Il celeberrimo regista Guillermo del Toro ha proposto su Netflix la sua versione di Frankenstein, un altro di quei classici (tratto dal libro di Mary Shelley di ormai oltre 200 anni fa) che periodicamente vengono rielaborati. La storia ricostruita con licenza da del Toro ci offre un mondo cupo e sinistro, in cui il creatore del mostro, Viktor Frankenstein, non è uno studioso benintenzionato, ma fin dall'inizio un uomo egoista, ingannatore, tormentato da un ego smisurato che lo spinge a tentare l'impossibile. Un genio un po' maligno, che vuol "fargliela vedere" all'ambiente della scienza ufficiale che lo deride, ma non riesce, a sua volta, a ottenere l'esito perfetto che desidera.
Frankenstein ottiene l'appoggio di un benefattore che gli consente di proseguire gli esperimenti: vuol creare un uomo artificiale, rianimare una persona assemblata con corpi di cadaveri. Un mercante, Harlander, gli offre dei fondi. Viktor procede, ma c'è una persona che non riesce a sedurre: Elizabeth, nipote di Harlander e promessa sposa di William, fratello del nostro scienziato. In una prima scena, l'innocente Elizabeth prende soavemente per i fondelli Viktor e i suoi esperimenti; successivamente sembra nutrire qualche sentimento per lui, ma infine si convince che sia semplicemente un mostro e non avrà problemi a dirglielo in faccia.





