mercoledì 20 febbraio 2019

Ghost in the Shell

Come spesso succede con le pubblicazioni di successo, in Giappone Ghost in the Shell non è solo un manga ma anche una serie di film d'animazione, una serie televisiva (animata), altri film prodotti direttamente per il mercato home video (OAV)... Il primo l'ho visto, parecchio tempo fa, in doppiaggio italiano, per cui prima o poi sentivo di dover guardare la versione statunitense, con protagonista Scarlet Johansson. Il Ghost in the Shell americano è del 2017 per la regia di Rupert Sanders (Biancaneve e il Cacciatore), e s'è subito segnalato per una polemica, quella sul "whitewashing" della protagonista, che non si chiama più Motoko ma Mira. E per gli incassi che hanno decretato un insuccesso, andando probabilmente molto al di sotto delle aspettative.


La questione del whitewashing è buffa per due motivi (i principali per me). Innanzitutto perché la protagonista è un cyborg e proprio questa storia parla dell'irrilevanza del guscio esterno rispetto allo spirito. E in secondo luogo perché, in manga e anime, i Giapponesi ritraggono spesso personaggi giapponesi con tratti occidentali.



Perfino il creatore di Ghost in the Shell, Mamoru Oshii, ha detto che non era un problema per lui un'attrice non asiatica (se sapete l'inglese potete leggerlo qui, e se vi va anche il mezzo mea culpa della Johansson eccolo a questo link). Ma quali che siano le ragioni e i torti, la comunità dei fan in questo caso è forte e appassionata, e ha le proprie opinioni sull'apparenza e le caratteristiche che la protagonista deve avere, pertanto il disappunto per la scelta della Johansson nel ruolo principale è certamente fra i motivi dello scarso risultato commerciale.

La questione del "guscio" era molto più sviluppata nei lavori giapponesi dedicati a quest'ambientazione, vi erano complesse riflessioni filosofiche. Perché, se per certi aspetti uno potrebbe pensare "che problema c'è ad avere un corpo artificiale purché faccia quello che deve fare?" in effetti ci sarebbero molte conseguenze se avessimo questa possibilità. A parte il fatto che nel mondo futuribile cyberpunk di questa storia è possible "hackerare" la mente di una persona, un cyborg diventa qualcosa di diverso da un essere umano in carne e ossa. Non ha sesso, o può avere il sesso che gli pare; ha una identità basata soltanto sulla propria mente (il resto è macchina, che rimanga sempre la stessa o che sia intercambiabile), e inoltre, ovviamente, non ha razza.


Il Ghost in the Shell versione USA è invece molto meno filosofico e molto più film d'azione. Tra le opere dove la componente futuribile e cyberpunk è presente, non lo metterei certo fra i peggiori, anche se la storia non è niente di speciale, compreso il dubbio su chi siano i veri buoni e i veri cattivi. M'è piaciuta l'estetica, spesso "dark" ma anche luminosa e solare, senza una prevalenza di atmosfere cupe o piovose, colori desaturati e altre caratteristiche troppo viste di un certo tipo di film sul futuribile. Le pubblicità che propongono enormi sagome umane fra i grattacieli, le scene di azione, i costumi... ci sono parecchi elementi a favore di questo film, che a mio parere è un piacevole intrattenimento.

Non sono d'accordo con certe recensioni che lo descrivono come freddo e noioso, anzi certe scene più lente e meditative non mi sono dispiaciute. Se vogliamo, comunque, mettere Ghost in the Shell a confronto con i giganti del suo settore, il paragone con Blade Runner è improponibile, non solo con la prima pellicola di Ridley Scott, ma anche con il seguito di Villeneuve, e perfino un film a mio parere sopravvalutato come Matrix sa "vendersi" allo spettatore molto meglio. Poi, pensiero personalissimo (e so che molti non saranno d'accordo) si rischia sempre molto quando si affida a un personaggio femminile ruoli da maschio, e in questa storia dove c'è molta azione forse Scarlett Johansson non era adattissima al ruolo della spacca-tutto. (E sì, lo so che ha fatto la Vedova Nera nei fumettoni Marvel, ma questa resta la mia opinione).

Giudizio finale: film tutt'altro che brutto, ma che non sa rendersi memorabile.


5 commenti:

M.T. ha detto...

Io mi sono limitato ai due film d'animazione; quello made in Usa non l'ho visto e non per la scelta dell'attrice, ma perché si allontanava dallo spirito originario dell'opera.

Bruno ha detto...


Sì, sono due cose diverse, anche se ho preferito il film USA. Ma ci sono troppi anni di distanza (da quando vidi l'anime) per fare davvero un paragone.

Babol ha detto...

A me il film USA non è piaciuto granché. Inutilmente semplicino.

Bruno ha detto...

Sarà che sono un'anima semplice? boh ma è passato tanto tempo.

Bruno ha detto...

...per fare un confronto