E' roba vecchia di qualche mese e certo non l'ho intervistato io (sarebbe interessante, eh?).
La trovate qui, ed è in inglese (ovviamente).
Aspetti interessanti: la quinta domanda, ad esempio. Cosa ha inserito (o evitato di inserire) in modo da rendere il suo lavoro differente rispetto ai cliché del genere fantasy? Nella risposta di Rothfuss alcune cose mi hanno fatto sorridere e mi trovano molto d'accordo: non ci ha messo il nano con l'ascia e l'elfo con l'arco, l'eroe che deve salvare il mondo perché così ha detto una profezia, il "bene" contro il "male."
Un altro aspetto è quello del denaro. Il protagonista Kvothe (almeno nel primo libro) è poverissimo e deve fare continuamente i conti con il denaro, mentre non vedresti mai un personaggio di Tolkien parlare di soldi. Nel blog in cui appare l'intervista la cosa è attribuita al fatto che Tolkien era "alta società" e avrebbe trovato sconveniente la cosa. E' un po' ambiguo però se l'opinione è del blogger che ha intervistato Rothfuss o dello scrittore stesso. Però devo dire una cosa: pur amando Rothfuss, personalmente non è che voglia fargliene una colpa al buon Tolkien se, mentre vuol scrivere un poema epico, non ha l'estro di parlar di quattrini.
Nessun commento:
Posta un commento