Questo fumetto italiano l'ho scelto per l'aspetto accattivante del disegno e del colore, anche se non manca una qualche ingenuità e certe eccessive semplicità del dettaglio (secondo i miei gusti). M'è piaciuto anche per l'ambientazione, tra mari tropicali e isole lussureggianti. L'autore della sceneggiatura è Piero Fissore da un testo di Eugenio Corti (scrittore di area cattolica e veterano dell'ultima guerra), le matite sono di Elena Pianta e i colori di Pamela Brughera.
Il fumetto, intitolato L'Isola del Paradiso, narra le vicende degli ammutinati del Bounty e ne fa una parabola morale sui limiti dell'essere umano. Non ci sono toni da predica, per fortuna, ma una tragica successione di fatti: sospetti, lotte fratricide e odi proprio tra quegli uomini che, dopo essersi ribellati a un comandante crudele, avevano trovato rifugio in un paradiso terrestre dove sarebbe stato possibile coltivare fratellanza e libertà.
Infatti, mentre una parte degli ammutinati venne scoperta dagli Inglesi a Tahiti e arrestata (di essi alcuni si salvarono, altri morirono per varie cause, un paio vennero impiccati) un gruppo più piccolo si rifugiò nell'isola di Pitcairn, disabitata e quasi sconosciuta, proprio per scomparire dall'orizzonte di sua Maestà britannica. Questi ammutinati non vennero scoperti per moltissimo tempo. Essi erano accompagnati da un certo numero di Tahitiani, uomini e donne, e proprio i problemi di convivenza fecero cominciare il disastro in quello che doveva essere un paradiso di libertà.
Dopo una serie di vicende che potrete leggere in questo fumetto, ben pochi erano rimasti in vita in questa Isola del Paradiso.
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