Un giudizio di "così così" per questa serie di Netflix, dove rivediamo l'attore famigerato per aver interpretato Conan nel nuovo film sulle avventure del cimmero, pellicola che ha dato cattiva prova di sé sugli schermi qualche anno fa. Parlo ovviamente di Jason Momoa, e la serie è Frontiera (Frontier) ma l'attinenza al fantastico, devo ammettere, non esiste. Si tratta però di una tematica che mi è stata cara fin da quando ho letto L'Ultimo dei Mohicani tanti anni fa: la frontiera, il commercio delle pelli, le foreste, quel periodo in cui i nativi americani erano ancora una forza da tenere in considerazione. Per non indurvi in errore faccio subito una precisazione: questa storia non è ambientata (come quel libro) nel periodo delle lotte tra Francesi e Inglesi. I Francesi sono stati già sconfitti e hanno perso il Canada (per la cronaca, ciò avvenne a seguito della Guerra dei Sette Anni). Gli Stati Uniti sono ormai indipendenti mentre stanno calando le fortune della Compagnia della Baia di Hudson, un'impresa mista statale e privata britannica che sfruttava il lucroso commercio delle pelli (e dei rifornimenti da vendere agli indiani, che erano fra i principali procacciatori delle pelli in questione). Commercianti e cacciatori di ogni genere minacciano il monopolio della Compagnia. Quanto agli indiani, sono schiacciati sempre più, e il buon Momoa interpreta proprio uno di loro, anzi un mezzo sangue, Declan Harp, guerriero e mercante in cerca di vendette contro un perfido e carognesco funzionario della Compagnia (Lord Benton interpretato da Alun Armstrong). E quanto agli Inglesi, ora li vediamo proprio nelle terre strappate ai rivali francesi, mentre le colonie di un tempo sono diventate indipendenti, ma le loro sorti sono tutt'altro che rosee e a quanto pare la Compagnia sta diventando più un danno che una risorsa.
In mezzo ai due finisce uno scugnizzo irlandese (Michael, interpretato da Landon Liborion) in cerca di fortuna. A causa di un furto finito male la fidanzata di Michael è alla mercé di Lord Benton, che può liberarla o farla marcire in galera, e questo spinge Michael a collaborare con lo spietato funzionario, ma il giovanotto subirà il cupo fascino di Declan Harp e finirà per allearsi con lui (e -SPOILER- riuscirà anche a riabbracciare la fidanzata, che però si rivelerà una frignosissima palla al piede).
Per alcuni aspetti questa serie riesce a richiamare i vasti spazi inesplorati e le imprese epiche di quel periodo. Nei travagli di Michael vediamo le difficoltà incontrate da un bianco che pensasse di fare fortuna da quelle parti: di fronte a un mondo inclemente, o si svegliava alla svelta (e molto), o gli conveniva fare ritorno a casa, o altrimenti poteva ripiegare su mestieri più modesti tipo zappare qualche angolo di terra. La vita del "trapper" non era per tutti.
La serie è breve e si fa guardare ma per certi aspetti funziona poco. Jason Momoa si conferma a mio parere attore che va bene nelle parti adatte per lui, ma poco flessibile. Qui la parte gliel'hanno cucita addosso bene (un uomo amareggiato e ossessionato dalla vendetta) ma quando si tratta di recitare un po' di fino non convince. C'è una scena dove Lord Benton, che era stato suo mentore, lo tortura con vari coltelli e strumenti, e i due si rinfacciano tutto quello che si devono rinfacciare, ma la cosa che si nota di più è che né Momoa né Armstrong mi sembrano in grado di offrire la recitazione intensa che in una scena simile ci vorrebbe.
E per quanto riguarda la trama, be', a volte le cose procedono lentamente, e se in una manciata di puntate devono ricorrere all'espediente di far cadere Harp nelle mani di Benton per due volte, forse qualcosa non va. E ci sono troppe figure di contorno (locandiere spie e confidenti di tutti quanti, ufficiali ambiziosi e corrotti, preti ubriaconi ecc...) che non si capisce bene dove debbano andare a parare. Frontiera a mio parere sfrutta male le grandi possibilità della sua ambientazione, ma se dovesse saltare fuori una seconda serie gli darò volentieri una seconda possibilità.
Nessun commento:
Posta un commento