mercoledì 16 luglio 2008

Diritto d'autore

Leggo che il diritto d'autore cambia. Si tratta di una estensione che riguarda non gli scritti (che, suppongo, ne avevano già goduto) ma la musica (artisti ed esecutori). In pratica i diritti vengono estesi da 50 a 95 anni.
La decisione della Commissione Europea segue in parte una tendenza che avevo notato (sia pur distrattamente, ammetto), di estensione del diritto a vantaggio, spesso, dell'editoria. Tendenza che esiste anche oltre oceano.
L'estensione dei diritti può avvantaggiare più che altro i discendenti degli autori (perché dopo 50 anni probabilmente l'autore è già nel mondo dei più, o in procinto di andarvi) oppure, più facilmente, l'industria dell'editoria e dell'intrattenimento. In effetti case come la Walt Disney sarebbero ben liete di allontanare, possibilmente in eterno, il momento in cui chiunque potrebbe riprodurre paperi e cenerentole varie, tanto per fare un esempio.

Per me l'importante è che la legge assicuri all'ideatore di un'opera (libro, canzone, ecc...) i giusti diritti: non ho una posizione sulla misura più opportuna dell'estensione di tali diritti ai discendenti o a un'azienda che ne abbia preso possesso. Però c'è l'altra metà della notizia: si spezzerebbe anche il monopolio delle società di gestione che assicurano il godimento dei diritti d'autore. Un artista potrebbe rivolgersi a chi gli offre le condizioni migliori. Insomma anche l'italiana Siae, su cui ho molte volte letto e sentito opinioni molto irritate (riguardo ai criteri con cui cura gli interessi dei musicisti, ad esempio) sarebbe attaccabile dalla concorrenza?
Forse questa è una liberalizzazione che ci voleva!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come vice presidente del partito pirata non potevo non intervenire...

Gli attuali tempi di "detenzione" dei diritti di sfruttamento economico dell'opera coperta da tali restrizioni e' BIBLICO.

Fai conto che "il piacere" di d'annunzio e' ancora coperto su tutti i diritti.
Pirandello e' stato "liberato" l'anno scorso e siamo dovuti entrare in polemica con la SIAE che pretendeva di prolungarli ancora per quattro anni con un ragionamento forzato.

Il che significa che ORA Pirandello e' libero: patrimonio pubblico. Alla faccia del suo omonimo nipote avvocato.

Non si tratta dolo di ricevere del denaro, ma se l'avvocato nipote e omonimo di pirandello avesse deciso (finche ne aveva il diritto) di DISTRUGGERE l'opera del suo illustre nonno, per sempre e definitivamente, avrebbe potuto farlo.

E questo non coinvolge solo la letteratura o i film o la musica (fra settant'anni i tuoi nipoti potranno avere de andre libero.), aspetti su cui si focalizza la attenzione pubblica in un balletto tra piratelli e mp3 sul mulo.

Questo coinvolge medicinali, erbe officinali, alimenti, mappe genetiche, biotecnologie in un crescendo di divieti e di diritti riservati che INIBISCE la ricerca libera e favorisce solo quella che puo permettersi grandi investimenti per pagare questi balzelli.

I veri pirati sono quelli che si fanno pagare perche'hanno i diritti di sfruttare quelli che hanno avuto una idea e quelli che la vogliono ascoltare.

La chiamano "tutela" ma le licenze legali riconosciute esistono gia'. E tutelano l'autore. Come l'autore meglio desidera. Creative Commons.

La SIAE e' una societa' obsoleta ispirata ad un lontano passato. E' superata, come e' superato il sistema di distribuzione della musica o dei film.

E tanto per farti capire: Lo sai che (non ho intenzione di farlo, ovviamente) se denunciassi il tuo grazioso e piacevole blog alla SIAE tu rischieresti un bel multone?

Copertine ed immagini riprodotte, seppur in forma degradata, citazioni non autorizzate... Quasi quasi telefono a quelli della Nord e gli spiffero che tu li DERUBI.

E' paradossale, ma e' cosi.

Bruno ha detto...

Beh, non so se prenderei un multone o no, ma le mie immagini grattate in giro (in qualche caso sono foto che ho fatto io, però) non le uso a scopo di lucro.
Ovvio che mi seccherebbe toglierle ma su richiesta lo farei (dovrei allora scocciarmi a fare le foto di tutti i libri anziché prendere quelle che trovo in giro per la rete... e poi voglio vedere se è vietato pure quello!).

Quanto alle citazioni, entro certi limiti non mi pare sia vietato farne, ma non voglio mettermi a fare l'esperto (non lo sono).

Ora, io sono d'accordo che sia demente mettere il copyright alla cliccata di mouse o cagate del genere (sperando che in Europa 'ste fregature non passino!), sono d'accordo che sia pazzesco brevettare esseri viventi (!) o procedure di medicina tradizionale (dopo il brevetto gli indigeni dovrebbero PAGARE per fare le tisane che usano da mille anni, e che una qualche industria ha registrato... mi pare buffo, no?), ma mi sembra anche sacrosanto che l'opera dell'ingegno sia tutelata. Forse il nipote di Pirandello non è così simpatico e ci si può arrabbiare per un beneficio che gli arriva senza che lo abbia meritato. Forse però il fantasma di Pirandello è lì da qualche parte e pensa che sarebbe stato bello se il suo lavoro avesse potuto garantire il benessere ai nipoti...
Ovviamente un erede non può veramente distruggere un'opera pubblicata: con tutti i libri che ci sono in giro, come fa? Può però impedire che sia pubblicata di nuovo, ovviamente (fino a che è in suo potere)... e certo che questo forse è un diritto un po' illogico.

Quanto alle medicine... se le case farmaceutiche non ci guadagnano non ne studiano di nuove e migliori... intanto, chi non ha i soldi per pagare il prezzo che loro chiedono rischia di crepare... le malattie rare non se le fila nessuno perché sono rare, ci si guadagna poco, chi se ne frega... chi può dire cosa sarebbe più giusto fare? Mi sembra davvero un gran casino!