mercoledì 18 agosto 2010

Anche i Supereroi non sono più quelli di una volta

Nel Corriere della Sera del 17 agosto c'è una pagina intera dedicata al cambiamento dei supereroi negli ultimi tempi. Interessante, anche se penso che ce l'abbiano messa solo perché ad agosto non sanno cosa pubblicare; comunque il tema è il "peggioramento" dei modelli che i supereroi propongono.

Egoisti e vendicativi, dice il titolo. Non ci sono più supereroi con un lato umano, i "bonaccioni mascherati" sono stati sostituiti da dei paladini del Male. Proprio così. Egoisti, maneschi, maschilisti. Esempio che vale per tutti: il "capitalista" e "reazionario" Iron Man.

A parte il fatto che c'è una certa confusione tra supereroi e altri protagonisti del cinema e dei fumetti, la trattazione mi pare completamente fuori bersaglio. E' vero che la violenza si fa sempre più pervasiva ed esplicita, ma questa non è una caratteristica dei supereroi (che siano su carta o sullo schermo), è una tendenza di tutto il mondo dell'intrattenimento, tendenza che io personalmente reputo negativa come ho già scritto in passato. Se i superuomini di un tempo erano molto legati a valori tradizionali e a eterne fidanzate cui erano fedelissimi (o anche a ragazze desiderate ma a cui non trovavano il coraggio di dichiararsi) va tenuto anche in considerazione che nel periodo largo circa a cavallo della Seconda Guerra Mondiale (quando i personaggi classici hanno cominciato a muovere i primi passi) c'erano determinati limiti in quello che si poteva mostrare o non mostrare, soprattutto in prodotti di intrattenimento destinati a un pubblico giovane; questo era particolarmente vero nel mondo del fumetto, e in parte ovviamente è vero ancora oggi, nonostante tutto.

Pertanto se uno vuol fare una considerazione specifica sui supereroi dovrebbe vedere se i loro valori si sono evoluti in maniera diversa dalla normale evoluzione del costume. E bisogna considerare anche il fatto che certi cliché erano diventati improponibili; questi personaggi sono stati resi più problematici anche perché non si sapeva più cosa fargli fare o dire, quali nemici dai poteri quasi impossibili opporgli, vista la loro potenza.

Circa l'immoralità di un personaggio come Tony Stark (Iron Man), chi lo conosce veramente sa che è un personaggio fondamentalmente positivo, per quanto molto particolare (il fatto che poi venga condannato perché è "capitalista" e "reazionario" mostra un punto di vista con cui si può anche fare i conti, ma non è certo un punto di vista generico bensì uno molto politicamente determinato). Dal momento che Stark si pone il problema del fatto che le proprie industrie producano armi, e che si batte contro i cattivi, non vedo proprio, comunque, come possa essere considerato un "paladino del Male".

Altri personaggi hanno avuto un'evoluzione che ha lasciato il segno. Il Batman del cinema recente e quello disegnato da Frank Miller sono molto diversi dal Batman dei telefilm anni '60, quelli in cui quando si tirava un cazzotto compariva la scritta POW! gialla su tutto lo schermo. Tuttavia c'è anche da dire che siamo in un mondo in cui le cose si capiscono prima e anche i ragazzi più giovani non si accontenterebbero delle storie di 50 anni fa.

Oggi abbiamo personaggi più a tutto tondo e più realistici come personalità, anche se ovviamente le loro storie sono sempre eccezionali. Presi dai fatti loro e dai loro problemi, intenti a vendicarsi di qualche torto personalmente subito, ma non per questo si può dire, in genere, che "non gliene importa nulla di salvare il mondo" come fa l'articolo. Quanto al fatto che siano diseducativi per i ragazzi come esempio da seguire, posso solo dire per rimembranza personale che gli esempi stucchevolmente buoni non sono comunque efficaci, e peraltro ho qualche dubbio che un supereroe debba avere questa funzione.

Possono essere intrattenimento più o meno buono, possono avere un valore anche culturale (e questo lo ammetto a stento, avendoli considerati poco più di una buffonata per tanto tempo) o darci delle storie non prive di qualità, ma dubito che personaggi con i "superpoteri" o comunque così speciali abbiano il compito di fornire l'esempio per chi deve imparare a cavarsela nel mondo reale, con le proprie forze e le proprie debolezze, di cui deve cominciare a farsi un'idea. E' un po' lo stesso motivo per cui mi lascia indifferente chi sta a vivisezionare Harry Potter per scoprire quali valori trasmette. L'intrattenimento non deve per forza trasmettere valori e non è detto che un giovane debba trangugiarne dalla mattina alla sera (con la società che abbiamo, a cosa servirebbe del resto far ingollare continuamente messaggi positivi?). Per il semplice fatto che ha un dono incredibile e un destino particolare fin dalla nascita (due caratteristiche che lo mettono irrimediabilmente sopra tutti i "babbani" senza che abbia fatto nulla per meritarlo) qualsiasi tentativo di dare un valore educativo al noioso maghetto è zoppo fin dalla partenza, e lo stesso più o meno si può dire dei supereroi.

In conclusione, l'articolo del Corriere mi sembra assai discutibile.

6 commenti:

Norys Lintas ha detto...

Quello che riferisci tu è purtroppo il risultato della fama che i fumetti (di qualsiasi nazionalità) si portano appresso da tanti anni, ovvero intrattenimento di serie b, indirizzato solo a bambini o ragazzi.
Gli ambienti "intellettuali" e la carta stampata cosidetta di "cultura", sono colpevoli ugualmente, del perpetuarsi di questa errata convinzione, purtroppo aggiornarsi sulle nuove tendenze e sui nuovi (ma neanche tanto) fenomeni culturali è troppo faticoso...

Molti fumetti, comics, manga,manwa (e chi più ne ha più ne metta) raccontano storie, personaggi in maniera più particolareggiata e complessa di molti libri pubblicati e che verranno pubblicati e questo a me non può che far piacere :)
La vera questione dietro è questa:
Se uno afferma di leggere fumetti, parte della società già citata, storce il naso e ti addita come sfigato, peccato però che non siano loro a decidere quale passatempo sia giusto o sbagliato e a dir la verità nessun può farlo; da qualche anno a questa parte invece si usa il trucchetto delle graphic novel (novelle grafiche), ovvero si afferma che si leggono Graphic Novel e tutti applaudono al miracolo! Giornali "impegnati" parlano delle graphic novel, che parlano del "canguro speciale che attraversa il deserto per portare in salvo una bambina che si era rotta la caviglia" (non esiste l'ho inventata io, pagatemi i diritti :D), disegnato "Magistralmente" dal disegnatore del vattelapescastan e sceneggiato da suo cugino uscito di galera, che tramite questa storia hanno voluto lasciare un "messaggio" forte.

Ecco siamo arrivati al fattore "messaggio" nascosto nella storia, quello di cui laureati si scervellano ore, per trovare ogni piccola sfumatura e ogni piccola citazione, allora sapete che vi dico io? Non mi interessano tutti questi dettagli, voglio solo leggere una storia bella, può essere raccontata a voce alta, scritta o disegnata, su un fumetto, un rotolo di carta igienica, un libro, lastre di pietra, questo è chiedere troppo?
Secondo me la comune morale, i valori comuni, gli stereotipi e gli archetipi, tutti questi elementi devono essere amalgamati correttamente, niente è corretto, nulla è sbagliato e non è vero che la verità sta nel mezzo...
Ogni storia è intrattenimento, non è un messaggio, sta a noi decidere se lo è, del resto siamo stati dotati di libero arbitrio :P

Bruno ha detto...

In verità l'articolo in questione era su un altro argomento, cioè sull'evoluzione (involuzione) di una categoria particolare di personaggi, i supereroi, e non era intellettualistico ma anzi esaltava l'ingenua bonarietà delle storie di una volta; tuttavia sul fatto che oggi se anziché dire fumetto dici "graphic novel" fa subito molto più chic ci ho fatto parecchie risate anch'io...

Norys Lintas ha detto...

Vedi, questo è proprio l'esempio del sottovalutare le opere solo perché grafiche ^^, un tempo le storie erano bacchettone e introverse (ed andavano bene per loro, oggi non possono essere estroverse.

Oramai si fanno graphic novel su tutto e tutti (basti pensare ai cantanti o agli sportivi), una cosa impensabile un tempo :P

Bruno ha detto...

Uh! Finalmente ho trovato il link alla pagina del Corriere, così chi vuol vedere a cosa mi stavo riferendo finalmente può farlo:

http://www.corriere.it/cultura/10_agosto_16/supereroi-violenza-egoismo-dipasqua_618b9b58-a917-11df-b3a8-00144f02aabe.shtml

Norys Lintas ha detto...

Ho letto l'articolo proprio ora e trovo che sia del tutto opinabile.
Mi dispiace per i ricercatori e per la giornalista, ma non sono d'accordo con quello che hanno descritto, non credo che i fumetti (o qualunque altra opera) debbano essere "educativi", né che gli eroi moderni debbano essere per forza dei "bacchettoni" come quelli dell'epoca bellica e post bellica.
Eroi si,idioti no...

Bruno ha detto...

Anche Repubblica entra in argomento:
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/08/21/news/supereroi_di_oggi_violenti_ed_egoisti_se_iron_man_pi_cattivo_di_superman-6317996/?ref=HRERO-1

Solo che lo fa in maniera più elaborata perché ci sono già delle considerazioni di altri ospiti (evidentemente hanno parlato più tardi di questa ricerca sul tema perché volevano presentarla con delle riflessioni)... e tra ciò che dicono ci sono alcune argomentazioni non molto differenti da ciò che abbiamo detto qui...