venerdì 6 febbraio 2009
The Alchemy of Stone, una passione a molla
Un libro bizzarro che mi aveva incuriosito, ho finito per non poter fare a meno di leggerlo. The Alchemy of Stone è la terza opera di Ekaterina Sedia, scrittrice russa che pubblica in inglese.
Lo hanno definito un libro New Weird (genere la cui definizione è abbastanza complessa), a me sembra che il sapore dell'ambientazione sia certamente anche Steampunk, perché vi si fa molto uso di una tecnologia strana, antiquata ma dai risultati prodigiosi, funzionante a vapore e vittoriana, ma comunque potentissima: una tecnologia che diventa elemento fantastico, e non di fantascienza.
The Alchemy of Stone ha come protagonista una macchina, Mattie, un automa emancipato, e uno dei temi portanti del libro è: cosa vuol dire essere non umani ma avere dei sentimenti e dei desideri. Mattie ha cominciato la sua esistenza come domestica, ma con la capacità di pensare; il suo padrone le ha dovuto lasciare uno scampolo di libertà concedendole di abbracciare una professione (quella di alchimista, e questo particolare sarà importante). Mattie vive in un appartamentino sopra una farmacia, cui vende le proprie pozioni e ricette per guadagnarsi da vivere. E' ancora alle prese con la difficoltà di essere accettata e di imparare a muoversi in società, ovvero con gli esseri umani. Esistono automi dalla volontà limitata, senza mente: ma Mattie non si identifica con loro, sebbene in un certo senso quella sia la sua razza.
L'indipendenza di Mattie è molto relativa, perché si tratta pur sempre di un automa che deve essere ricaricato come un burattino a molla (elemento decisamente fiabesco del libro) e la chiave adatta all'opera ce l'ha soltanto il suo creatore, Loharri.
Questo Loharri fa parte dei Tecnici (mia traduzione approssimativa della parola mechanic), presto scopriamo che si tratta di una casta molto potente. Praticamente la grande città in cui è ambientata la storia è adesso governata da loro.
Mentre i Tecnici in genere sono dei tipi piuttosto rigidi, un po' lo stereotipo dell'ingegnere, questo Loharri è un tipo malinconico, bizzarro e triste, dal volto sfregiato. E' un po' estraneo all'ambiente cui appartiene anche se in effetti sembra molto influente. Ha un'amante che cerca di manipolarlo, Iolanda, e la stessa Mattie tende a distaccarsi sempre di più dalle sue morbose attenzioni e desidera avere la propria chiave per poter vivere davvero libera. Lui è molto indulgente (anche se scopriremo che non è uno stupido) ma la chiave non è proprio disposto a cederla.
Qualcosa sull'origine oscura di Loharri la conoscono delle creature silenziose e timide, i Gargoyle; sono esseri di pietra che hanno fatto molto per la città, poiché hanno la capacità di fare assumere alla pietra la forma di palazzi. Ma la scienza dei Tecnici ha fatto passi da gigante e i Gargoyle se ne stanno solitari, malinconici sui tetti dei gloriosi palazzi che hanno cresciuto, esseri antichi e rispettati ma ormai quasi inutili. I Monaci della Pietra si occupano dei Gargoyle per tradizione, ma ormai si tratta di istituzioni dimenticate. Piano piano i Gargoyle stanno scomparendo, la roccia, che è la loro natura, prende il sopravvento ed essi rimangono pietrificati, immobili: muoiono così, e ormai sono rimasti in pochi. Andranno a chiedere l'aiuto di Mattie, chiedendole di trovare un rimedio. La nostra alchimista a molla prova empatia per queste creature senz'anima come lei, e spera di poterle aiutare.
Un altro dei temi portanti è la politica. I Tecnici hanno creato una industrializzazione dalle forme bizzarre ma altrettanto spietata di quella del nostro mondo. Le macchine prevalgono, gli uomini sono scacciati dalle fattorie e costretti a lavorare nelle miniere: esseri umani vengono mostruosamente modificati per renderli più adatti al lavoro che debbono compiere. Dappertutto ci sono miniere di metallo e carbone, e sembra che questo sviluppo non si debba fermare. Una minacciosa polizia munita di brillanti corazze, veicoli e armi da fuoco assicura l'ordine. Esistono però gli oppositori, che hanno dei forti alleati negli Alchimisti, possessori di una scienza un po' fantasiosa e magica, che per esempio crea profumi che sanno di rimpianto, e omuncoli capaci di dominare una persona tramite un elemento legante che le appartenga. Alchimisti e Tecnici hanno una visone politica contrastante e un atteggiamento esistenziale opposto. Il fatto che Mattie sia un'alchimista ovviamente fa nascere un contrasto con il suo creatore.
Una terza forza, che ha mantenuto per molto tempo l'equilibrio impedendo che le differenti visioni del mondo venissero alle mani, sta svanendo. E' la nobiltà, il Duca e i suoi cortigiani (di cui fa parte Iolanda, l'amante di Loharri). Ma il Duca non potrà far molto nell'epoca di disordini che si sta annunciando. Una parte dei suoi cortigiani, come gli annoiati nobili russi di prima del comunismo, amano pescare nel torbido e atteggiarsi a rivoluzionari.
Come ulteriore elemento magico abbiamo il Fumigatore di Anime (mia personalissima traduzione di Soul-Smoker) che ospita dentro di sé gli spiriti dei condannati a morte e i fantasmi che debbono essere scacciati dalle case che infestano. E' un mestiere ingrato, tenersi dentro centinaia di individualità che vogliono ancora parlare, conoscere e relazionarsi. E il Fumigatore è temuto come uno spauracchio, perché un uomo che gli si avvicini troppo potrebbe improvvisamente morire, se la sua anima venisse attirata dalla compagnia e decidesse di sfuggirgli. Mattie dovrà cercare un colloquio con un'alchimista che in precedenza aveva studiato il problema dei Gargoyle (e ora la sua anima è nel corpo del Fumigatore). La nostra fanciulla meccanica non teme nulla (non ce l'ha, un'anima da perdere, no?) ma da questo contatto le verranno un sacco di guai.
Questa è davvero una fantasmagorica ambientazione, come vedete. Ed è solo l'inizio. Cosa scoprirà nelle sue ambiziose opere di alchimia la nostra Mattie? Potrà aiutare i Gargoyle? Avrà la sua parte nei rivolgimenti politici che stanno cominciando? Tra le tante persone che incontrerà nel suo cammino, ci sarà qualcuno che la accetterà e che le sarà veramente amico? qualcuno che dimenticherà che è una macchina e la amerà? Cosa sarà del rapporto con Loharri, il suo dispotico creatore che si trova su un campo politico opposto e la tiene ancora sotto scacco, perché ha la sua chiave sempre con sé?
La storia procede tra il malinconico e speranzoso agire di Mattie e il racconto corale dei Gargoyle. L'autrice usa uno stile molto descrittivo e introspettivo, che dà al libro un qualcosa di triste, solenne, tragico.
La trama delinea le vicende di un mondo complicato anche se gli elementi periferici vengono esplorati con un dettaglio più scarno; non manca di ingenuità o di eccessive semplificazioni a mio parere, nella maniera in cui Mattie si trova sempre al centro delle cose e delle situazioni, e nella facilità con cui riesce ad accedere a persone, scoperte, e così via. Non sto dicendo che questo debba per forza rovinare la lettura, di solito questo tipo di particolari mi saltano all'occhio e li evidenzio anche se, come in questo caso, non mi tolgono necessariamente il gusto di leggere un libro. Vista l'atmosfera fiabesca della storia potrebbero essere irrilevanti.
In effetti ho divorato The Alchemy of Stone in pochi giorni, e devo dire che oltre alla facciata del mondo stranissimo che ci presenta, la trama ha sostanza e forza evocativa: una favola complicata che dà parecchio da pensare.
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2 commenti:
Mi hai davvero incuriosito con questo libro!
Lo terrò in considerazione per il prossimo carico di libri :)
A mio modesto parere merita una lettura, che si amino questi scrittori dalla stravaganza obbligata o meno.
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