martedì 5 gennaio 2021

Through the Ages

 Questo è un gioco che ha avuto un paio di versioni e aggiornamenti, per cui è stato gradualmente perfezionato. Sicuramente si tratta di un successo, anche se i giochi di sviluppo di intere civiltà sono sempre in difficile equilibrio tra il troppo complesso, il troppo lungo e il troppo semplicistico, e ci aggiungiamo pure il troppo sbilanciato.


Through the Ages (autore Vlaada Chvatil) cerca di non cadere in questo tipo di errori. È un gioco astratto, nel senso che non ha una mappa. Ci sono i lavoratori, c'è l'assillo di dare loro da mangiare (e i problemi di malcontento e disordini). Ci sono i "cubetti" delle materie prime e dei lavoratori, le strutture che "automaticamente" i giocatori possiedono fin dall'inizio, e altre che acquisiranno con il tempo.

Tutto si gestisce con le carte, che sono presentate in una fila da cui i giocatori decidono cosa comprare. Through the Ages si basa sul bilanciamento di diversi fattori: produzione di cibo e di materie prime, cultura, fattori che controbilanciano il malcontento, scoperte scientifiche, leader, meraviglie, arte militare, tipi di governo e così via... il tutto suddiviso in diverse epoche.

Per esempio: una carta "teologia," una volta acquistata e resa operativa mettendovi un lavoratore, fornisce un punto cultura e due... faccine felici per contrastare il malcontento (la religione oppio dei popoli, eccetera). La forma di governo è un limite a quanto si può fare nel proprio turno, tuttavia ancora più importante è avere i mezzi per fare ciò che si vuole. Non si parla solo di risorse materiali. Ad esempio, si accumulano punti scientifici e li si spende per acquisire certe scoperte. Se non ci si prende cura della propria "produzione" di questi punti scientifici, si resterà drammaticamente indietro.

Esistono varie forme di aggressione militare (e di colonialismo) e di diplomazia. Sono astratte ma hanno effetti sensibili. Le necessità militari sono pertanto abbastanza assillanti, nel senso che non ci si può permettere di restare troppo indietro. Anche la produzione di cibo e materie prime deve essere aggiornata al passare del tempo, pena il non riuscire a gestire le altre possibilità (scientifiche, culturali) che il gioco presenta, e che non vanno trascurate, come detto prima.

Insomma Through the Ages funziona come tanti giochi di civilizzazione: non si può prescindere dal fattore della forza pura e semplice, ma bisogna progredire tenendo conto del complesso intrecciarsi dei progressi culturali, scientifici, economici e via dicendo.

Personalmente sono appassionato alla serie di videogame Civilization (che segue il mio blog lo sa già), salvo le ultime puntate in cui il gioco è andato in declino. Non ho nulla contro i boardgame che cercano di simulare lo sviluppo delle civiltà, tuttavia è chiaro che questi giochi di carte e pedine devono essere semplificati rispetto alle possibilità offerte dai computer.


Questo non tutti i creatori di giochi lo capiscono, e saltano fuori ogni tanto certi mostri ingiocabili.

Through the Ages non fa parte di quella categoria, ma è, per me, un po' troppo dettagliato, e infatti la durata della partita è elevata (sul sito BoardgameGeek c'è scritto due ore, lo ritengo ottimistico). Tuttavia, per quel poco che ci ho giocato, sono rimasto favorevolmente impressionato da questo boardgame. Il gioco prende, impegna e diverte, anche se non nego la complessità. Per cui lo consiglio, ma solo ai giocatori motivati e un minimo esperti. 


3 commenti:

Gianni Celestino ha detto...

Sempre interessante leggerti.
Domanda: hai mai giocato a Six Age Glorantha?
Buon anno 2021
Gianni

Bruno ha detto...


@Gianni Celestino: Il mondo di Glorantha l'ho "frequentato" tanti anni fa quando facevo il master di GDR (Runequest II). Ma in questo periodo ho poco tempo per giocare... quel gioco comunque lo conosco, ho visto che c'è insomma. Sono stati pubblicati anche dei boardgame di (di carta, per intenderci) ambientati sullo stesso mondo.
Tutto molto interessante, ma il problema è trovare il tempo e i giocatori...

Bruno ha detto...


... E buon 2021, ovviamente.