La storia: una quantità di malattie vengono diffuse dai cani in una zona del Giappone. Per impedire che l'influenza canina si diffonda, tutti i cani vengono deportati su un'isola per decreto del sindaco Kobayashi. Questa isola è un posto infernale, un deposito di immondizia; del resto l'esilio dei cani potrebbe essere il preambolo di qualcosa di molto più sinistro e definitivo.
Anche Spots, il cane di Atari, nipote adottivo di Kobayashi, viene deportato. Il bambino decide di andare sull'Isola dei Cani (titolo del film, del 2018) a cercarlo, e inizia quindi una specie di odissea (canina) per salvare le sorti di Spots e delle altre bestie deportate... Questo film di animazione, ambientato in Giappone ma prodotto in realtà da compagnie occidentali, è stato prodotto con la tecnica dello stop-motion. Wes Anderson è stato regista, produttore e sceneggiatore del film.
Visto quello che viviamo oggi con la pandemia, la febbre canina del film tocca una tematica un po' delicata attualmente: quella delle malattie che si potrebbero trasmettere dagli animali all'uomo. Ma in effetti nella storia c'è molto intrigo: uno scienziato sta producendo una cura per la malattia canina, e questo potrebbe salvare le povere bestie deportate, ma c'è chi non vuole che la medicina risolva il problema... Insomma, contro i cani esiste un complotto?
Altra particolarità: i cani nel film parlano, gli umani sono doppiati solo a volte, e con voci che si sovrappongono, dando l'impressione di un traduttore. È come se il film fosse realizzato da cani per... i cani.
Dal momento che sono un amante dei film di animazione "passo uno" (stop motion) mi ero segnato L'Isola dei Cani e un po' di tempo fa l'ho visto, grazie al noleggio su Chili. Ma, a dispetto della buona valutazione da parte dei critici (vedi bel punteggio su Rotten Tomatoes, ecc...), non sono rimasto particolarmente entusiasta.
La trama a mio parere ha i suoi momenti di vivacità e umorismo, ma non mi pare abbastanza coinvolgente, o interessante, per un adulto. Magari ci sarà chi non è per nulla d'accordo, ma questa è stata la mia impressione personale; per quanto riguarda i disegni e lo stile grafico c'è molto realismo, tante scene fatte bene, ma avrei preferito qualcosa di più fumettistico. Stile Wallace and Gromit, per dire. Quindi questo film si fa vedere, ma mi ha un po' deluso rispetto alle aspettative.
Come al solito non pretendo di dare niente più che un parere personale, che potrà aiutarvi o meno. Termino segnalando che vaste polemiche si sono accese per il modo in cui una produzione occidentale ha descritto e trattato il popolo giapponese... non ho però voglia di approfondire questo genere di risse politico-culturali, almeno non in questo caso.
5 commenti:
A me era piaciuto molto invece. Ho una passione sia per Anderson che per il Giappone e il binomio, per non parlare della stop motion che adoro, è risultato esplosivo.
Ma in effetti, a parte Anderson che non conosco, gli ingredienti giusti c'erano... eppure alla fine non l'ho trovato così divertente. Dal momento che l'ho comprato su Chili, potrò magari rivederlo e ripensarci.
A me, come hai potuto leggere sul mio blog, il film è piaciuto. Certo, nel mio giudizio potrebbe aver influito molto il mio amore per i cani, per quel tipo di animazione, e per Wes Anderson :D
Non sapevo invece delle polemiche di cui parli nel finale... e mi andrò a informare immediatamente.
Mah, quel tipo di contestazioni lasciano un po' il tempo che trovano, sinceramente. Sembra che nessuno abbia più il diritto di dire nulla senza essere criticato, finire sotto processo... ne vale davvero la pena?
Sì, hai ragione. Ormai si fa polemica per tutto... sembra faccia parte del pacchetto completo.
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