venerdì 27 dicembre 2019

The Witcher, la mia opinione

Questa serie era attesa, evidentemente. Non solo da me e dagli amanti del fantasy scritto da Andrzej Sapkowski. E deve aver deluso un sacco di gente visto i commenti parecchio critici e talvolta sarcastici che girano in rete. The Witcher è stato recensito da The Independent come un tentativo "dolorosamente trasparente" di riempire il vuoto lasciato dal Trono di Spade con un'altra massiccia dose di "sangue e tette." In vari commenti letti in rete l'ho visto definire noioso, ridicolo, male organizzato nelle scene, ecc... molto esagerati ma in alcuni casi hanno ragione. The Guardian si limita a propinarci (da parte di un'articolista che sembra aver visto solo il primo episodio) una stroncatura tagliente che mi lascia perplesso... Perché il mago che incarica Geralt di uccidere Renfri sarebbe un Incel dalla "mascolinità tossica," per esempio? Ma andiamo con ordine...


La storia di The Witcher segue la trama dei libri, che a dire il vero non ricordo benissimo, ma i punti fondamentali ci sono. Si prende tutto il tempo necessario, per cui ritengo che se il successo di pubblico continuerà ad arridere la vedremo per diversi anni. Al momento posso dire che la serie mi piace, ma mi domando se dovrò continuare a vedere sullo schermo la trasposizione esatta di quello che ho letto. Che senso ha? Non potevano inventarsi una trama parallela o relativa a un periodo differente, come spesso avviene in trasposizioni di questo tipo? Vedi Dark Crystal, The Man in the High Castle, la prossima serie tolkieniana di Amazon, ecc... Aggiungiamoci il fatto che la saga di Sapkowski mantiene il maggior interesse e la tensione nei primi libri, poi (secondo me) diventa meno interessante: altro motivo per non seguirla pedissequamente. Vedremo cosa succederà.

Per me è un fantasy con svariati problemi, con effetti speciali (le creature) a volte discretamente riusciti e a volte pessimi, attori a volte perfetti nei loro ruoli e a volte no, ma tutto sommato è fatto ragionevolmente bene, e l'atmosfera è azzeccata. La prima serie si è fatta seguire piacevolmente. Di fantasy in effetti ce ne hanno proposto parecchio, in questi decenni, ma, personalmente, non ho visto gran che. Harry Potter non mi ha preso, troppo infantile forse, Twilight e seguiti meno ancora, Il Trono di Spade è una soap opera travestita da fantasy, il terzo Conan è stato una porcheria, i film di Peter Jackson sul mondo di Tolkien una caduta dal mediocre al pessimo (salvo il primissimo). Per me, insomma, quest'anno è stato fortunato, con due serie fantasy che mi sono piaciute: Dark Crystal e The Witcher.


Fra gli attori non moltissimi mi sono piaciuti particolarmente. Posso citare Henry Cavill (che ha avuto la parte di Superman in qualche pellicola orrenda ma di successo), nei panni del protagonista. Non mi convincono le critiche sulla sua inespressività di viso e di corpo, anche se lo si vede spesso camminare piuttosto rigido. Deve essere mascolino e di poche parole e lo è, magari non si tratta di nulla di spaventosamente difficile, ma Cavill infonde il giusto carisma nel personaggio dello strigo. Mi è piaciuta anche l'espressività di Jodhi May nei panni di un personaggio che presto ci lascia, la regina Calanthe: l'attrice (che scopro essere turco-franco-tedesca) interpretò nell'Ultimo dei Mohicani (ricordate?) Alice, la ragazza che, pur di non rimanere prigioniera dell'indiano traditore Magua, si butta da un dirupo. Non mi convince moltissimo, devo dire, Anya Chalotra, l'attrice anglo-indiana che interpreta Yennefer, la maga. Jaskier il bardo, spalla comica dello strigo in diversi episodi, è qualcosa di veramente tremendo, e forse è più colpa del ruolo che di chi lo interpreta.

Nelle comparse e in parti secondarie un sacco di attori di colore. Che non c'entrano moltissimo con l'ambientazione, ispirata, più o meno, alla zona tra Polonia e Germania nel '500 o giù di lì. Immagino che i produttori abbiano voluto evitare le accuse di "whitewashing." Quanto alle femministe, in teoria dovrebbero essere soddisfatte per la presenza di diverse donne forti nella storia, che possiedono enormi poteri, o sono predestinate a grandi gesta, e che tengono testa agli uomini in battaglia ecc... sempre che alle femministe possa mai andare a genio qualcosa.

Quanto alle imitazioni e ispirazioni della serie: può essere verissimo che i produttori cerchino di capitalizzare sul fatto che il Trono di Spade è terminato (certamente è una occasione che si potrebbe sfruttare, c'è da stupirsi?) ma, per quanto la presenza di "sangue e tette" in The Witcher ci sia, nella serie come nel materiale di riferimento, secondo me siamo di fronte a una produzione con la sua identità e individualità. The Witcher comunque non mi ha dato la nausea che ho avuto guardando il primo episodio del Trono di Spade (l'unico che abbia visto). Quanto all'atmosfera tolkieniana soffusa nell'aria, come affermato dalla recensione del Guardian, dire che al di là di qualche aspetto di facciata (nani ed elfi, comunque diversi da quelli della Terra di Mezzo) Sapkowski richiami le atmosfere o i temi di Tolkien significa non aver letto almeno uno dei due. Sapkowski ci presenta un mondo materiale e spesso gretto, un medioevo da soldatacci, bottegai e commercianti, con lo strigo uno dei pochi che mantiene una sua etica guerriera, e comunque molto sarcasmo e ironia dappertutto (e in Tolkien forse se ne vede, ma poca).


Tra le critiche che trovo azzeccate: i Nilfgaardiani, questi conquistatori apparentemente inarrestabili che dilagano vittoriosi, non sono sviluppati praticamente per nulla. E per dirla tutta, anche il mondo in generale, che Sapkowski ha strutturato in maniera sufficiente, nella serie è un grosso punto di domanda. Se ci aggiungiamo il fatto che le vicende dei diversi personaggi non sono situate temporalmente in maniera lineare, chi non abbia letto i libri può trovarsi in difficoltà.
I costumi spesso sembrano fatti l'altro ieri e comunque moderni.

Se la prima serie di The Witcher la reputo piacevole, mi preoccupano i seguiti che devono arrivare. E vorrei che i produttori sviluppassero, da un certo punto in poi, una trama indipendente dai libri.


3 commenti:

M.T. ha detto...

"Quanto all'atmosfera tolkieniana soffusa nell'aria, come affermato dalla recensione del Guardian, dire che al di là di qualche aspetto di facciata (nani ed elfi, comunque diversi da quelli della Terra di Mezzo) Sapkowski richiami le atmosfere o i temi di Tolkien significa non aver letto almeno uno dei due."
Oppure non averci capito niente. Sapkowski non ha proprio niente di Tolkien. Ci sono elfi e nani, ma in quanti altri fantasy ci sono? Allora anche in Dragonlance e Forgotten Realms si dovrebbe respirare atmosfera tolkiena.

Bruno ha detto...


Be' quella recensione del Guardian lascia proprio a desiderare... e infatti hanno corretto il tiro:
https://www.theguardian.com/tv-and-radio/2019/dec/27/the-witcher-netflix-games-of-thrones

M.T. ha detto...

Avran corretto il tiro perché saranno stati criticati per le inesattezze scritte. Bisognerebbe conoscere cosa si sta recensendo prima di scrivere.