Questo racconto ci porta un'ennessima antica civiltà creata dalla mente di Robert Howard, il regno di Almeenon, fondato da una razza bianca che poi si è mescolata alle popolazioni nere circostanti (temi razziali sempre cari all'autore). Conan trova il favoloso palazzo di Almenenon, dove si trova un oracolo, la mummia perfettamente conservata della principessa Yelaya. Lui è interessato a certi gioielli che si trovano nel tempio, ovviamente I Gioielli di Gwahlur. Ma nello stesso tempo si presentano dei rivali con un esercito. Conan si allea precariamente con il potenziale rivale Thutmekri per impadronirsi dei tesori.
Conan scopre che Yelaya è viva! La principessa gli rivela che è stata costretta a rimanere nel tempio dalle maledizioni di potentissime divinità, per quanto sia una dea lei stessa. Conan però non le crede e, prosaicamente, le strappa la gonna, rivelando di averla riconosciuta: è una danzatrice, Muriela, messa lì da Zargheba (uno dei rivali) per fare da finto oracolo e infinocchiarlo. Quando i sacerdoti avessero chiesto all'oracolo il da farsi, lei avrebbe disposto di dare parte del tesoro a Thutmekri e di scuoiare vivo Conan.
