Un film horror britannico di discreto successo, The Descent (2005) ci porta in un inferno sotterraneo fatto di buio, cunicoli stretti, acqua, passaggi scivolosi e infidi. Insomma è uno di quei film che, prima o poi, devo vedere (in questo caso ho atteso per parecchio tempo, mi ha convinto la recensione di Mirco Tondi).
Al comando dell'opera è il regista (inglese) Neil Marshall, che aveva già diretto un horror di successo (Dog Soldiers) e in seguito avrebbe girato Hellboy, ma quello del 2019, non quello del 2004.
La storia, che è ambientata negli USA, è piuttosto semplice: alcune donne, appassionate di sport avventurosi, decidono di incontrarsi per una discesa in un sistema di grotte. Una di esse, Sarah, ha subìto un grave lutto (la perdita di marito e figlia in un incidente stradale). La vicinanza nella tragedia, o il non esserle state abbastanza vicine, è uno dei moventi delle altre donne per questa riunione.
Da qui inizia la parte del post con poche anticipazioni. La prima mezz'ora, come spesso in film di questo genere, serve a presentarci i personaggi delle sei donne. Infatti, quando dovremo vedere tante brutte cose che succedono a personaggi a cui, si spera, ci siamo affezionati un minimo, abbiamo delle scene iniziali molto cliché in cui tali presentazioni vengono fatte. Sembra che i registi siano rassegnati a doverci fare le presentazioni con spezzoni di noia mortale. In The Descent le cose si vivacizzano un po' per il terribile incidente stradale, ma a mio parere, anche qui, la noia è assicurata.
Quando finalmente andiamo nel sottosuolo, per fortuna le cose cambiano e si capisce perché il film ha avuto successo. Cunicoli, buio, acqua, pericolo, e parecchia claustrofobia: sono ingredienti che su me hanno sempre un certo effetto, e ne abbiamo in abbondanza. Ci sono ovviamente delle vittime. La fotografia del film è eccellente: immagini con ottima definizione, contrasti tra luci e ombre, c'è molta oscurità ma si capisce cosa succede nelle scene.
Quindi un horror coi suoi ingredienti giocati abbastanza bene, magari delle debolezze logiche (ma non sarà né il primo né l'ultimo film di questo tipo ad averne), comunque avvincente e drammatico. Nulla che cambierà il genere, ad ogni modo, anche se il fatto di avere delle protagoniste solo donne è stato applaudito come un elemento di rottura (ma lo è davvero?).
Passando agli SPOILER, cosa possiamo dire di più? Una frana intrappola le donne sottoterra, questo è il motivo per cui devono cercare un'uscita. In più, per una leggerezza (idiota) di una di loro, sono finite in un sistema di grotte mai del tutto esplorato. The Descent crea, oltre al pericolo, anche situazioni di contrasto tra le donne che si trovano intrappolate: non so se l'elemento sia presentato bene, forse è un po' forzato, comunque aggiunge tensione alla storia.
Una parte che mi sento di criticare è la presenza di una tribù di ominidi pallidissimi e ciechi (nonostante abbiano gli occhi) a fare la parte dei mostri. Non potendo vedere, devono basarsi sui suoni per percepire l'ambiente che li circonda, e danno la caccia alle donne, che comunque ne elimineranno diversi. Il loro scopo è divorarle per nutrirsi. Nelle grotte ci sono ossa di animali in grande quantità, segno che gli ominidi si procurano della cacciagione all'aperto e la consumano nel sottosuolo. Quindi, ragionano le donne notando la cosa, deve esistere un'uscita per forza.
Ok, ma se esiste l'uscita, perché questi ominidi si son cacciati nelle grotte dove hanno perso la vista? E come hanno fatto i loro occhi ad atrofizzarsi, se escono di continuo per andare a caccia? Perché il loro olfatto non funziona? E perché non sentono il calore delle torce accese a pochissima distanza da loro, passando in certi casi accanto alle protagoniste? Confesso che queste sono cose che un certo fastidio me lo hanno dato; ma, come dicevo prima, bisogna accettare le debolezze logiche, accettare che un "mostro" i produttori ce lo dovessero mettere, e godersi l'azione.
Giudizio finale: tutto sommato godibile.
4 commenti:
Se si comincia a riflettere sui film horror, la prima domanda che ci si pone è perché se si può fare una sciocchezza, la si commette. E The descent non ne è esente: anche se si è esperti, nessuna discesa la si prende mai sottogamba, si programma tutto con cura, per evitare guai il più possibile. Poi c'è sempre qualcosa che può andare storto, ma se si fanno le sciocchezze di inizio film, certe cose ce le si va a cercare.
Ci si domanda poi se i registi lo fanno apposta a non rendere simpatici i personaggi, così che alla fine ci si trova quasi a parteggiare per il mostro o perché facciano una brutta fine.
Quello che mi ha fatto dare un voto positivo a The descent, oltre alla bella fotografia e la riuscita delle atmosfere, è che mi ha tenuto davanti allo schermo per farmi vedere come finiva: diversi film horror degli ultimi che ho visto o mi facevo propendere per guardare altro, oppure mi addormentavo. E se un film horror fa addormentare, non è una cosa positiva.
Sulle sciocchezze evitabili, il classico è il personaggio che scende nella cantina buia da cui magari ha sentito provenire un rumore, o che comunque si fa così facilmente ammazzare... Alla fine certe assurdità un po' te le aspetti e le tolleri. È vero, anche se un paio di cose di questo film mi hanno dato fastidio.
Hai anticipato il prossimo film horror che ho visto :)
Eh, appunto...
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