Questo racconto ci porta un'ennessima antica civiltà creata dalla mente di Robert Howard, il regno di Almeenon, fondato da una razza bianca che poi si è mescolata alle popolazioni nere circostanti (temi razziali sempre cari all'autore). Conan trova il favoloso palazzo di Almenenon, dove si trova un oracolo, la mummia perfettamente conservata della principessa Yelaya. Lui è interessato a certi gioielli che si trovano nel tempio, ovviamente I Gioielli di Gwahlur. Ma nello stesso tempo si presentano dei rivali con un esercito. Conan si allea precariamente con il potenziale rivale Thutmekri per impadronirsi dei tesori.
Conan scopre che Yelaya è viva! La principessa gli rivela che è stata costretta a rimanere nel tempio dalle maledizioni di potentissime divinità, per quanto sia una dea lei stessa. Conan però non le crede e, prosaicamente, le strappa la gonna, rivelando di averla riconosciuta: è una danzatrice, Muriela, messa lì da Zargheba (uno dei rivali) per fare da finto oracolo e infinocchiarlo. Quando i sacerdoti avessero chiesto all'oracolo il da farsi, lei avrebbe disposto di dare parte del tesoro a Thutmekri e di scuoiare vivo Conan.
Conan decide di far cambiare il vaticinio a proprio favore e va ad eliminare Zargheba, ma lo trova già decapitato. Il falso vaticinio di Muriela non inganna il sacerdote Gwarunga, che la aggredisce: pur essendo ritenuto estraneo alle congiure relative al tesoro, in realtà Gwarunga le conosceva e sapeva benissimo cosa avrebbe dovuto dire la ragazza.
La storia si infittisce. Conan colpisce il sacerdote ma non riesce a eliminarlo, Muriela è misteriosamente rapita da un avversario che la raggiunge tramite una porta segreta, e la vera Yelaya si presenta! Che sia un tranello anche stavolta? Conan riesce a non farsi ammazzare e sfrutta la conoscenza di una pergamena che aveva trovato, scritta da un certo Bit-Yakin: comprende che i sacerdoti seguaci di costui avevano usato la storia dell'oracolo per ottenere doni. Approfittando delle rivalità tra i vari contendenti Conan riuscirà a mettere le mani sui favolosi gioielli, e se la caverà contro i servitori di Bit-Yakin. Ma nel parapiglia si ritrova a dover scegliere se salvare da una caduta Muriela oppure i gioielli, lascia che siano questi a cadere e se ne va con la bella, rimanendo povero come prima.
Questo racconto è un po' aggrovigliato, con svariati personaggi e colpi di scena, ma comunque interessante. Conan qui è avventura allo stato puro, astuto predone, furbo nelle contrattazioni e attento a non farsi ingannare. I soliti potenti dei popoli civilizzati ricorrono a sotterfugi, anche bizzarri o ridicoli, ma non riescono ad avere la meglio. Muriela, come tante donne dei racconti di Conan, è spesso una zavorra piagnucolosa, ma anche una furbacchiona usata in un complotto, ruolo da cui si riscatta passando dalla parte dell'eroe. E nonostante la trappola che gli era stata tesa all'inizio, Conan la ripaga proteggendola e, nel finale, addirittura sceglie di salvarla piuttosto che prendere i gioielli per cui si era dato tanta pena. Come spesso con Howard, il senso della narrazione è di mostrarci la forza, la decisione, la natura indomabile di questo personaggio, più che mostrarlo vincitore di chissà quali ricompense, anche se ovviamente anche quello a volte accade.
Una storia con qualche tratto ironico e scanzonato che ci presenta il personaggio di Conan nelle sue classiche caratteristiche. Piaccia o non piaccia.

2 commenti:
Buoin martedì!
@ Olga.t grazie, e anche buon mercoledì.
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