Geoffrey A. Landis è uno scrittore di fantascienza di quelli con solidissime basi scientifiche, essendo come principale mestiere un ricercatore della NASA. Questo The Sultan of the Clouds, in italiano Le Città nelle Nuvole, edito da Delos Books, è un romanzo fin troppo breve che s'incentra sull'idea di colonizzare il pianeta Venere in una maniera assolutamente originale.
L'idea mi aveva fatto sorridere all'inizio: pensando a Venere viene subito in mente un pianeta bollente, ricco di gas velenosi e irrespirabili, insomma un posto inevitabilmente precluso alla presenza umana. L'idea di Landis è di enormi città dirigibile, per così dire, città gallegganti negli strati più alti dell'atmosfera, dove la vita (secondo lui... io non mi pronuncio) può svolgersi relativamente senza problemi. Ovviamente, però, l'atmosfera resta velenosa. Non si tratta di un libro scritto quando si sapeva poco o nulla dell'universo, anzi è recentisse, perciò se lo dice Landis che è un addetto ai lavori magari c'è qualcosa di praticabile nell'idea. Ma perché si debba andare su un pianeta dove sfruttare il suolo sarebbe improponibile e per coltivare il proprio giardino volante si dovrebbe portare la terra fertile da un altro luogo? Questi restano dubbi che il libro non risolve.
Ad ogni modo nell'ambientazione di questo libro la colonizzazione dello spazio, pur costosissima e fallimentare per molti di quelli che ci hanno provato, è in atto da parecchio tempo, ma solo alcune grandi famiglie ne hanno tratto beneficio.
In questo scenario abbiamo un tecnico che viaggia assieme a una scienziata verso il pianeta: lei ha ricevuto un invito da un giovanissimo rampollo di una di queste famiglie possidenti... così i due scoprono questo meraviglioso mondo di città sospese nell'aria. Tra le curiose scoperte che ci sono da fare su Venere abbiamo anche il matrimonio a treccia, una specie di cerniera generazionale dove ci si sposa due volte: la prima da ragazzini, con una persona matura, la seconda nella maturità, con una persona assai giovane. In questo modo (salvo incidenti!) una matrimonio dura in eterno. Il protagonista comunque ha poco da divertirsi: scopre presto che esiste una minaccia assai seria...
Il libro è brevissimo, più un racconto leggermente gonfiato che un romanzo. Perciò c'è poca sostanza per dare spessore alle idee, come se a Landis interessasse più che altro mettere una cornice di umanità in movimento attorno alla sua idea di città più leggere dell'aria. Comunque è una lettura piacevole: se questo breve esempio può esser preso a prova, Landis si rivela più abile come scrittore di certi mostri sacri che se la cavavano più con l'arido linguaggio scientifico che con personaggi e trama.
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