Ancora una volta un film horror importante ci arriva dall'oriente, e questa volta è il cinema di Taiwan che si segnala (anche se il regista è un canadese). Sto parlando di The Sadness, una storia apocalittica incentrata su una pandemia catastroficamente distruttiva, un po' come nel libro Autostrada Gialla, di cui sono co-autore. Il film non è forse un capolavoro, come elementi narrativi, tuttavia si è segnalato per essere particolarmente scioccante.
La storia è questa: un mattino qualunque, un ragazzo e la sua fidanzata si separano, lei per andare al lavoro, lui, che sembra non avere una occupazione fissa, per svolgere alcune faccende. Ma la giornata comincia a volgere subito per il peggio. Lui vede una scena di violenza per strada, poi si rende conto che c'è un'emergenza misteriosa. Gente che aggredisce improvvisamente il prossimo, magari ridacchiando e divertendosi, sbudellamenti per la strada, eccetera. Il nostro eroe cerca al telefono la fidanzata che, in un vagone della metropolitana, deve misurarsi con la sua razione di guai.
Lui cercherà di trovarla e soccorrerla: il regista usa le traversie dei due per mostrare quello che sta accadendo. Della pandemia, dovuta a un virus apparentemente innocuo ma con varianti che creano effetti simili a quelli della rabbia, abbiamo scarse informazioni all'inizio, e non ne sapremo molto più in seguito. La malattia si manifesta con delle scene di aggressioni improvvise, ma la storia si sviluppa in una maniera non graduale: subito dopo gli episodi isolati del mattino, il protagonista si accorge che la TV trasmette uno schermo fisso con l'annuncio dell'emergenza, e per strada è un macello. Nel film, che sostanzialmente si sviluppa in una sola giornata, manca di una prospettiva sul futuro, anche se, dall'unica trasmissione del governo che vediamo, possiamo trarre pessimi auspici.
Gli infetti hanno un crollo dei freni inibitori. Talvolta sono aggressivi, o sfogano senza freno gli istinti sessuali, a volte sono autolesionisti, a volte cannibali. Sono creativi nelle malvagità che si inventano, e pare che si divertano tantissimo. Spesso operano in gruppi sghignazzanti, il che permette al regista di creare delle scene da orgia infernale.
Come avrete intuito, stavolta il contenuto è veramente forte, anche perché gli infetti non perdono l'intelletto e la parola. Alcune scene davvero forti portano questo film, presumibilmente, in pieno territorio del "vietato ai minori." A me l'idea sembra sviluppata in maniera efficace, ma non mi sembra una pensata originale o geniale perché, come sviluppo, era abbastanza ovvio, visto che zombie e infetti sono stati raccontati centinaia di volte e ormai tante idee sono già state sfruttate, mancava solo questa. È anche ovvio che un film realizzato secondo certe linee e certi eccessi allontana una parte del pubblico, anche se magari ne attirerà un'altra.
Non manca qualche elemento di critica o satira sociale: la ragazza sovrappeso e brutta che, una volta infetta e in procinto di ammazzare un uomo mentre altri infetti lo tengono fermo, osserva che non aveva mai avuto amici, in passato, forse perché non aveva cercato quelli giusti. O la protagonista femminile che, senza essere infetta, a un certo punto spiaccica la testa a un medico usando un estintore. Ok, aveva dei motivi per farlo, ma la scena è particolarmente cruda e insistita.
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5 commenti:
Uno spin-off di Crossed scritto da un quindicenne. Purtroppo non sono riuscita a farmelo piacere; al di là dell'innegabile valore splatter, punta troppo su un'unica scena davvero disgustosa e scioccante, il resto sembra quasi lì a mo' di checklist dello schifo. Onestamente, non capisco tutta l'esaltazione che ha scatenato tra gli appassionati.
Per quanto riguarda lo sviluppo dell'ambientazione e della trama, ho manifestato in effetti le mie perplessità. Non posso certo darti torto. Potrei aggiungere un'altra cosa che ho omesso nel post: non è che i personaggi abbiano uno sviluppo o qualcosa che li faccia sembrare particolarmente interessanti. Inoltre, spoiler, non c'è qualche impresa eroica con il lieto fine a farceli piacere di più: il finale è del tutto negativo, vengono entrambi contagiati.
Però devo dire che il film ha un certo effetto, magari per i motivi sbagliati. Tra immagini di nudo, sesso, l'ammazzamento di un neonato (chiaramente è fuori campo), le parolacce e le oscenità, questa "checklist dello schifo" non mi ha lasciato indifferente, e non me l'aspettavo da un film dell'estremo oriente (sbagliavo). Ma è chiaro, come ho anche scritto nel post, nulla di geniale in questa fiera degli eccessi.
Da come l'hai raccontato, sotto certi aspetti mi ha ricordato La notte del giudizio.
Ho una vaga idea di quello che La Notte del Giudizio tratta, anche se non l'ho visto. Penso ci siano delle somiglianze, ma immagino che The Sadness si sia spinto più in là, ci sono sequenze volutamente oscene, scene di sesso (quasi) esplicito, un film USA di solito si astiene...
No, così esplicite no: è l'idea della violenza senza freni che è simile, anche se le origini sono differenti.
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