Uno dei primi allievi di Freud, Reich iniziò ad esercitare la professione di psicanalista a Vienna subito dopo la Prima Guerra Mondiale a soli 22 anni, in un'epoca pionieristica in cui non erano fissati rigorosamente i requisiti per esercitarla - lui fu uno di coloro che iniziarono a delinearli - e si distinse per l'energia che era capace di spendere non solo nel lavoro, dove ebbe precoce fama e successo, ma anche nella ricerca teorica, nella diffusione delle idee e nel lavoro sociale connesso. Si distinse tra i colleghi per molti aspetti. Innanzitutto perché non si limitava a scrivere articoli o libri e a farsi pagare profumatamente dai pazienti che si accomodavano sul lettino, ma cercava di impegnarsi socialmente e politicamente sia nel portare aiuto terapeutico alla gente comune, non in grado di pagare la terapia psicanalitica, che nel propagandare la contraccezione e la libertà sessuale (due temi che potevano portare parecchi guai all'epoca).
Dal punto di vista del lavoro psicanalitico Reich fu importante perché si sforzò di studiare e comprendere gli atteggiamenti del corpo dei pazienti e il loro significato, la relazione tra il disagio psichico e la tensione muscolare (la cosiddetta "armatura"). Comprese la necessità di capire e superare le resistenze del paziente contro il terapeuta (spesso non esplicite) prima di cercare di attaccare le ragioni del malessere e portò una ventata di sincerità e freschezza (probabilmente facendosi qualche nemico) nei seminari di gruppo in cui i terapeuti discutevano il loro lavoro, esigendo che queste riunioni, per essere costruttive, non fossero una vetrina della propria bravura: nei gruppi organizzati da lui si doveva parlare degli errori commessi e discuterli, e cominciò per primo parlando di un caso in cui non era riuscito a ottenere la guarigione. Enormemente prolifico di pubblicazioni teoriche fu per un certo periodo un allievo prediletto di Freud e avrebbe potuto diventare forse il "numero due" capace di superare il maestro.
Il contrasto con Freud, oltre all'inimicizia di vari colleghi dovuta anche al brutto carattere di Reich, fu forse uno dei fattori che lo portarono alla deriva successiva. La psicanalisi era destinata per forza a parlare di repressione sessuale come ingrediente più o meno onnipresente del disagio psichico (soprattutto in un'epoca puritana com'era il primo novecento), e in mancanza di una conoscenza approfondita della genetica e della neurologia. Ma mentre per Freud il sesso era "uno" degli argomenti, per Reich diventò la moneta di scambio di tutti i problemi della persona e della società nel suo complesso. La gente era malata, nevrotica, criminale, indebolita perché non sperimentava la "potenza orgastica," ovvero quel completo lasciarsi andare durante l'atto con completo scaricamento della tensione, esperienza che Reich aveva sperimentato per la prima volta mentre era sotto le armi dell'esercito austro-ungarico durante la guerra, con (guarda caso) una donna italiana. Le masse represse sessualmente erano vittime di regimi autoritari: Reich puntava il dito principalmente contro il fascismo e il nazismo in quanto egli, all'epoca comunista, non si rendeva conto che c'era qualcosina che non andava anche dalla sua parte, e certamente pure nel "libero" mondo occidentale: del resto visse le esperienze per ricredersi.
L'artista Elsa Lindenberg, seconda moglie di Reich
Prima a Vienna e poi a Berlino, Reich condusse un'attività politica e sociale che contribuì a fargli un sacco di nemici e a renderlo inviso ai suoi colleghi perché cercava troppi guai (la psicanalisi certamente camminava su terreno pericoloso visti i governi autoritari dell'epoca, considerando anche che Freud, Reich e la maggior parte dei personaggi dell'ambiente erano ebrei) oltre a gettare dubbi sull'intera disciplina con il suo metodo di lavoro che comprendeva toccare il paziente, per sciogliere l'armatura muscolare. L'immorale, aggressivo, lascivo Reich, che ironicamente oggi sarebbe piuttosto conservatore in quanto contrario all'omosessualità, dovette abbandonare il lavoro politico con i movimenti socialdemocratici perché la loro componente cristiana non poteva tollerarlo, ma anche i dogmatici comunisti finirono per buttarlo fuori dal partito, nonostante avesse corso decisamente dei rischi lottando contro Hitler a Berlino agli inizi degli anni '30. Ormai estraneo anche ai suoi (ex) colleghi, Reich decise che era ora di fare qualcosa di propria iniziativa e qui iniziarono i veri guai, con le scoperte pseudoscientifiche che rovinarono la sua credibilità.
Dopo essere fuggito dalla Germania e aver cercato rifugio nei paesi scandinavi Reich ebbe con qualche fatica (osteggiato in Danimarca e Svezia) il permesso di stabilirsi in Norvegia. Michel Cattier, autore di Ce que Reich a vraiment dit (quello che davvero ha detto Reich), esprime la cosa senza mezzi termini: trascorse cinque anni a Oslo e sprofondò nella follia. Sharaf, che sia pure con certi contrasti personali è stato un seguace di Reich, difende alcune parti del lavoro "scientifico" da lui compiuto e dice che, poiché la scienza ufficiale non ha voluto mai fare verifiche, c'è stata una specie di profezia autoverificantesi contro lo studioso austriaco: considerato un pagliaccio perché nessuno scienziato serio lo ha difeso, ma mai studiato seriamente dagli scienziati in quanto considerato un pagliaccio. A parte il fatto che Einstein discusse con lui e sperimentò una delle sue teorie, trovandola di nessun valore e rifiutando ogni ulteriore contatto con Reich, penso che oggi come oggi non si possa più prendere seriamente in considerazione ipotesi come l'orgone (onnipresente energia cosmica), i bioni (particelle di vita primordiale che si generano spontaneamente dal materiale organico), o gli esperimenti per provocare la pioggia, o i contatti con gli alieni ecc... Il discorso sarebbe più complesso ma non è il caso di affrontarlo qui, del resto non ho le credenziali per farlo(*).
Reich dovette lasciare la Norvegia a causa di una campagna giornalistica contro il suo lavoro (se fosse rimasto a breve sarebbe stato raggiunto dalle truppe di Hitler, peraltro) e riparò negli Stati Uniti, ultima tappa del suo viaggio. Nel frattempo si separò dalla seconda moglie, Eva, fuggita come lui dalla Germania, e che rimase in Norvegia anche durante l'occupazione (dalla prima moglie Annie, figlia di un facoltoso mercante e psicanalista come lui, aveva divorziato dopo aver messo al mondo due figlie). Negli USA, con l'aiuto di amici, tirocinanti e seguaci facoltosi stabilì il suo laboratorio e continuò le pubblicazioni, sebbene ormai non trattasse più di psicanalisi ma si atteggiasse a inventore e scopritore di nuovi orizzonti scientifici.
Apro un inciso per sottolineare come nella vita personale il nostro non sia stato all'altezza delle teorie che predicava. La coppia aperta andava bene per lui, ma era gelosissimo delle sue donne al punto di fare terribili scenate. Non ha avuto un facile rapporto con i figli. Era indifferente e spietato nei confronti delle persone che non gli servivano, diventava noncurante degli amici o parenti malati gravemente, a volte sfruttava finanziariamente le persone, e nel suo piccolo feudo americano non sopportava il minimo dissenso tra i seguaci. Necessariamente anche persone che lo avevano ammirato non accettarono parte delle sue teorie (con sua grande rabbia) o presero le distanze da lui. L'unica maniera per vivergli accanto divenne essere totalmente allineati, stile sovietico, con quello che diceva: il che non mi pare un buon clima per una seria ricerca scientifica. Temo che si possa accomunare Reich con altri personaggi che fecero della rivoluzione sessuale e sociale (anche) un pretesto per i propri comodi: ho scritto in passato un post su questo aspetto.
La vicenda che portò Reich in prigione riguarda certi apparecchi che costruiva e vendeva, gli accumulatori orgonici, da molti considerati veramente efficaci, al punto che quando la FDA (Food and Drug Administration) lo indagò per frode faticò a trovare qualcuno che dicesse di non essere soddisfatto del prodotto. In effetti si trattava di semplici cabine le cui pareti erano costituite di strati alternati, legno e metallo, e dentro cui una persona poteva stare seduta.
Alla fine, dopo aver condotto delle indagini, l'organo governativo proibì a Reich di vendere quegli apparecchi e la relativa letteratura, il che era effettivamente disastroso dal momento che anche le pubblicazioni precedenti erano state rieditate con l'inclusione della teoria dell'orgone. Poiché Reich, giudicandosi un importante personaggio perseguitato (cosa che poteva essere vera più negli anni '30 che degli anni '50), trattò sempre con disprezzo gli ufficiali governativi, alla fine finì sotto processo. Non volendosi piegare ai compromessi che gli avvocati consigliavano, ricevette una condanna a un breve periodo di carcere per accuse che anche negli anni della caccia alle streghe si sarebbero potute risolvere diversamente. Per riassumere brevemente una vicenda giudiziaria piuttosto lunga e complessa, è vero che gli accusatori ce l'avevano con lui in maniera decisamente malevola, ma in giudizio fu l'atteggiamento della difesa a facilitare la condanna. Così come andarono le cose, Reich scelse la via di figurare come un profeta ingiustamente condannato (i suoi libri subirono un rogo con pochi eguali nel periodo, il che in effetti lancia una luce inquietante sulla vicenda) pur di non darla mai vinta agli avversari; la morte per arresto cardiaco poco prima della possibile scarcerazione ne ha fatto una specie di martire e icona di culto, ma senza la sua figura propulsiva le teorie che ha proposto non hanno trovato tra i seguaci una persona capace di difenderle e approfondirle, ma solo una serie di apologeti e testimoni.
L'eredità di Reich è quindi nell'influenza teorica sui successivi movimenti anni '60 (la rivoluzione sessuale) e nelle idee innovative in campo psicanalitico, poi riprese e modificate da altri. Il grande pubblico lo conosce poco o per niente; per chi si ricorda il film Barbarella, il dott. Durand Durand con la sua strana macchina del piacere è chiaramente ispirato a Reich (prendendolo in giro). La cantante Kate Bush in un video (Cloudbusting) lo fa interpretare da Donald Sutherland (non somigliante) mentre lei camuffata da maschio fa la parte del figlio Peter; alla realizzazione ha contribuito nientemeno che Terry Gilliam. Fa menzione di Reich come personaggio non protagonista un libro di Valerio Evangelisti appartenente alla famosa serie di Eymerich (ne parlai qui su Mondi Immaginari).
Ma le intuizioni di Reich, la passione che ha riversato nelle battaglie combattute e le idee controverse, e pure la seconda parte della sua vita, quella in cui ha rovinato la propria credibilità, ne fanno un personaggio unicamente stimolante.
(*) Nota: se uno si volesse cimentare probabilmente il migliore punto di avvio è: Strick, James E. (2015). Wilhelm Reich, Biologist, Harvard University Press. Un libro scritto da uno studioso "serio" sul lavoro scientifico di Reich, facendo uso delle sue carte personali, sigillate per 50 anni dopo la morte per volere di Reich stesso e solo in anni recenti rese pubbliche. Se lo leggete, fatemi sapere. Se invece volete leggere qualcosa di Reich, direi che le letture fondamentali sono due: La Rivoluzione Sessuale e Analisi del Carattere, il secondo libro però è consigliabile solo a chi mastica un po' di psicanalese.
5 commenti:
Io consiglierei anche la visione di "WR Mysteries of the Organism", il film-tributo che gli ha dedicato il grande regista yugoslavo Dusan Makavejev nel 1971.
ho delle rimembranze molto datate di film Yugoslavi che vedevo ai tempi della TV Capodistria... non è che mi avessero fatto una grande impressione. Ma comunque lo vedrei,temo però che sia diventato un pezzo raro da cineteca...
Non saprei... io ce l'ho da molto tempo.
Un giorno me lo passerai! Se ti capita di volerne parlare o bloggare ti seguirò volentieri.
Non mi capita spesso di sentirmi ispirato a scrivere post su film specifici. E' successo di recente con Black & White & Sex e non so quando ricapiterà...
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