mercoledì 26 maggio 2021

Ritorno al Futuro: viaggi temporali

 C'è ancora qualcuno nel mondo occidentale che non ha visto Ritorno al Futuro? No, ma fino a qualche giorno fa quel qualcuno ero io. A dire il vero parecchi film famosi dei bei tempi che furono non li ho mai recuperati, e ormai sono, peraltro, roba "vecchia," ci devi mettere un certo sforzo per guardarli. Ma non è stata una fatica per questo brioso film degli anni '80, così pieno di simpatia e ottimismo.

Certo, rispetto al cinema di oggi, ha un sapore diverso. Che si fa comunque vedere (e immagino rivedere) volentieri. In Ritorno al Futuro ci sono diversi attori degni di nota (tra cui ovviamente Michael J. Fox), ma c'è anche una tematica fantascientifica scottante: i viaggi nel tempo.

Dal momento che i film in realtà sono tre, e i viaggi vanno avanti e indietro che è una meraviglia, mi limito a parlare del primo film, che è già problematico.

Innanzitutto il viaggio nel tempo, in qualsiasi maniera si compia, trasferisce materia ed energia (il protagonista del film, la sua auto, gli stessi vestiti...) da un'epoca a un'altra. Questa cessione viene interpretata in vari modi (il distacco di una nuova linea temporale, ecc...) su cui non oso addentrarmi, ma crea un primo paradosso inspiegabile. Marty, il protagonista, passa dal 1985 al 1955, anno in cui non era ancora nato; si risparmia pertanto la possibilità di incontrare se stesso, ma combina qualcosa per cui l'incontro tra i suoi genitori fallisce. Mentre cerca di rimediare all'accaduto, Marty nota che i suoi fratelli scompaiono da una fotografia che si è portato dietro dal 1985, il che è una assurdità, ma nel film sta a significare che è "probabile" che i genitori non abbiano figli, non si sposino eccetera.

Addirittura a un certo punto lo stesso Marty comincia a diventare "irreale." Ma questo non ha senso... qualsiasi cosa succeda dopo, Marty è vivo, proviene da una dimensione in cui è stato veramente messo al mondo e si trova 30 anni prima in carne ed ossa. Non può sparire, e anche la fotografia è una fotografia. Certo, i suoi fratelli e sorelle potrebbero non nascere, e nemmeno lui, ma lui ormai è qui, nel 1955. O no?

Allora chiediamoci: se un personaggio (Marty in questo caso) salta dalla sua linea temporale a 30 anni prima, cosa succede all'epoca che ha lasciato? Continua ad andare avanti, assieme all'epoca passata in cui il personaggio si è spostato? A questo punto qual è la realtà?

T1 - la linea temporale (1985) che Marty lascia per tornare indietro di 30 anni.

T2 - la linea temporale che si differenzia quando l'intervento di Marty rende il 1955 qualcosa di diverso.

Al momento in cui T2, dopo 30 anni, giunge al 1985, è un 1985 diverso. Nel frattempo T1 va avanti, resta avanti di 30 anni, con eventi che non torneranno mai a collimare con T2. Si sono create due dimensioni? Questo come va d'accordo con il fatto che esiste un universo solo (sempre che le cose stiano così, ovviamente?). O forse invece il viaggio all'indietro di Marty fa "morire" T1? 

C'è un'altra interpretazione, anch'essa non esente da problemi, ed è quella dell'Esercito delle Dodici Scimmie. In quel film il personaggio di Cole, interpretato da Bruce Willis viene mandato indietro nel tempo più volte, piuttosto a casaccio con una tecnologia imperfetta, per scoprire la causa di una epidemia che ha costretto l'umanità a rifugiarsi in bunker sotterranei.

Cole sa bene (ma poi in alcune scene il film diventa ambiguo!) che non può cambiare le cose. Lui va indietro nel tempo per procurarsi conoscenza, per sapere. Lo scopo è quello di trovare una cura e non di evitare lo spargimento della pandemia (che è certamente doloso).

In altri termini abbiamo:

T1 - la linea temporale del 2035 che Cole lascia per arrivare, dopo vari tentativi, nel 1996 e svolgere la propria indagine su un gruppo di terroristi, l'Esercito delle Dodici Scimmie.

T2 - il 1996, un anno del passato, che NON VIENE ALTERATO da Cole, il quale arriva a comprendere cosa sia successo davvero con la pandemia, permette agli scienziati di procurare la cura, ma si ribella agli ordini e vuole restare lì, finendo per farsi ammazzare. Paradossalmente, Cole bambino vede Cole adulto morire.

In questo caso, T1 rimane il vero tempo, l'unica dimensione. Cosa sarebbe stata l'esistenza di Cole, se fosse rimasto sano e salvo in T2? Difficile dirlo.

Come ho già detto, entrambe le visioni sono problematiche. E comunque il viaggio nel tempo non è possibile perché... il tempo non esiste. Il tempo è un concetto astratto che usiamo per dire che il mondo intorno a noi cambia continuamente.

Vi lascio con George Orwell (citandolo a memoria). In un passo di 1984, O'Brien chiede al protagonista Winston, mentre lo sta torturando: "Esiste il passato? Esiste un mondo di oggetti fisici in cui il passato si sta ancora svolgendo?" Winston è costretto ad ammettere che esso non esiste, se non nella memoria, ma allora il partito, secondo O'Brien, controllando tutte le memorie e tutti i documenti può riscrivere il passato a proprio piacimento. Orwell ci insegna due cose: prima, che il tempo non è un salame da tagliare a fette, per prendere quella dell'epoca che ci piace di più. Il "tempo" è solo il presente. Seconda, che il passato può essere "riscritto," in quanto esiste solo come memoria e documenti.



5 commenti:

Il Moro ha detto...

L'analisi è ottima, ma vale quello che vale per la quasi totalità dei film sui viaggi nel tempo: prima o poi si incasinano piegando le leggi della fisica (o almeno quelle della coerenza interna) alle necessità della sceneggiatura.
Ritorno al futuro è un film d'intrattenimento e non si può pretendere un rigore scientifico, ma altri film incentrati più sul viaggio del tempo in sé come predestination e primer hanno una maggiore coerenza interna. Qualche problema salta sempre fuori, comunque...

Bruno ha detto...


Sono d'accordo, il mondo dello spettacolo se ne frega del realismo in questo caso (e in tanti altri) e non gli si può dare torto perché l'argomento è bacato in partenza. Ma tutti amiamo queste storie perché "come sarebbe bello se..."

Eppure uno che la mette giù dura c'è, Nolan con il film Tenet. Vorrei darci un'occhiata per capire se è davvero tutto ineccepibile, tra macchine che corrono in retro e personaggi che sbucano da un altro tempo e si menano da soli... ma non ho tempo e nemmeno voglia.
Lo riconosco.

M.T. ha detto...

Timecop, Frequency - Il futuro è in ascolto, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Terminator, X-men- Giorni di un futuro passato, Interstellar, Donnie Darko, Edge of Tomorrow, Prince of Persia,Star Trek - Il futuro ha inizio, Avengers Endgame ... ce ne sono di film su questo argomento. Da segnalare la serie anime Steins;Gate: ce n'è da farsi venire il mal di testa.

Bruno ha detto...


Ah, purtroppo non ho visto tutti questi film... Donnie Darko e Avengers Endgame sì ma... lasciamo stare. Lasciamo stare (ci sono le mie recensioni da qualche parte nel blog). Interstellar a voler essere pignoli non parla di "viaggi nel tempo" ma dell'effetto di passaggio differente del tempo viaggiando a certe velocità. Così se io vado più veloce della luce (o quasi veloce quanto la luce) verso un'altra stella e torno dopo, diciamo, qualche anno, non riconosco più nessuno perché in verità sulla Terra è passato un sacco di tempo. Questo dovrebbe essere un fatto scientifico. Magari un giorno potremo viaggiare a velocità tali da poterlo verificare, chi lo sa.

M.T. ha detto...

Anche solo a parlare di viaggi nel tempo ci s'incasina :P Sì, con Interstellar è come dici tu.