Non so chi sia Daniel Espinosa, regista di questo film (secondo Wikipedia "svedese di origine cilena"), certo la Columbia lo ha ritenuto adatto a girare un film di un certo peso (ovvero budget) e con attori di tutto rispetto. Non hanno rischiato sulla storia, perché ne hanno presa una già bell'e pronta. Infatti Life - Non oltrepassare il limite (semplicemente Life in inglese) è quasi un remake di Alien, compresa caccia all'alieno nei corridoi dell'astronave. Lo rende piuttosto inquietante il fatto che si svolga tutto molto vicino a noi: l'alieno è stato pescato (senza saperlo) da una sonda che esplorava Marte, e il luogo dove si manifesta è la Stazione Spaziale Internazionale, dove un gruppo di studio si occupa di verificare i campioni marziani. Il tutto ha una logica, nel senso che non si vuole correre il rischio di contaminare la Terra (ed è, sebbene più in senso lato, una preoccupazione anche in Alien).
Temi presi da un vecchio capolavoro, quindi, e aspetti visivi che ricordano molto Gravity, altro successo di fantascienza, questo però recente. Life - Non oltrepassare il limite è certamente scarso di identità propria anche se ci sono dei bravi attori, ma non si può negare che sia ben fatto e con un passo capace di prendere l'attenzione.
Parlando del cast, abbiamo Jake Gyllenhaal (Prince of Persia) nei panni dell'ufficiale medico David Jordan, traumatizzato da passate esperienze militari e desideroso di restare il più a lungo possibile nello spazio, stabilendo nuovi record. L'ignota Olga Dihovichnaya è Katerina Golovkina, comandante russa dell'astronave, mentre Ryan Reynolds (Deadpool) è l'ingegnere Rory Adams. Rebecca Ferguson interpreta Miranda North, ufficiale di quarantena, mentre Hiroyuki Sanada (Ring) interpreta il pilota Sho Murakami, e Ariyon Bakare (Rogue One) indossa i panni del biologo Hugh Derry. È proprio quest'ultimo, assieme alla North preoccupata per i protocolli di sicurezza, a prendere la responsabilità per gli esperimenti sulle terre marziane estratte dalla sonda (recuperata con una certa fatica nelle sequebze iniziali del film).
Quando si riesce a far riprendere un campione congelato, un essere unicellulare che evolve rapidamente in una forma di vita multicellulare e complessa, tutti sono contenti e sono i bambini delle scuole a dargli il nome (Calvin, si chiamerà la creatura). Calvin non pare molto pericoloso, sembra una stella marina trasparente con la prensilità di un polpo. Però è intelligente in maniera imprevedibile. E se si sente minacciato diventa pericolosissimo e quasi impossibile da eliminare.
Non entro in particolari. Ovviamente avremo terrore e morte, con la caratteristica che le paure, le speranze, le emozioni dei protagonisti renderanno molto più vicino e duro il loro destino per lo spettatore. Finale di rara potenza, con commento musicale colossale. Se Alien non ci fosse già stato sicuramente questo film avrebbe avuto grande successo, ma anche così il film ha i suoi momenti e credo che meriti di essere visto.
3 commenti:
Migliora un po' quando cresce...
Ok che è limitato agli effetti visivi, ma il solo fatto che ricordi Gravity mi prende male: era Sfortuna Cosmica ai massimi livelli. Se poi incontra Alien (e già qui si era sfortunati a incontrare una simile creatura, quando non si trattava di decine), allora dev'essere qualcosa che picchia per bene sullo stato d'animo dello spettatore :D
@ M.T. se sei in un momento in cui vuoi positività e ottimismo, in effetti è meglio che tu scelga un altro film.....
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