martedì 2 aprile 2013

Paprika

Come La Ragazza che Saltava nel Tempo di cui ho parlato reentemente, anche in questo Paprika è la mano di Yasutaka Tsutsui all'opera, stavolta in maniera molto più immaginifica e senza alcuna preoccupazione per sostenere con una spiegazione razionale la fantasmagoria delle immagini.
La storia parte da un congegno (DC Mini) usato dai terapeuti per entrare nei sogni dei pazienti di cui si occupano. Questa scoperta cade in mani sconosciute e si teme che ne venga fatto un uso sconsiderato. In realtà è la dottoressa Chiba che, sotto il falso nome di Paprika, utilizza la tecnologia anche al di fuori dell'istituzione che la controlla. Poiché la tecnologia del DC Mini è ancora imperfetta, lo strumento può essere usato in maniera non autorizzata da chiunque e per fini disonesti. Ed è ciò che avviene, chiaramente.

Il film diventa (volutamente) insensato, i sogni invadono la realtà con una folle parata che marcia per la città (con giocattoli, e pupazzi e bambole, allegri ma anche stranamente minacciosi). Il film ha un cattivo e dei buoni (che devono salvare la situazione disastrosa che è stata in effetti voluta da qualcuno) ma il tutto sembra un pretesto per mostrarci allucinazioni, colori e spettacoli di ogni genere. Abbiamo comunque la dottoressa Chiba-Paprika che viene aiutata da uno scienziato (infantile ma in gamba) e da un poliziotto, che lei stessa aveva curato, nell'arduo compito di scoprire chi ha creato tanto pasticcio. E nella vicenda i personaggi scopriranno, o verranno a patti, con aspetti di se stessi, o sentimenti che reprimevano.

Se c'è un messaggio, è quello dei pericoli della tecnologia, quando non è tenuta sotto controllo. Ma in fondo sotto la follia che pervade tutta la città con tante stranezze abbiamo una storia abbastanza tradizionale, con i buoni che alla fine rimettono le cose a posto. Film strano ma godibile.

2 commenti:

Davide CervelloBacato ha detto...

Strano ma godibile. Non potrei essere più d'accordo. Dopo metà film ho perso l'orientamento, ma quel che avevo davanti agli occhi era comunque niente male. Certo poteva essere gestito un po' meglio. Amen! Non è un capolavoro, affatto.. Ed è un peccato.

Bruno ha detto...

Tutto sommato mi è piaciuto.