domenica 16 marzo 2025

Mickey 17

 Di questo film ho sentito parlare molto, a volte bene, a volte non benissimo. Mickey 17 è la più recente creazione del regista sudcoreano Bong Joon Ho, quello di Parasite e Snowpiercer. Come nei film appena citati, la critica sociale è al centro della narrazione, con tinte paradossali e grottesche, e qualche schizzo di sangue (anzi, parecchi). Un po' come un'altra produzione celebre che proviene dalla Corea del Sud: Squid Game.

 L'idea è spiegata fin dall'inizio, ed esposta in successivi dettagli anche dalla voce fuori campo del protagonista e da flashback: in un futuro in cui la Terra è ridotta a uno schifo e l'umanità cerca di creare colonie nello spazio, un poveraccio di nome Mickey Barnes è costretto a cercare di fuggire da un creditore a seguito di una speculazione andata male, che lo ha lasciato con una fortissima somma da pagare. Per sottrarsi alla vendetta dello strozzino deve andar via dalla Terra ma, mancando di qualifiche che potrebbero renderlo desiderabile in un equipaggio diretto verso il pianeta Nilfheim, si trova costretto a imbarcarsi come "sacrificabile."

Esiste in effetti una tecnologia che permette la creazione di "copie" di una persona, caricandone anche la memoria. Per cui Mickey può essere destinato a qualsiasi missione pericolosa, anche mandato a morte certa, perché può essere ristampato. Tale tecnologia è vietata sulla Terra e vietatissimo è l'abominio di produrre dei "multipli" di una stessa persona.

Pertanto Mickey può anche essere lasciato solo a schiattare, se un soccorritore non ha abbastanza corda da raggiungerlo in un crepaccio: scusa, è troppo difficile, ma tanto ti ristampano, no? In effetti è più importante recuperare eventuali pezzi di equipaggiamento importanti. Mickey è uno schiavo dei potenti, ovvero di quasi tutti gli altri; il suo status è accettato come normale da tutti e da lui stesso. Viene fatto morire con indifferenza, talvolta con un live imbarazzo, e gli altri componenti dell'equipaggio della missione spaziale si preoccupano di lui solo per chiedergli ogni tanto cosa si prova a morire.

L'astronave-colonia atterrata sul pianeta alieno è al comando di Kenneth Marshall, uno che è allo stesso tempo leader religioso, suprematista razziale e politico trombato. Lo spinge e lo controlla la perfida moglie, Ylfa, in effetti crudele almeno quanto lui (e per carità, per lei va bene ammazzare un sacrificabile, ma non quando il suo sangue può macchiarle il tappeto). I due usano facciate ipocrite e indottrinamento per coprire il loro dominio ferreo sulla colonia e sulla vita di tutti.

A causa di un incidente (quello iniziale, in cui Mickey 17 dovrebbe morire ma non muore), viene stampata una nuova copia del sacrificabile, Mickey 18. E siccome questa è una situazione altamente illegale, hanno un grosso guaio. Ad accentuare la situazione grottesca, mentre Mickey 17 è molto remissivo, il suo nuovo clone appare invece dotato di un carattere molto forte e ribelle. L'unico alleato dei due, che presto finiscono parecchio nei guai, è Nasha, una agente della sicurezza (che è anche amante di... entrambi).

Film stralunato, comico e drammatico allo stesso tempo, i cui messaggi sono molteplici: ci sono anche gli alieni, il sistema di potere che vige sulla Terra e sull'astronave, insomma un sacco di roba a popolare una pellicola lunga oltre due ore. Messaggi se vogliamo fin troppo evidenti, sottolineati e telefonati, ma Bong Joon Ho non cerca la sottigliezza e non disdegna il grottesco. A mio parere Mickey 17 è a un livello superiore rispetto a Snowpiercer e Parasite.

Nel cast segnalo, oltre ovviamente al protagonista Robert Pattinson (grande prestazione in ruoli differenti), Mark Ruffalo nei panni del leader Kenneh Marshall (Zodiac, Shutter Island, vari film di supereroi Marvel...), Toni Collette nei panni della moglie Ylfa (Velvet Goldmine, Sesto Senso), Naomi Ackie (The End of the F***ing World) nel ruolo di Nasha.

Il film è tratto dal libro Mickey7 di Edward Ashton



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