Un articolo in inglese di Bob Bricken: piuttosto lungo e ricco di esempi (dal Batman di Chris Nolan alla serie TV Battlestar Galactica reimmaginata di qualche anno fa) sul fatto che molto di quello che oggi si produce in termini di libri, fumetti, TV, spettacolo tende a essere oscuro, duro e pessimista, ma che questo non sempre fa bene a una trama, e rischia oggi come oggi di essere ripetitivo e banale.
A mio parere oggi i gusti del pubblico sono influenzati inevitabilmente dallo spirito dei tempi, e così come si poteva avere uno sciocco ottimismo e fiducia nel futuro durante gli anni '60 - in cui tante cose andavano meglio di oggi, e se molti progressi erano illusori, non si sapeva - oggi esiste la consapevolezza di molte terribili sfide per il futuro. Quindi le tonalità dell'immaginario penso che per un po' resteranno quello che sono.
Resta il fatto che sì, magari un raggio di luce e di speranza almeno nella finzione libraria o cinematografica non guasterebbe.
4 commenti:
Sì, è sicuramente una moda, nell'accezione neutra del termine. Non sempre è una scelta che paga. Penso per esempio a Stargate Universe, una bellissima serie che però non è riuscita a convincere i fan né ad attrarne di nuovi. In altri casi, per esempio Batman, è invece la veste più naturale per i personaggi e le vicende narrate. Anche i film di Burton erano piuttosto cupi.
Concordo con te sul fatto che lo spirito del nostro tempo condizioni la cupezza delle storie. Come concordo che un minimo di luce occorra per non rendere tutto troppo pesante.
Facendo un esempio, apprezzo Abercrombie, ma dopo aver letto cinque suoi libri ho bisogno di qualcosa che lasci un po' di speranza e non sia solo miseria e fango.
Insomma prima che vedremo l'ottimismo tornare a prevalere passerà... un sacco di tempo.
Ci vorrebbe un poco di equilibrio.
Prima non andava bene perché era troppo da una parte, ora è troppo dall'altra. I libri sono come la vita: luce e ombra.
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