lunedì 6 febbraio 2017

The Expanse

Una serie TV di fantascienza che, anni dopo Battlestar Galactica, prende e convince. Non sembra quasi vero. The Expanse, basata sui romanzi di James Corey (nome collettivo), è una narrazione corale che, in dieci puntate (prima serie, la seconda arriva adesso...), segue le vicende di un intrigo interplanetario talmente insidioso da rischiare la deflagrazione di un conflitto. Pregio e anche iniziale problema per chi deve affrontare questa serie è la vastità dei temi trattati e la relativa complessità della storia: avendo seguito i primi episodi senza regolarità, ammetto di avere fatto una certa fatica a inquadrare la vicenda, anche se non avevo dubbi sulla decisione di volerlo fare, fin dal primo episodio.


L'ambientazione di The Expanse è il sistema solare, con tre principali forze in gioco: i "Belters," ovvero gli abitanti della fascia degli asteroidi, Marte e la Terra.
Con la Terra che, a circa due secoli da oggi, resta il principale riferimento dell'umanità e gli altri a invidiarne l'habitat naturale. I Belters sono a corto di tutto, perfino dell'aria, e vivono in basi spaziali che hanno poco in materia di comfort; perfino il loro corpo si è modificato a causa della bassa gravità. Su Marte forse va un po' meglio (la storia non indugia ancora, ma offre qualche descrizione), comunque si tratta di un pianeta tutto da terraformare. Mentre i Belters sono un'accozzaglia di poveracci con uno strano slang e pericolose tendenze alla ribellione, i Marziani sono disciplinati e militaristi.

La Terra vive delle risorse che vengono dallo spazio, ma il controllo della situazione è problematico. All'inizio della serie una formazione terroristica dei Belter (la OPA) si impadronisce di tecnologia stealth particolarmente pericolosa, e questo è uno degli eventi che innescano la crisi che segue. Abbiamo Chrisjen Avarasala (Shohreh Aghdashloo), una politicante delle Nazioni Unite, intenta a seguire la minaccia. Julie Mao, una ricca ereditiera in fuga dalla famiglia, forse in cerca di una causa politica a cui dedicarsi, è invece l'obiettivo del detective Miller (Thomas Jane), un belter, incaricato di ritrovarla. E poi abbiamo l'equipaggio di una nave spaziale che risponde a una chiamata di soccorso e si trova con una brutta sorpresa: segnalo tra i più importanti l'ufficiale esecutivo James Holden (Steven Strait, attore dal volto italico, e infatti è un italo-inglese), il tecnico Naomi Nagata (Dominique Tipper), il meccanico Amos Burton (Wes Chatam, che è stato in The Hunger Games).

Holden, terrestre, lo vedremo spesso a chiedersi cosa è giusto fare nelle varie situazioni, combattuto tra l'esigenza di salvare la pelle e quella di non commettere il male. Naomi, belter, è rapida a pensare e anche ad agire per salvare la pelle dei suoi compagni, e forse anche per questo il gelido e violento Amos (terrestre) la stima e le obbedisce.

Holden (a sinistra) e Miller

Avarasala è, se mi si concede, un personaggio cliché e poco interessante, una politicante cinica. Miller parte un po' troppo ricalcato su certi stereotipi, il detective da film noir, in questo caso potrebbe venire dritto fuori da Blade Runner. Diventa interessante con il tempo.

Una delle critiche mosse a The Expanse è che i personaggi non bucano e in alcuni casi sono troppo stereotipati. Piuttosto vero. Per certi aspetti però questo funziona nel creare l'ambientazione della serie. Dopo un po' lo spettatore pensa a loro come persone non eccezionali a cui comunque si è abituato e affezionato, o per lo meno questo è ciò che è successo a me (nel caso della politicante terrestre, non proprio affezionato... ma lei certo non rischia la vita ogni minuto).


Il cinismo e l'alienazione degli ambienti artificiali (le basi dove vivono i Belter, le astronavi), i mille rischi di morire ammazzati o per incidenti, creano un'atmosfera claustrofobica e opprimente ma anche realisticamente costruita. Non ci sono alieni, le meraviglie tecnologiche di solito non sono così pazzesche, e l'umanità è quella di sempre: la cattiveria e le carognate, ma anche le speranze, le sofferenze, la ricerca di un bagliore di positività in un universo orribile sono, a mio parere, gli elementi che ti portano nel mondo di questa serie con una naturalezza inaspettata per una storia di fantascienza.

Naomi Nagata

Quello che si vede più e che è reso meglio è il mondo dei Belter, con il suo inglese stentato e un misterioso slang (che non ti viene tradotto), la sua durezza estrema, la rivoluzione che scorre appena sotto pelle. E poi c'è il personaggio che praticamente non si vede quasi mai, Julie Mao: sembra all'inizio una rivoluzionaria da salotto che, dopo essere andata ad assaggiare una realtà più grande di lei, deve essere salvata dal detective mandato da paparino. Ma a quanto pare non è così, scopriremo qualcosa di lei a mano a mano che Miller trova le sue tracce. I Belter con cui ha vissuto la hanno chiamata "una di noi" e Julie diventa una specie di eroina rivoluzionaria che ha cercato di costruire un futuro migliore.

Attraverso la ricerca di Julie Mao si svelerà l'autentico carattere di Miller.


The Expanse è una storia con personalità, una serie da non perdere per come riesce a costruire un sistema solare fittizio eppure credibile, dove il realismo è stato curato in una moltitudine di piccole cose. Non ci sono le perfette astronavi di Star Trek, l'umanità fuori dalla Terra trova proprio l'ambiente inaccettabile che ci si aspetterebbe di trovare, tra astronavi in cui puoi restare ucciso in un istante o stazioni spaziali dove con gli schermi (led?) si crea un finto cielo azzurro. Nella miseria in cui questa gente vive nasce la rabbia verso il privilegio di chi è rimasto nel pianeta madre, ma anche la sovrappopolata Terra ha i suoi problemi. E il tutto in un'atmosfera oscura e pessimista ma non priva di speranza (anche la speranza che si deve coltivare per forza) e senza l'autocompiacimento di tanti mondi distopici che ci vengono presentati oggi.





3 commenti:

Gabriele Ninci ha detto...

Già, è stata una piacevole sorpresa questo titolo!

Bruno ha detto...

Sperando prosegua bene...

Gabriele Ninci ha detto...

Tra l'altro mi dicono ieri sia cominciata la seconda stagione... aspetterò finisca e arrivi su Netflix