Nuova serie di Black Mirror su Netflix, e subito un episodio che "fa il botto." USS Callister sembra inizialmente una specie di Star Trek dove un quasi sosia del famoso capitano Kirk trionfa fin troppo facilmente sui nemici, fa il gradasso con l'equipaggio, e alla fine dell'episodio, mentre è osannato da tutti quanti, bacia le componenti femminili dell'equipaggio (ovviamente la loro divisa prevede la minigonna).
[Attenzione, ci sono anticipazioni della trama in questo post]. In realtà tutto si svolge in una simulazione! L'eroe in realtà è un programmatore, Robert Daly (attore: Jesse Plemons, già visto in Breaking Bad) e quello a cui gioca è una sua versione privata del videogioco (Infinity) che produce, assieme a un socio che lo tratta male, James Walton (Jimmi Simpson) e ad altri colleghi, in teoria suoi sottoposti, che non lo rispettano. Solo nel mondo virtuale è un grande eroe e tratta tutti come pezze da piedi per compensare la sua frustrazione.
L'equipaggio dell'astronave è costituito in effetti dai colleghi che gli sono antipatici, ovvero la maggior parte, cui in qualche modo ha rubato il DNA; prigionieri, e consapevoli di essere rinchiusi in una farsa, in una vita artificiale (dove non hanno né organi genitali né funzioni corporali, insomma un mondo del tutto finto). Come Walton lo chiama, è "l'universo personale di un dio str..." in effetti una simulazione di una vecchia serie TV amata da Daly (si chiama Space Fleet, ma evidente è il riferimento a Star Trek, anche nei modi di fare e nei costumi). I colleghi prigionieri vivono nel terrore, alcuni come membri dell'equipaggio, altri trasformati in mostri, poiché in questa simulazione Daly è onnipotente. E proprio Walton, il socio preponderante, è quello più soggiogato di tutti nella simulazione.
L'unica perplessità (forte) mi viene dal fatto che i prigionieri dell'universo personale del protagonista sono cloni elettronici (virtuali) generati da campioni di DNA, ma hanno tutti i ricordi delle vite vere, vogliono fuggire con l'aiuto dei loro "se stessi" reali, e non ci viene spiegato perché vi sia questa consapevolezza. Scusate se vi annoio, mi rendo conto di essere uno degli ultimi rimasti a farsi questo tipo di domande...
La resa dei conti per Daly verrà quando nell'azienda viene a lavorare una ragazza che, ironia della sorte, ammira moltissimo il suo lavoro: si tratta di Nanette Cole (Cristin Milioti, italoamericana, la prima moglie di Di Caprio nel Lupo di Wall Street), una smanettona che riuscirà nell'impresa ritenuta impossibile da tutti gli altri: contattare se stessa fuori dalla simulazione, e riuscire a fregare Daly al suo stesso gioco.
C'è chi parla già di uno spin-off di qualche tipo (una serie di Space Fleet?) a partire da questo divertente episodio... io credo che se dovesse allungarsi, lo scherzo non sarebbe più divertente, anche se la sorpresa di questo episodio è stata forte.
Tra episodi più e meno riusciti, Black Mirror non ha paura di sperimentare, e in questo caso ha fatto centro.
4 commenti:
Un bell'episodio, mi è piaciuto, ma concordo con te: uno spin-off 1) toglierebbe l'aria da "black mirror" che l'ha reso bello, e 2) temo non avrebbe molto da dire.
Sarebbe una satira paradossale... con Daly/Kirk che fa lo str... coi suoi equipaggi e vince in maniera paradossale tutte le situazioni. Dopo due puntate avrebbe rotto le scatole a tutti. Sempre che invece non si inventino qualcosa di diverso, beninteso.
No, aspetta.
Visto il finale dell'episodio, dubito lo spin-off verterebbe su questo... io penso ci mostrerebbe l'equipaggio della Callister in Infinity. Qualche avventura contro i players, un po' di esplorazioni per conto loro, magari qualche hackeraggio per ottenere veri corpi. Tentare di dialogare con gente "di fuori", far presente la propria situazione e quella di chi potrebbe essere nella loro condizione.
Insomma, qualche momento alla Sword Art Online, più o meno, e molte elucubrazioni tecnologico-etiche.
Davo per scontato che, non potendo uscire dalla simulazione, l'equipaggio, ora spostato nell'universo di Infinity e, a quanto pare, dotato di corpi integri, vivrebbe una esistenza "normale." Incluso eventualmente parcheggiare l'astronave da qualche parte o vendersela, e andare in qualche città. Chi glielo farebbe fare di rischiare la pelle in un MMORPG?
Insomma non so quanto sarebbe logico muovere la narrazione in quella direzione. Comunque chi vivrà vedrà...
Posta un commento