(Nota: questo è il link al mio commento sul film omonimo)
Quando ho visto in libreria il libro della Newton Compton Editori a un prezzo convenientissimo non ho resistito alla tentazione. Il prezzo ridotto l'avevo interpretato come la mancanza di diritti da pagare, in quanto Robert Howard, l'autore dei racconti sullo spadaccino puritano Solomon Kane, si è sparato un colpo in testa oltre 70 anni fa, quindi sospettavo che il materiale fosse ormai di pubblico dominio; in realtà (la legge allora vigente era diversa) le cose non stanno così. Motivo in più per leggere questo libro, visto che l'uscita del film ne ha trascinato la stampa, ma la pellicola ha mancato le aspettative di botteghino (non è un capolavoro, ma a me non è spiaciuta) e gli attesi seguiti sono diventati a questo punto improbabili.
Il personaggio è ben riuscito a mio parere. Magari piuttosto unidimensionale (non diversamente dall'altro grande eroe Howardiano, Conan) però valido per colpire l'immaginazione del lettore. E' sostenuto dalla fantasia dello scrittore, che sa creare figure vivide, catturare la fantasia e invitare il lettore a immergersi nella narrazione. Solomon Kane mi ricorda l'eroe dei fumetti italiani Tex Willer, solo che la sua ricerca di torti da raddrizzare non è una professione come per il ranger di Bonelli, ma un vagare senza meta, un destino, quasi un tormento. Viene descritto come un uomo di ghiaccio, impassibile e implacabile, ma allo stesso tempo il male e l'ingiustizia gli mandano il sangue alla testa. L'analogia con Tex è rafforzata dalla presenza di "cattivi" eccezionali, e di misteriosi alleati (lo sciamano nero che lo aiuta con la magia).
Il contenuto è disuguale. Ci sono dei poemi e dei frammenti, su cui mi astengo di proporre un giudizio, e delle storie brevi, alcune delle quali molto azzeccate; meno riuscite forse quelle più lunghe. Le vicende di Kane spaziano per i più diversi palcoscenici e tra questi una parte importante la ricopre l'Africa. Purtroppo qui l'autore, forse anche per via dei gusti dei tempi, ci propone un'Africa di cartapesta, come se fosse una regione sconosciuta su cui si può inventare tutto. Perciò vi compaiono misteriosi regni con tanto di castelli, civiltà morenti che traggono origine dall'antichissima Atlantide, il tutto non di rado condito con un razzismo piuttosto fastidioso nei confronti dei neri. Un esempio è La Luna dei Teschi, racconto che ho trovato deludente e debole nel finale. Magari qualcuno non sarà affatto infastidito da quest'Africa di cartone, per me invece è un difetto abbastanza vistoso. Ovvio che bisogna considerare che il materiale è datato.
I personaggi femminili (vedasi ad esempio Le Lame della Fratellanza) sono come voleva un certo cliché dell'epoca, vittime tremebonde e terrorizzate, simboli di purezza che l'eroe deve preservare dalla lurida lussuria e dalla violenza dei "cattivi". Non amo le eroine ammazzasette di oggi (le famose Modelle con lo Spadone, o con un'arma da fuoco a seconda dell'ambientazione...) ma decisamente andiamo nello stantio. Si potrebbe controbattere che in Conan molti elementi sono simili e tra essi l'immagine della donna. Però Conan si smarca dalla realtà e vive in un mondo del tutto fantastico, e per questo il risultato finale è molto meno stridente. Solomon Kane con il suo mondo fantasy inserito a cavallo del '700 o in un'Africa completamente inventata, e con i suoi cliché datati lo trovo a volte debole.
Giudizio finale: Howard scrive bene, ci sono alcuni racconti validi, ma Solomon Kane va contestualizzato nell'epoca in cui fu scritto per poterlo leggere, molto più di altre opere del periodo.
2 commenti:
Nonostante la mia opinione sul film, una mezza idea di comprare il la raccolta, l'avevo avuta...
Ora mi hai fatto venire voglia di comprarli questi racconti!
A questo prezzo non posso tirarmi indietro :)
@ Norys Lintas: con l'avviso che qualche racconto probabilmente lo sfoglierai velocemente perché t'avrà scocciato, penso che il libro sia da provare.
Posta un commento