Dopo un certo periodo senza Netflix mi era tornata una certa nostalgia, e alla fine ho riattivato il mio abbonamento (dopo molti mesi di sospensione, tanto che non mi mandavano nemmeno più i messaggi strappalacrime per farmi tornare). A Classic Horror Story è stato il primo film che ho visto col mio nuovo abbonamento.
Avevo sentito gridare al miracolo: un bel film horror fatto in Italia, con una nuova mentalità, nuovi produttori. A dire il vero avevo sentito anche delle critiche. Ho deciso quindi di vedere coi miei occhi com'è questo film.
A Classic Horror Story sembra partire come un film "on the road," cinque persone che devono fare un viaggio verso il sud, di alcuni conosciamo i motivi, di altri no. Viaggiano in car pooling. Il proprietario del veicolo è Fabrizio, una specie di nerd un po' impacciato che all'inizio fa un filmato dei suoi passeggeri come se dovesse documentare il viaggio su qualche canale dei social network.
Ovviamente i nostri eroi incapperanno in un grosso guaio prima di andare a destinazione. E qui parte una serie di eventi che non sto a dettagliare, ma che ci porta nel "folk horror," tema che sicuramente si adatta bene al panorama italiano. Il film sembra quasi voler dire: quando viaggiate in autostrada nel sud Italia in mezzo a montagne e foreste, cosa volete che ci sia al di là del guard-rail? Ma è chiaro: comunità degenerate che venerano divinità pagane, placandole con tremendi riti di sangue. In verità è anche peggio, fidatevi.
Come in tutti gli horror che si rispettino, anche qui abbiamo i conflitti sul da farsi tra i personaggi sempre più esasperati; le litigate, le rivelazioni sui motivi che li hanno portati a condividere l'infausto viaggio verso il sud. E giustamente la morte comincia a mietere vittime. Il tutto è, come molti prima di me hanno detto, fatto benino ma noiosamente convenzionale. Il tentativo di creare la suspense fa ben pochi risultati quando la storia è un collage di elementi che più o meno tutti abbiamo già visto da qualche altra parte. Trovo però interessante l'atmosfera delle scene, ed è curiosa la colonna sonora.
Passiamo ora agli spoiler per poter continuare in discorso. Ad un certo punto, colpo di scena. La verità è tutta un'altra... La mafia crea dei film in cui le persone vengono ammazzate davvero e li distribuisce in un canale clandestino. Fabrizio ha portato tutti in trappola, i tragici fatti dei nostri poveri eroi sono stati filmati, quella che se ne accorge è Elisa (interpretata da Matilda Lutz, vedi foto).
Luisa però, unica superstite, riesce a liberarsi e a vendicarsi (a colpi di fucile), per poi trovare l'uscita dalla zona in cui si è svolto il fattaccio e camminare verso la salvezza in una spiaggia, tra bagnanti che la vedono fradicia di sangue ma, anziché aiutare, la filmano con i cellulari.
Il film sfonda la "quarta parete," si rivolge direttamente al pubblico, affrontando temi come l'atteggiamento del pubblico verso i film italiani, la difficoltà di produrre cinema in Italia, e altre considerazioni (che compaiono in una chat fra gli spettatori di questo film clandestino).
Queste amare riflessioni finali, che si concludono con uno spettatore che dà al film una valutazione negativa sul proprio video, chiudono la storia con una nota di originalità, e stuzzicano qualche ragionamento. Poi il fatto che i registi accusino il pubblico di essere superficiale di fronte ai film horror può far piacere o meno a te, che fai parte del pubblico e ti becchi questa osservazione pepata.
Comunque va riconosciuto a questo Classic Horror Story di essere prodotto da mani esperte e professionali, il che in Italia non è da dare per scontato. Non c'è da aspettarsi chissà che cosa a livello di trama (salvo il colpo di scena finale che può piacere o meno), ma l'atmosfera c'è, una recitazione valida da parte degli attori pure. Se vi piace l'horror, non c'è nessun motivo per non vedere questo film.
3 commenti:
Molto bella la tua recensione, complimenti.
Concordo con tutto quello che hai scritto.
A me il film è piaciuto non è un capolavoro ma avercene di film così…
Ciao
Anche io come Max sono d'accordo con la tua recensione. Sì, non è assolutamente un capolavoro, ma un buon prodotto italiano, e questo mi fa piacere.
Mi fa piacere che condividiate la mia opinione. Se poi un bel giorno arrivasse un film horror italiano innovativo, geniale e di successo internazionale (e magari prima o poi arriverà) sarei felicissimo.
Posta un commento