martedì 16 luglio 2019

La Strada senza Ritorno

Andrzej Sapkowski, scrittore polacco noto per la serie di libri (e videogiochi) dedicata a The Witcher, ovvero lo "Strigo" Geralt di Rivia, ritorna con questa raccolta di racconti. Variegata, senza un principale filo conduttore. Al punto che coloro che sono rimasti delusi pensando che si trattasse di racconti fantasy più o meno collegati alla famosa serie hanno accusato la Nord di essere stata fuorviante nella sinossi proposta ai lettori.

Io personalmente non ho nulla da ridire. Sapevo di questa discussione e quindi sapevo che nella raccolta La Strada Senza Ritorno non c'erano solo racconti fantasy, o comunque legati al mondo di The Witcher, e del resto non mi interessava: perché volevo leggere qualcosa di questo autore, ma non necessariamente fantasy o legato al famoso ciclo che ho seguito di recente. Quanto alla sinossi, se proprio devo dir la mia, non può essere accusata di affermare che la raccolta si colleghi interamente alle vicende di Geralt di Rivia, e in questo è senz'altro correttissima; può però far pensare che i racconti siano di fantasy, diciamo, tradizionale. Parla di streghe, demoni, cavalieri, maghi, può dare quell'impressione. Mentre invece si tratta di racconti molto diversi l'uno dall'altro: si riferiscono a vari generi. Nota: l'autore ha voluto escludere dall'edizione italiana un'avventura "non canonica" di Geralt di Rivia (Qualcosa finisce, qualcosa comincia).

Il primo dei racconti, il cui titolo dà il nome all'intera raccolta, è inserito organicamente nell'ambientazione dello Strigo; ed è l'unico. Vi si narra delle gesta (alcune) di Korin il guerriero, e della guaritrice Visenna, che gli permette di sopravvivere a un'avventura decisamente impegnativa. Dal momento che abbiamo in ballo un mostro che impedisce la pacifica e produttiva attività dei villici che abitano nei pressi alla sede che si è scelto, la tematica ben si adatta alle tematiche del Sapkowski fantasy.


Il secondo racconto è un fantasy-horror, già cambia genere e ambientazione. I Musicanti parla di gatti intelligenti, dai poteri magici, e che abitano in una città aggredita da un mostro. Adoro i gatti la questo racconto mi ha ammazzato di noia, devo dire la verità, come anche il romantico Tandaradei.

Strano, violentissimo e stranamente divertente invece Nel Cratere della Bomba, ambientato in una fanta-guerra del futuro, storie sanguinose di popoli europei, vecchie e nuove ruggini che si mescolano per aprire nuove ferite. Piacevolissimo il racconto seguente, Pomeriggio Dorato, una rivisitazione della storia di Alice nel Paese delle Meraviglie da un punto di vista felino. Felino in che senso? Si tratta del Gatto del Cheshire, ovviamente, che sembra di essere una specie di potenza regolatrice degli eventi.

Con I Fatti di Mischief Creek abbiamo invece una storia di streghe ambientata nel selvaggio west, dove un gruppo di puritani, in cerca di una colpevole in fuga, incontra una strana comunità. Che vive al di là della zona colonizzata. Un posto dove evidentemente la pensano in modo diverso. finirà male? Sembra così fin dall'inizio...
Chiudono il libro un racconto ambientato ai tempi della guerra civile spagnola e una rivisitazione delle leggenda di Tristano e Isotta, con riferimenti a un libro di una scrittrice USA (Marion Zimmer Bradley) che ho letto pochissimo e apprezzato anche meno.

Sapkowski a mio parere è scrittore di grandi mezzi e grande cultura, con il difetto, talvolta, di essere volutamente astruso, di non volersi far capire. Altre volte invece strizza l'occhio al lettore e scrive cose piacevoli e divertenti (ed è qui che lo trovo più valido). Raramente il Sapkowski colto e complicato si integra al cento per cento con quello che ci vuole appassionare e divertire. E lo si vede anche qui nonostante la bravura dell'autore. Il principale difetto di questa raccolta, però, è che i racconti sono del tutto scollegati, diversissimi fra loro, pertanto sarà facile scontentare almeno una parte dei lettori.



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