Ho recuperato questo film di fantascienza recente e non di particolare successo, diciamo uno di quei film che si collocano nella difficile "serie B" ovvero non appartenente ai mega progetti USA prodotti con investimenti colossali, e che sono condannati a guadagnare dal mezzo miliardo (di dollari) in su per rientrare nelle spese.
No, questo film, Ad Astra, è costato "solo" un'ottantina di milioni di dollari. Sempre molto, molto di più del più costoso film italiano prodotto in tempi recenti, intendiamoci, ma non è una pellicola che si basa su strabilianti effetti speciali. Forse il singolo investimento più costoso del film è stato avere Brad Pitt come protagonista, in un insolito ruolo piuttosto pensoso. Comunque l'incasso non è stato sufficiente a rientrare nei costi.
Ma a parte questi dettagli economici, parliamo del film. In effetti Ad Astra non è un film d'azione. E non è, se vogliamo, nemmeno originalissimo. Parliamo quindi della trama (se volete meno anticipazioni, ma attenzione saranno sempre tante, saltate al paragrafo intitolato in grassetto "cosa dire di questo film?").
Siamo in un futuro in cui esistono colonie su Marte e sulla Luna, ma il mondo non è poi così cambiato, è una versione un po' peggiore del mondo di oggi.
Una serie di incidenti rivela che una seria interferenza energetica sta sconvolgendo la Terra. Questi picchi di energia vengono dal motore ad antimateria (se mi ricordo bene!) del "Progetto Lima," una stazione spaziale costruita diversi anni prima, che doveva parcheggiarsi presso il pianeta più lontano (Nettuno) ed esplorare lo spazio in cerca di vita aliena. Il Progetto Lima si credeva perduto, invece c'è ancora e sta causando un tale disturbo che potrebbe essere disastroso per le infrastrutture umane nello spazio. Qui farei una piccola obiezione. Siamo nella fantascienza e i produttori possono inventarsi quello che gli pare, e posso anche perdonar loro il fatto di essere stati così poveri nelle spiegazioni. Ma creare un marchingegno che, in caso di malfunzione, possa essere così distruttivo al punto di coinvolgere un sistema solare, mi sembra proprio un'incongruenza. Almeno dovrebbe essere munito di contromisure tali da spegnerlo in caso di guai.
Comunque sia, il protagonista, Roy McBride (Pitt), che lavora già nello spazio, viene convocato per effettuare un tentativo di contatto radio con il padre Clifford, che comandava il Progetto Lima, ritenuto morto. Che ovviamente a questo punto deve essere considerato tuttora vivente. Roy dovrà recarsi sulla Luna, da lì partire su Marte dove c'è la base che invierà il messaggio. Apparentemente calmissimo, Roy accetta la missione.
La prima parte del viaggio è ancora vagamente simile a un volo di linea, e veniamo ad apprendere che, se chiedi alla hostess una coperta, devi sganciare 125 dollari: uno dei diversi accenni al fatto che la nuova frontiera dello spazio è preda della stessa commercializzazione e capitalismo che c'è sulla Terra. Sulla Luna esiste una situazione di guerriglia permanente, e parte degli uomini che accompagnano Roy ci lascia la pelle durante il viaggio tra lo spazioporto e la base di destinazione.
Un vecchio collega del padre (interpretato da Donald Sutherland) deve rinunciare a continuare il viaggio, ma avverte Roy che se il contatto non verrà stabilito, si è deciso che il Progetto Lima dovrà essere distrutto.
Roy, che non ha avuto un rapporto facile col padre, è comunque intenzionato a raggiungerlo e se possibile a salvarlo. Durante il viaggio verso Marte sulla nave Cepheus, il capitano risponde a una richiesta di aiuto da parte di una nave di ricerca biomedica. Roy non vorrebbe andare ma il capitano insiste. I due uomini entrano nella nave che ha chiesto l'intervento, e dove alcuni scimmioni (evidentemente oggetto della ricerca medica, ma sfuggiti al controllo) li aggrediscono. Solo Roy riesce a uscirne vivo. Scena decisamente bizzarra nel contrasto fra scimmie e uomini in tuta spaziale.
Finalmente si arriva, con un difficile atterraggio, su Marte. Roy viene convocato per mandare il suo messaggio al padre, due volte. Alla seconda, abbandona il testo preparato per lui e fa appello al padre in maniera emozionale. Clifford, il padre, risponde, ma la risposta non viene fatta ascoltare a Roy, il cui attaccamento emozionale è a questo punto valutato eccessivo. Quindi non continuerà nella missione.
Tuttavia la comandante della base marziana (Helen Lantos, interpretata da Ruth Negga), pur esclusa da questo progetto, aiuterà Roy. È al corrente di un ammutinamento avvenuto tempo prima a bordo del Progetto Lima, e sa che i suoi genitori sono stati uccisi (da Clifford) per evitare il ritorno sulla Terra e l'abbandono della missione. Pur non avendo motivo per volere bene a Roy, lo avverte del fatto che la Cepheus sta per partire con lo scopo di usare cariche nucleari e distruggere il Progetto Lima. Saputo questo, Roy si introduce a bordo della Cepheus mentre sta per partire (altro momento di scarsa credibilità, direi); a questo punto l'equipaggio riceve l'ordine di eliminarlo. Avviene in effetti il contrario, un colpo va a finire su una bombola di gas, non sparato da Roy. Il gas ammazza tutti quanti tranne lui, che ha la tuta spaziale. Il nostro protagonista comunica alla base cos'è successo, dicendo che lo giudicherà la storia. E finalmente dopo una lunga, lunga navigazione solitaria, arriva a Nettuno, dove incontra il padre, unico superstite, a bordo del Progetto Lima.
La disfunzione del motore, rivela Clifford, si è avuta quando "gli ultimi fedeli" della missione hanno cercato di fuggire verso la Terra creando dei danni. Se l'incontro era atteso da parte di Roy, non sembra però farlo felice. Il vecchio (interpretato da Tommy Lee Jones) ammette la freddezza verso Roy e sua madre. E afferma di non avere nessuna voglia di tornare sulla Terra, poiché è disposto a sacrificare la vita per la missione; che però non ha concluso nulla. L'equipaggio ha scandagliato lo spazio esterno senza risultato, raccogliendo una montagna di dati ma senza trovare la vita extraterrestre. Dopo aver armato la carica per distruggere il Progetto Lima, Roy sembra aver convinto Clifford che è ora di tornare sulla Terra. Indossata la tuta spaziale i due escono nello spazio per raggiungere la nave Cepheus, ma a questo punto Clifford si sgancia e si lancia verso il vuoto, legato a Roy per mezzo di un cavo.
Il padre dice al figlio di "lasciarlo andare," il che ha senso contemporaneamente sia in senso fisico che psicologico. Roy non può fare altro che accontentarlo. Tornato sulla Cepheus vede che la nave è quasi a secco di carburante, quindi farà uso della spinta data dall'esplosione atomica che distrugge il Progetto Lima per fare ritorno sulla Terra coi dati raccolti da Clifford e dal suo equipaggio. Altra trovata scarsamente credibile, direi. Comunque Roy torna indietro, con la consapevolezza che alla frontiera con l'universo esterno non c'è nulla da scoprire.
Cosa dire di questo film? Innanzitutto è vero che le scene che ci vengono mostrate sono un po' ispirate ad altri film, ad esempio Gravity per le sequenze iniziali. La storia riprende Cuore di Tenebra (o se preferite Apocalypse Now), e visto il tema è abbastanza inevitabile. Il lungo viaggio, pieno di eventi e di informazioni che formano un quadro sulla storia di Clifford, a mio parere è ben realizzato. Nettuno e il Progetto Lima sono una meta remota, pericolosa, forse irraggiungibile. Azzeccati.
Il mondo di questo film è interessante, per quanto non necessariamente originale. Una soffocante burocrazia, conflitti, segretezza, pillole anti ansia per tutti, continue valutazioni psicologiche. È un domani oppressivo. Roy se ne sta tranquillo per la maggior parte del film, ma non può fare altro che sfidare questo potere oppressivo, sebbene compirà in effetti la missione come i leader l'avrebbero voluta, visto che alla fine farà saltare tutto.
Del continuo monologo interiore di Roy (voce fuori campo) ho letto valutazioni anche pesantemente negative. Può esserci del vero, visto che allo spettatore è ammannita una spiegazione spesso inutile di quello che sta succedendo o di quello che il protagonista prova. Tuttavia nel complesso questo aspetto non mi dispiace. Si entra nell'intimo del personaggio. Il suo pensiero fa parte del lungo e pericoloso "viaggio iniziatico" alla salvezza o scoperta del padre, verso cui Roy ha sentimenti ambivalenti.
Non so se qualche recensione lo abbia sottolineato, ma Roy appare un personaggio amichevole e buono con tutti. Compreso il padre verso il quale nutre una rabbia di cui è consapevole. Non so se è il termine migliore, ma direi che mostra umiltà. Appare dispiaciuto per il fatto che Helen Lantos sia esclusa dalle informazioni, e la saluta mentre i suoi accompagnatori appena la degnano di uno sguardo. Cerca di salvare il comandante della nave Cepheos dagli scimmioni. Quando il pilota si fa prendere dal panico e sta per sbagliare l'atterraggio su Marte, Roy lo aiuta, e dice che non gli farà rapporto. Cerca di evitare la morte dell'equipaggio quando entra come clandestino sulla nave alla partenza verso Nettuno, e ammette quello che è successo con un messaggio al comando su Marte. Cerca anche di portare indietro il padre. Alla fine lo vedremo riconciliarsi, forse, con la moglie da cui ha divorziato. È un Brad Pitt pensoso, dimesso e non superstar.
Lo spazio esterno si rivela invece una frontiera che non esiste. Non è il più ottimista dei finali, ma così è. Del resto in realtà il film riguarda quello che avviene nell'animo del protagonista, più che lo scopo della missione.
Mi è piaciuto molto, questo film.
2 commenti:
Un bel film se interpretato sul piano onirico.
Vero. Anche dal punto di vista del futuribile (nel senso la società prossima ventura) ci vengono dati degli spunti interessanti.
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