sabato 29 dicembre 2007

Riflessioni da ufficio

M'è capitato di incuriosirmi sulle preferenze letterarie dei miei colleghi. Dove lavoro c'è parecchia gioventù (mi accorgo con tristezza di essere uno dei più vecchi...) e tutti, tranne qualche bruto analfabeta, li ho visti prima o poi con un libro in mano.
Chiedendo le preferenze ho constatato che vanno per la maggiore: la narrativa di tipo classico, qualche giallo, romanzi storici e pseudostorici, romanzi rosa camuffati giusto quel poco che basta per sembrar qualcosa di diverso, un po' di bestsellers che non mancano mai e una spruzzatina di saggistica (ma uno dei miei colleghi ha anche vinto un premio letterario con le sue poesie, ed è andato a ritirarselo al salone del libro a Torino...). E la fantascienza? un coro di no. Il fantasy? per lo più non sanno cos'è. Ma sì, dico, quelle cose tipo il Signore degli Anelli, avete visto il film?
"A me non piacciono," replica secca una ragazza. "Sono cose che non esistono." Accanto a lei un altro collega, molto giovane, rincara la dose: "Non piacciono nemmeno a me. Mia madre quando ne ha visto un pezzo ha commentato: ma cosa sono queste stupidaggini?" E ride. Risultato della mia indagine: fantascienza pochissimo, fantasy zero. E sono per lo più giovani. Meno male che il genere sta vivendo un momento di gloria!
Certo, questo non ha valore di statistica. Ma che tristezza...

3 commenti:

Dario ha detto...

Mmm... Forse la banca non è il vivaio migliore dove porre certe domande.
Probabilmente la tua collega è quella che legge i romanzi rosa 'camuffi' (e probabilmente a casa strippa letteralmente per il 'Grande fratello' o 'L'Isola dei Famosi' sognando un incontro con Fabrizio Corona) mentre l'altro tuo collega giovane si commuove di fronte ai titoli di borsa e Quattroruote...

Parao ha detto...

Teoricamente qualsiasi ambiente è un piccolo vivaio.
A tutti coloro i quali snobbano la fantasy, farei leggere un articolo di Ursula Le Guin, in cui lei sostiene "i perché" della narrativa fantastica, la sua forza e la ragione della sua esistenza.

C'è troppa ignoranza, questo è. Se si nomina Salgari, alcuni sanno chi è. Se si nomina Verne anche. Se si parla di Omero o dell'Ariosto, tutti alzano la mano. Ma pochi di costoro si rendono conto di quali e quante radici abbia la narrativa fantastica; di quanto una frase come "la conoscenza è niente, l'immaginazione tutto" abbia a che fare con la fantascienza, oltreché con la scienza; di quanto il mito e l'archetipo ancora manovrino il nostro subconscio...

Il romanzo è ormai intrattenimento per pochi e diventerà per sempre meno. Quando si può vivere una storia come "Il Signore degli Anelli" con suoni e colori, dettagli ed effetti, comodamente seduti in un cinema e in poche ore, in una società frenetica, be'... pochi hanno la serenità mentale per godersi un romanzo leggendo con calma e immaginando.
Perché sforzarsi d'immaginare, e a lungo, se il cinema ci dà tutto senza sforzo?

Sia chiaro, sono a favore e un gran appassionato di cinema. Tuttavia... che tristezza il declino del libro, che vende perlopiù con i fenomeni da baraccone e di rado vede trionfare le sue inconfutabili qualità!

Bruno ha detto...

E in tutto questo il peggio è che il libro è l'unico momento di cultura "alta" che potrebbe arrivare alla maggioranza delle persone. Sempre però che non sia riproposto nella versione "bestseller," ovvero formula studiata a freddo per catturare l'attenzione del maggior numero di persone possibile, e spingerli compulsivamente a divorare un chilo di carta. Su cui magari non c'è scritto niente che valesse la pena. Purtroppo il libro come si intendeva una volta è rimasto passione per pochi intimi...