Guadagnino è meno incisivo di quello che assaporiamo nel Suspiria di Dario Argento. Ci sono ferite orrende da vedere, corpi mutilati e deformi, sangue e sbudellamenti, diciamo più un'insistenza sullo schifo che un horror vero e proprio, il tutto con il condimento di una grande quantità di nudo. Il film è troppo insistito su questi dettagli, troppo lungo, alla fine noioso. Diversi momenti, come scene di videoclip, si salvano e anzi sono interessanti, ma l'insieme non mi convince. Comunque le atmosfere malinconiche e povere di colore di questo film sono assolutamente all'opposto rispetto alle scene nette e coloratissime di Dario Argento.
Lascio da parte le interpretazioni, che sono anche complesse, di questo film che, per inciso, non ha avuto successo di pubblico. Mi limito a dire che nel complesso non mi è piaciuto e verso la fine m'è parso veramente lunghissimo.
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