sabato 13 marzo 2010

Ash - Una Storia Segreta


Se non vado errato Ash. Una Storia Segreta è un unico libro (piuttosto voluminoso direi) diviso in quattro da Fanucci che lo ha fatto uscire in Italia.
Ho letto la prima parte, quindi un quarto dell'intera storia (e in effetti non c'è alcuna vera e propria conclusione, al termine di oltre 300 pagine). La cosa che mi ha lasciato più sorpreso è come mai l'autrice Mary Gentle abbia deciso di situare una storia con parecchi elementi immaginari nel bel mezzo dell'Europa del '400 infilandovi a forza un personaggio di donna capitano di ventura e una marea di eventi assolutamente antistorici. E non parlo di sciocchezzuole ma, scusate lo spoiler, del fatto che un Regno Visigoto sarebbe esistito nel bel mezzo del Nord Africa (allora sotto dominio incontrastato dell'Islam), e che questo regno avrebbe assalito l'Europa usando mezzi mai visti prima tra cui il potere di lanciare una continua eclisse in ampie regioni. Per di più, tale esercito visigoto devasta e distrugge varie città Italiane.
Molte (troppe) pagine sono dedicate al carteggio di un immaginario scrittore (e studioso) con una immaginaria editor, pagine in cui si fanno salti mortali per costruire un'evidenza (immaginando ad esempio scoperte archeologiche) che renda plausibile la trama del libro. E corroborando il sospetto che le fonti storiche siano carenti o alterate.

Un tentativo del genere sarebbe plausibile se parlassimo degli eventi verificatisi in qualche zona limitata e secondaria dell'Europa, ma evidentemente è tempo perso in un caso come questo. Se Mary Gentle avesse semplicemente deciso di raccontare un'ucronia, una storia alternativa, non avrei nulla da ridire.
Il fatto però che la narrazione si fermi spesso per affastellare tesi ridicole allo scopo di instillare nel lettore il dubbio che ci sia qualcosa di verosimile, è davvero un punto di debolezza del libro.

Passando ad Ash, la protagonista, è una donna guerriero che ha potuto passare da mascotte della compagnia mercenaria a comandante grazie a una misteriosa qualità, di cui sapremo o intuiremo qualcosa di più nel corso della lettura: sente una "voce" che, in battaglia, le dice cosa fare. E pertanto sa prendere le decisioni giuste. Ash non è proprio il prototipo della modella con lo spadone, ovvero della bellona o della ragazzina tanto tanto carina che misteriosamente ha la forza per fare strage di maschiacci guerrieri o di pelosi orchi. E' piuttosto una persona vigorosa e sveglia che sa mettere a frutto il misterioso vantaggio di cui è dotata. Non è un brutto personaggio. La descrizione della sua infanzia, che è il punto di partenza del libro, è però un altro punto che lascia perplessi. La narrazione sembra dedicata a una galleria di tutte le turpitudini, stupri, sudicerie, sodomie e schifezze che si possano immaginare. So bene che un accampamento o una città medievale non dovevano odorare proprio di fiori (e ho viaggiato in zone di mondo abbastanza arretrate e quindi comparabili per potermi fare la mia idea). Però una volta assodato che il mondo della bambina Ash puzza costantemente di vomito, escrementi, piscio e sudore poteva bastare così. Invece c'è proprio un gusto del rivoltarsi nella schifezza che mi ha lasciato abbastanza perplesso (fortunatamente dopo un po' la Gentle rallenta il tiro su questo aspetto).

Oltre ai misteri di questa eroina c'e il (finto) interrogativo riguardo alla sorte della Borgogna in cui si muove. Uno stato misterioso per la Gentle, in quanto scomparso dalla storia.
Non c'è nessun mistero. La Borgogna è un territorio tra Francia, Svizzera e Germania che fu occupato da un popolo barbaro (appunto i Burgundi) al cadere dell'Impero Romano.
Annesso al regno dei Franchi qualche tempo dopo, il regno di Borgogna è tornato ad esistere successivamente per via delle politiche matrimoniali di epoca feudale, che imponevano la spartizione dei territori per sistemare problemi di successione dinastica. In epoca alto medievale la Borgogna aveva certi usi e costumi caratteristici ma è poi diventata una regione tipicamente francese pur avendo una notevole importanza perché a cavallo del confine tra la Francia e il Sacro Romano Impero. Il Ducato di Borgogna crebbe di nuovo di importanza a seguito di successioni dinastiche che lo portarono a controllare una buona parte dei Paesi Bassi (era governato da un ramo cadetto della casa regnante francese, i Valois, ma la corona Francese ovviamente vedeva con allarme la ricchezza e la potenza del Ducato). La corte di Borgogna fece scuola per il lusso e la raffinatezza ma militarmente le cose non finirono bene. Il Duca Carlo detto il Temerario, personaggio che appare nel libro di Mary Gentle, cercò di fare del suo ducato uno stato indipendente ma ebbe la mala sorte di sfidare troppi avversari, tra cui gli Svizzeri che ai tempi erano i soldati più rinomati. Carlo subì vergognose disfatte: a Grandson dopo aver massacrato una guarnigione che si era arresa fu messo in fuga dagli Svizzeri, dimostrandosi così più crudele che capace in battaglia, e perdendo un gran bottino fra cui il parco di artiglierie; a Morat dovette fuggire lasciando che una parte delle sue truppe (fra cui i mercenari italiani) venisse massacrata. Non pago di queste figuracce Carlo radunò un altro esercito e finalmente a Nancy venne ammazzato in battaglia (massacrato a colpi di lancia e di alabarda); poiché non aveva eredi il re di Francia fu lesto a prendersi il suo dominio ponendo così fine al potente Ducato di Borgogna nel 1477. Evento importante, ma in fondo normali beghe medievali: non c'è nessun mistero nella fine di questa potente entità politica che, non avendo il sostegno di un'etnia differente e conflittuale con quella francese, scomparve senza irredentismi di sorta.

Borgogna a parte, il libro (pur essendo scritto con indubbio mestiere) ci mette anche un po' troppo per arrivare al dunque.
Ammetto che questo Ash in qualche modo mi ha fatto il contropelo e l'ho gradito poco fin dall'inizio, perciò forse non sono abbastanza obiettivo, perciò leggetelo e fatevi la vostra opinione con la mia... benedizione.
Io con le avventure di Ash mi fermo qui e passo ad altro, grazie.

6 commenti:

Parao ha detto...

Andiamo bene... E sì che tutti ne hanno sempre tessuto le lodi. Cosa ancora più fastidiosa, dicendo a noi italiani (al tempo) che dovevamo prendere esempio da lei (per poi farci le pulci su una parata all'arma bianca che non corrispondeva *esattamente* ai manuali di combattimento d'un tempo.

Alla faccia dell'obiettività!

Grazie per avermi illuminato (una volta di più) su quanto siano prevenuti i lettori italiani e quanto, purtroppo, esterofili senza ragione.

Bruno ha detto...

@ Parao: questo non lo sapevo!
Però bisogna fare qualche distinguo. Il libro non mi è piaciuto e lo ribadisco: sono anche questioni di gusti personali. Se continuassi la lettura so che troverei dei mischioni con una specie di fantascienza che fatta in questo modo non mi lascerebbe certo soddisfatto. Ma sul fatto che l'autrice mostri competenza sulle armi e questioni militari di tardo medioevo - inizio rinascimento non ho alcun dubbio per quelle che sono le mie conoscenze personali.

Non direi comunque che uno scrittore di fantasy debba prendere lezioni da qui. Ammesso (ma chi lo ha detto?) che chi scrive fantasy debba rifarsi al medioevo, il periodo preso in esame dalla Gentle è il momento di passaggio in cui nuove armi e tecniche (gli Svizzeri con le loro fanterie, e ovviamente le armi da fuoco) si manifestano ponendo fine al predominio della cavalleria feudale. La debacle del ducato di Borgogna è esemplare in questo senso perché quello era lo stato che cercava di esemplificare le virtù cavalleresche. Notare comunque che, a quanto ho letto, l'esercito borgognone pur mantenendo il modello feudale aveva una organizzazione già più moderna (una parte dell'esercito era diventata professionale) e non disdegnava certo le armi da fuoco, visto che a Grandson gli Svizzeri fregarono a Carlo qualcosa come 400 pezzi d'artiglieria.

Parao ha detto...

Grazie per la spiegazione, Bruno. Ma no, non dicevo che parlavano di fare riferimento alla Gentle per le armi, ma per il modo di costruire una storia interessante e di scrivere.
Visto il tuo commento, e le grosse pecche dal punto di vista strutturale (l'ho sempre detto che se è fantasy non significa che si possa fare di tutto e uscirne sempre in piedi...), quantomeno ci andrei piano a parlarne come se dovesse essere un *punto di riferimento*.

Non dico non sia brava, non abbia inventiva, ma prendere le solite vagonate (allora erano le prime) e poi scoprire che questo genio letterario non è, insomma...

Era un commento di passaggio, comunque. Più una battuta che un vero e proprio spunto di discussione. Sono da tutt'altra parte ormai...

MagicamenteMe ha detto...

credo che questo libro non lo leggerò...
^__^

MagicamenteMe

Unknown ha detto...

Il primo volume l'avevo letto cinque o sei anni fa e poi non ho avuto nessuna voglia di procedere nel ciclo. Non lo ricordo bene ma a grandi linee condivido le critiche di Bruno. Certo: era differente da molta (troppa) fantasy modaiola tutta uguale (draghi, maghetti, demoni e spade fatate) ma ciò non bastava a farne un'opera di mio gusto.
(Il mio gusto in campo fantasy? In particolare: Gene Wolfe, Fritz Leiber, George Martin, Marwin Peake, Clive Lewis, Poul Anderson, China Mieville, Neil Gaiman, Clive Barker, Robert Howard, Abraham Merritt, Philip Farmer)

Bruno ha detto...

@ Luciano: appunto, differente da molta roba modaiola, ma non bello. Quanto ai tuoi autori preferiti, ne condivido molti. Purtroppo parecchi di questi scrittori non ci sono più, o sono molto anziani...