lunedì 6 maggio 2013

The Age of Zeus

Una poliziotta, Samantha, riceve un misterioso invito e si reca in un luogo piuttosto remoto dove incontra altri invitati, un folto gruppo, tutti convocati senza sapere esattamente da chi e perché.

Nell'invito vi è un accenno alla possibilità di rimettere a posto una faccenda che sta a cuore, perciò è naturale chiedersi cos'è che sta a cuore a tutte queste persone che non si conoscono fra loro. Parlandone riescono rapidamente a concludere che hanno qualcosa in comune: tutti nutrono un motivato rancore per qualche torto o perdita inflitta dagli dèi dell'Olimpo, che alcuni anni prima si sono impadroniti del mondo instaurando una specie di supervisione accettata dai vari governi.
Questo l'inizio di The Age of Zeus scritto dal britannico James Lovegrove, che per la Solaris ha pubblicato anche The Age of Ra, The Age of Odin, Age of Aztec e altri libri autoconclusivi che hanno in comune temi di fantascienza militare.
The Age of Zeus (che ho letto in inglese) offre un'ambientazione dove la Terra ha finalmente un governo unitario: sono sbucati da non si sa dove gli dèi dell'antica Grecia (Zeus, Afrodite, Atena, Ares e via dicendo...) e con sfoggio di enormi poteri hanno rapidamente dimostrato ai militari di tutto il mondo la propria invincibilità. Se siano davvero divinità, e da dove vengano i loro poteri, è un mistero: di fatto sembrano ben convinti di essere dèi e si sono costruiti (anzi, si sono fatti costruire) una grande fortezza in Grecia sul Monte Olimpo, e da lì tengono d'occhio il mondo aiutati da alcuni mostri e creature mitologiche (il Minotauro, la Lamia, la Chimera e via dicendo) che pattugliano certe aree.
Il potere degli dèi olimpici non è necessariamente maligno in quanto sembra voler finalmente metter fine a tante guerre, crisi e cattivo utilizzo delle risorse del mondo, ma la politica nei confronti di chi si oppone è brutale: dove si manifestano dei ribelli essi vengono schiacciati, e se necessario vengono messe in atto rappresaglie spietate e prolungate nel tempo, che colpiscono la popolazione indistintamente. Queste imprese crudeli e avventate hanno provocato risentimento in tante persone, tra cui coloro che hanno ricevuto il misterioso invito.

Un libro che parte quindi da una premessa sorprendente: inizialmente mi è sembrato in bilico tra il fantastico e la fantascienza. Meno sorprendenti, anzi forse un po' ritrite, sono le schermaglie d'apertura. Dopo aver scoperto che sono stati riuniti per la caratteristica comune di odiare i nuovi dèi, i protagonisti del libro vengono arruolati (tranne uno che si rifiuta) per sterminare le malvagie divinità, e addestrati a usare delle armature potenziate che ricordano un po' Fanteria dello Spazio di Heinlein o le tute di Iron Man (però sono meno fantascientifiche e non volano); chi mette a disposizione tanto ben di Dio militare è un certo Landesman, un industriale ricco e geniale desideroso di combattere questa battaglia di libertà, insomma una specie di Tony Stark (l'uomo dentro la tuta di Iron Man) guerrafondaio per una causa giusta. Gli eroi che combatteranno Zeus e soci si danno il nome di Titani, preso dal mito, per chiamarsi come i leggendari sfidanti degli dèi dell'Olimpo. La protagonista Samantha (il cui nome è generalmente abbreviato in Sam) inizia così a prepararsi alla battaglia e riesce a mettersi in luce durante l'addestramento, tanto da prendere il comando del drappello che inizia le danze attaccando una delle creature minori della mitologia olimpica.

Seguono circa 300 pagine, ahimé, di azioni militari piuttosto ripetitive intervallate da questioni personali dei Titani (alcuni sono descritti in maniera ben dettagliata sia pure con lo stereotipo sempre in agguato, la maggior parte è sullo sfondo o poco più). All'inizio l'attacco si rivolge contro certe bestiacce mitologiche la cui eliminazione non preoccupa Zeus, ma al reiterarsi degli attacchi il dio comincia a preoccuparsi (notare che Zeus è un personaggio che compare in televisione, viene intervistato, ecc...). C'è anche qualche cenno di nervosismo da parte dei governi, qualcuno forse vorrebbe scuotersi di dosso gli dèi olimpici. Nelle azioni dei Titani non trovo realistico il fatto che, in un'epoca di intercettazioni radio, con satelliti che visualizzano anche i titoli del giornale che un tizio legge per strada, ecc... un gruppo di persone dotate di mezzi militari abbastanza pesanti possa apparire e scomparire, anche da affollate aree urbane, senza che nessuno li segua, ne tracci i movimenti, l'origine dei segnali radio che li coordinano dalla base, eccetera. In tutto il mondo (un mondo controllato da governi spesso lacerati da dubbi, ma in genere fedeli a Zeus e compagni) sembra che il gruppo dei Titani possa sempre agire senza essere smascherato. E va be', ho continuato a leggere sperando in un colpo di scena. A metà del libro un disvelamento fa sperare in qualcosa di interessante. E quando arriva la rivelazione verso il finale la delusione è feroce, per quanto mi riguarda. La spiegazione sulla natura di queste divinità e sui loro poteri è quanto di più irrealistico e loffio si potesse prevedere (Volete saperne di più? Chiedete e sarete spoilerati).
Segue finale col botto, ma è meglio non anticipare.

Giudizio finale: l'autore conosce "il mestiere," sa suscitare la curiosità e c'è tanta azione per chi la vuole (da ex giocatore di wargames, mi permetto di pensare che spesso ci sia poco realismo). La storia è però terribilmente debole, con oltre 600 pagine laddove 400 forse sarebbero già state troppe. Lovegrove non sembra preoccuparsi di far accadere cose estremamente incongrue anche per un libro di fantascienza, e le giustifica in maniera zoppa o non le giustifica per niente. Il lettore è avvisato.





4 commenti:

M.T. ha detto...

Io vorrei la spoilerata, così mi faccio due ghigne :P

M.T. ha detto...

Io vorrei la spoilerata, così mi faccio due ghigne :P

Bruno ha detto...

@ M.T. SPOILER: Landesman (capo dei Titani) è il padre di Zeus: industriale competitivo senza tempo per la famiglia, ha trascurato il figlio che ha deciso di vendicarsi scimmiottando proprio una delle passioni di papà, la mitologia greca. Dopo una gioventù burrascosa il futuro Zeus ha finalmente messo la testa a posto, preso un po' di soldi da papà, e dopo esser sparito per una decina di anni, torna avendo trovato il modo di manipolare le capacità extrasensoriali e mentali dell'essere umano fino a dargli poteri quasi divini (chissà perché lui ci riesce e un altro milione di scienziati no). Praticamente gli dèi dell'Olimpo sono persone comuni con qualche tratto caratteriale confacente al ruolo, convinte o corrotte dal finto Zeus. la loro memoria viene cancellata e vengono date loro queste capacità divine. PUFF!

Il figlio dell'industriale divenuto Zeus spiega che avendo una nuova acconciatura e un look insolito nessuno lo riconoscerà, anche perché da giovane ha frequentemente cambiato scuola e università. Notare: lo vedono miliardi di persone in TV. Chi lo riconosce? Sam, perché vede la foto di famiglia sulla scrivania di Landesman. Nessun altro se ne accorge.

Quanto al fatto che gli altri dèi sono persone che possono essere riconosciute da chi li ha conosciuti come umani fino a poco prima (e poi li vede come divinità in TV), l'autore non si è sprecato a dare una spiegazione. Direi che basta così :)

M.T. ha detto...

spiegazione un pò scarsa: l'autore poteva trovare di meglio. Così come l'ha fatta, mi viene da dire niente di originale: in fondo è comune che tanti industriali si considerino delle divinità che possono fare tutto o vogliano divenire tali per controllare tutti quanti :P