domenica 6 novembre 2011

1984, il film

Mi fece un po' male, ammetto, sentire i commenti annoiati delle persone che uscivano dal cinema. Era il lontano 1984 ed ero andato a vedere questo film con molta curiosità, immaginando però che la reazione del grande pubblico sarebbe stata quella. Sto parlando della trasposizione cinematografica di 1984, il libro di George Orwell, operata da Michael Radford.
Va detto che il trailer del film giocava sporco, come spesso accade con questo tipo di produzioni che cercano un aggancio a tipi di pubblico cui dovrebbero rinunciare in partenza, Il trailer ovviamente non me lo ricordo, ma rammento che cercava di darsi un taglio da film d'azione. Cosa che non poteva essere perché si era giurata l'aderenza alla storia. La vedova di Orwell non voleva gli effetti speciali, e del resto nel mondo di 1984 non c'è molto più di qualche elicottero (e le "fortezze galleggianti," che però non entrano nella storia). Il regista voleva addirittura fare un film in bianco e nero, cosa che secondo me sarebbe stata un'esagerazione. Insomma, nonostante all'epoca io fossi appassionato della storia narrata da 1984, e volessi pensare che dovesse pur esistere un modo di "portare il messaggio al volgo," in effetti si tratta di un libro che non si presta bene a una trasposizione cinematografica.
A peggiorare le cose, il fatto che il regista si sforzasse di riportare tutti gli elementi della trama e del mondo immaginato da Orwell, creando un film assai poco "cinematografico" e facendo dei riferimenti che, per uno che non avesse letto il libro, sarebbero per forza risultati sibillini e incomprensibili.

[SPOILER! in questo paragrafo] Comunque va detto che il film non è poi male, fatte ovviamente le dovute premesse. Grigio, cupo e polveroso come una città sovietica nell'epoca staliniana, trasmette il senso di oppressione che dev'esserci, e il protagonista è decisamente azzeccato: John Hurt, che crea un perfetto Winston, triste, mingherlino e malaticcio. Nella parte di Julia Suzanna Hamilton, attrice britannica che in effetti ha avuto l'apice della sua carriera proprio con questo film. La fiamma ribelle del personaggio del libro, che risveglia i sensi e la voglia di reagire del demoralizzato Winston, a mio parere non è stata ben rappresentata da questa attrice: ci sarebbe voluta un'interprete che sapesse trasmettere il ribollire sotto l'aspetto conformista, e la Hamilton non ce l'ha fatta. Richard Burton, grande attore del tempo che fu (nonché alcolizzato a livelli suicidi e qui prossimo alla morte), interpretò assai bene O'Brien, il membro del partito intelligente ma cinico che tende la trappola ai due ribelli. Qualche abbozzo di "complicità omoerotica" tra Winston e O'Brien è stato aggiunto nel film, creando una delle poche licenze che si è concesso il regista; ma c'entra come i cavoli a merenda e se ne poteva fare a meno.

Ambienti e tecnologia sono vecchi, squallidi, e scassati quasi sempre, e comunque sempre pesantemente sovietici nello stile, creando un'atmosfera consonante con il mondo totalitario del libro. Il risultato finale è verboso e noioso, inevitabilmente. Se 1984 dovesse essere portato al cinema in una nuova versione, mi auguro che si trovi un regista disposto a osare, a staccarsi dalla trama originale per cercare di fare cinema ma senza tradire lo spirito della storia orwelliana... anche se per me questo resta il classico libro che non si presta a farne un film.



4 commenti:

Emanuele Manco ha detto...

Ottima analisi. Infatti ritengo che la migliore trasposizione cinematografica di 1984 sia Brazil di Terry Gilliam. :D

Bruno ha detto...

@ Emanuele: credo che metterla sul satirico e sull'assurdo fosse la sola cosa possibile con una storia tetra come questa. Gilliam è un genio, del resto.

Anonimo ha detto...

Non sapevo nemmeno esistessero questi 2 film, cercherò di rimediare al più presto.
Grazie.
Illoca

Bruno ha detto...

@ Illoca: A mio parere Brazil assolutamente da vedere, 1984, come avrai capito dal post, è un po' pesante... può non piacere.