Volevo capire qualcosa su questo recente film dove una premessa fantascientifica si incrocia con l'horror. Film di cui s'è parlato parecchio, anche per l'aspettativa che Demi Moore agguantasse l'oscar, impresa che poi non è riuscita. The Substance si accoda a diversi film recenti (per citare un paio di cui ho parlato: The Neon Demon, La Abuela) dove il tema conduttore è la giovinezza, la bellezza, il suo valore "assoluto," l'ossessione per le persone. E soprattutto le donne. Parliamone un secondo, con qualche anticipazione della trama, ma solo relativamente alla prima parte di questa lunga pellicola.
La Moore impersona Elisabeth Sparkle, un'attrice sul viale del tramonto, imprigionata in questo sistema di disvalori. Sistema al quale peraltro aderisce lei stessa acriticamente, lo vediamo nella scena in cui tratta decisamente male un vecchio compagno di scuola che incontra per caso.
All'inizio vediamo la "stella" di Elisabeth Sparkle, dapprima inserita nel "walk of fame" di Hollywood, poi sbiadita, crepata, coperta da rifiuti e dalla pioggia. Lei è ancora in attività: ma dopo aver condotto un programma di fitness ascolta per caso un produttore (interpretato da Dennis Quaid) che parla male di lei al telefono, la definisce ormai finita, in termini irridenti. Lo stesso, a pranzo con Elisabeth, ci viene mostrato mentre mangia in modo da fare schifo e si comporta da cafone. Insomma siamo nella parabola discendente di questa diva, e la questione ci viene sottolineata diverse volte col pennarello rosso.
Casualmente, Elisabeth viene a sapere che esiste una misteriosa procedura, presumibilmente clandestina, che può permetterle di creare una versione più giovane di se stessa. Bisogna utilizzare una specie di siero, e poi Elisabeth potrà generare la "versione migliore di sé". Ovviamente lo fa, e così viene a esistere Sue, interpretata da Margaret Qualley. La Qualley, figlia dell'attrice Andie MacDowell, è ormai una celebrità, probabilmente l'avete già vista in C'era una volta a Hollywood.
Difficile capire come, dopo una semplice iniezione, da una donna di corporatura normale ne esca una seconda di corporatura più o meno identica, ma non sottilizziamo. Sue si lancia in carriera, e prende subito il posto di Elisabeth nel programma di fitness da cui la più anziana versione è stata licenziata. Tutto potrebbe andare per il meglio, se si seguirà con precisione una procedura che impone dopo ogni settimana uno scambio di ruoli: una delle due cade in un sonno simile al coma, l'altra vive.
Ovviamente le cose non sono così facili. Ci saranno guai. Preparatevi a un'alluvione di sangue, vomito, sconcezze, deformità e via dicendo. Ora, è chiaro che il film propone il contrasto tra i corpi giovani e belli e quelli vecchi e deformi; il mondo cinico dello spettacolo, e via dicendo. La Moore coraggiosamente espone al pubblico un corpo che non è più quello perfetto di una volta (e poi il trucco lo renderà ancor più un disastro). I corpi della Qualley e delle altre ballerine vengono scrutati dall'occhio della telecamera in inquadrature decisamente esplicite - il "male gaze," avete presente? Messaggi chiari, fin troppo, alcune scene di sicuro effetto, satira onnipresente anche se talvolta scontata.
Il film ha avuto successo di critica e di pubblico, quindi certamente mi farò tirare addosso le pietre se dico che qualcosa non va. Ma è così, e la responsabilità cade sulla regista e sceneggiatrice Coralie Fargeat. La storia è assurda fin dall'inizio, perché la premessa è fallace. Lasciamo pure perdere i guai splatterosi e trucidi che vengono dopo, ma perché Elisabeth avrebbe dovuto creare il suo doppio? La cosa non ha senso e non sono l'unico ad essersene accorto. Sue non salva Elisabeth dal viale del tramonto, al contrario. E non è un "suo" nuovo" e fresco profilo pubblico. Perché? Semplicemente perché non è la stessa persona, non ne condivide l'aspetto fisico, i ricordi e la mente, le porta semplicemente via metà del tempo che le rimane da vivere in cambio di... niente. Presto Elisabeth la vede semplicemente come quella che le ha portato via lo spettacolo di cui era protagonista. A parte qualche sensazione di orgoglio per il fatto che le abilità del doppione sono certamente generate dall'originale, per Elisabeth non c'è niente da guadagnare e tutto da perdere.
Non sono rimasto comunque indifferente a The Substance, e alcune scene efficaci mi hanno certamente fatto pensare, ma la storia nell'insieme, per me, non gira.
E qui chiudo la parte senza anticipazioni. Se dovete ancora vedere The Substance, al momento si può noleggiare su Chili per pochi euro, o su Amazon Prime entrando in uno dei sub-canali a pagamento. Di seguito invece, per chi avesse già visto il film, un paio di SPOILER.
L'assurdità della storia risalta in un paio di occasioni. La prima, quando Elisabeth chiama la misteriosa organizzazione che le ha procurato la sostanza, dopo che ha cominciato a subirne gli effetti nocivi per colpa di Sue che le ruba più tempo di quanto le spetterebbe. A Elisabeth viene offerto di "terminare" l'esperienza, ma non lo fa. Il corpo le sta decadendo in una schifezza per via del comportamento scorretto di Sue, e lei non fa niente?
Successivamente, quando Elisabeth cambia idea e cerca di terminare Sue, non ha il coraggio di portare a termine l'atto, e per ringraziamento Sue l'ammazza di botte, in una scena grandguignolesca e sanguinosa. Ma Sue è istruita sul funzionamento della misteriosa sostanza; sa benissimo di essere legata a Elisabeth a filo doppio. E infatti ucciderla rovinerà anche lei.
Non sono uno che va a caccia dell'errore a tutti i costi, e immagino che di fronte al valore di questo film, almeno come percepito dai più, le mie sembreranno pignolerie. Ma se mi salta all'occhio che una trama scricchiola così malamente, non ci posso fare niente: faccio fatica a seguire il film, e certo ne avrò un'ottima opinione.
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