Ho espresso già in passato i miei dubbi sul folk horror, che di questi tempi ha tanti sostenitori. Quando ci si limita alla storiellina sul gruppo di amici che finisce nel posto fuori mano e viene sacrificata a qualche dio (inventato dallo sceneggiatore) per mano dei bifolchi degenerati, be', si tratta di un tipo di trama ormai abusata e spesso realizzata in maniera noiosissima. Ma non è così per In the Earth, realizzato nel 2021 dal regista britannico Ben Wheatley (che ricordo bene per Kill List).
Il film, tra le altre cose, è il primo che vedo dove il Covid-19 appare come naturale elemento del vivere quotidiano, tra disinfettanti e mascherine. Qualcuno ci ha visto un collegamento con la natura maligna della natura come rappresentata nel film, io non sono del tutto sicuro, ma non approfondisco anche perché non voglio creare eccessive anticipazioni sulla trama. La storia ci porta in una foresta, dove una scienziata, Olivia, sta compiendo una ricerca, vivendo isolata in un tendone. Una foresta fuori mano, senza comunicazioni: un luogo dove per giorni puoi camminare senza incontrare nessuno. E un luogo pericoloso, per di più.
La ricerca della scienziata verte sulle micorrize, quel reticolo di radici che mette in comunicazione funghi e piante, e che ha importanti effetti sull'ecosistema, per quanto non completamente compresi. La foresta, a quanto pare, ha per mezzo di queste radici una specie di rete neuronale, un cervello, che potrebbe mettersi in contatto con noi. Si tratta di una vera mente? È benevola o è maligna? E quali sono gli strumenti che potrebbero essere usati per mettersi in contatto? Antichi riti e totem? La scienza? I sacrifici?
Quando Martin (un ricercatore) e Alma (una guida forestale) si mettono in marcia per raggiungere Olivia, che da qualche tempo non dà notizie di sé, comincia a succedere un po' di tutto.
Agli elementi tradizionali del genere (il bifolco minaccioso) si mescolano ipotesi inquietanti, allucinazioni e alterazioni mentali, misteriose attrazioni verso il luogo benedetto (o maledetto), giochi di luci e fumi, effetti speciali a basso costo: il tutto per un film realizzato da Wheatley con spirito d'iniziativa e quattro soldi in croce. A quanto pare In the Earth è stato prodotto nel 2020 in due settimane, praticamente nei ritagli di tempo. Attori non di gran fama internazionale ma competenti e bravi nei loro ruoli, un chiaro segno che non siamo in Italia.
Il film scopre i propri misteri gradualmente e ha un finale aperto. Non del tutto seguibile razionalmente, In the Earth è un viaggio attraverso suggestioni e sensazioni, e in alcuni momenti non manca lo splatter. Fa paura? No, non proprio, ma è un film profondamente coinvolgente.
2 commenti:
Mi ero perso quest'uscita... e l'ho subito messo in lista, perché penso sia proprio il mio genere!
Buona visione, penso che ti divertirai
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