Proseguendo nell'esame dei racconti howardiani su Conan, questo I Maestri del Cerchio Nero ci porta in Vendhya, una specie di India primordiale, dove un giovane re sta, misteriosamente, morendo. La Devi (principessa) Yasmina tuona contro i medici ma non c'è molto che si possa fare. Infatti, tramite una ciocca di capelli appartenente al giovane sovrano, un mago ha lanciato un nefasto incantesimo.
Nel frattempo un governatore che regge la città di Peshkhauri, di nome Chunder Shan, ha catturato sette uomini delle tribù ostili per costringere il loro capo a venire a patti, e questo capo altri non è che Conan.
La trama si fa complessa. Conan fa irruzione, agendo per liberare i suoi uomini, e rapisce la Devi per imporre uno scambio. Una ancella infedele della principessa, Gitara, suggerisce al mago Khemsa di trovare l'ostaggio e impadronirsene sia a proprio vantaggio che per impedire lo scambio di prigionieri.
Khemsa avrebbe dovuto aiutare invece un certo Kerim Shah, dell'Iranistan: questo era l'incarico che i Veggenti Neri gli avevano affidato. Kerim Shah, che a sua volta ha mire sul regno per conto di un re straniero, decide di rapire la Devi per conto proprio.
Insomma la povera Yasmina è al centro delle mire di molti, e nell'ambito di questa rivalità, Khemsa elimina gli uomini di Conan che erano tenuti prigionieri, per impedire che siano scambiati con l'ostaggio, poi cerca di rivolgergli contro la tribù dei Wazuli, potenziali alleati del barbaro, infine vorrebbe morta anche la principessa. Il barbaro fugge portandosi dietro Yasmina, che comincia a subire il suo fascino, al punto che "non si sente oltraggiata" quando da lui riceve una pacca sul didietro.
Quattro misteriosi personaggi vestiti di nero intervengono a fermare Khemsa. L'ancella Gitara viene ipnotizzata dai loro terribili poteri e mandata a gettarsi in un abisso, una scena che mi richiama abbastanza (o forse parecchio) quella scena del film (il primo su Conan) in cui lo stregone Thulsa Doom ordina a una sua seguace di uccidersi in un modo simile. Khemsa invece viene travolto provocando una frana con mezzi magici. I quattro infine stordiscono Conan e si portano via la principessa.
Conan, che adesso ha contro anche la tribù degli Afghuli, incontra il moribondo Khemsa che gli dona una cintura e spiega un rituale che tornerà utile; poi incontra Kerim Shah e conclude una temporanea alleanza con lui. È abbastanza complicato fin qui? La Devi nel frattempo si trova nella fortezza dello Yimsha, è prigioniera del Veggente, che ha voluto la morte di suo fratello. Ora la tormenta con sogni ipnotici ma arriva Conan con Kerim Shah e le sue truppe. La fortezza è assaltata, e sebbene sia difesa dalla magia gli attaccanti si fanno sotto.
Per farla breve, Kerim Shah ci lascerà la pelle (con il suo seguito), Conan seguendo i suggerimenti di Khemsa distrugge il globo di cristallo che conteneva le anime dei maghi, che muoiono. Anche la cintura magica ha aiutato non poco il nostro barbaro, che alla fine vorrebbe tenersi la Devi Yasmina. Lei però è ora al comando dei cavalieri di Vendhya venuti a soccorrerla. Ha i suoi doveri di regina, e Conan è solo un guerriero nomade. Pertanto questo amore non si concretizza e ognuno va per la propria strada.
Questo è un racconto gradevole, lungo, con una storia articolata, e tutto sommato molti elementi affascinanti. Le descrizioni dei paesaggi le ho trovate piacevoli. Meno azzeccati i nomi dei popoli e dei luoghi, con riferimenti diretti alla Terra (Afghuli, Iranistan...) ma del resto il mondo di Conan è una Terra preistorica. Notevole il fatto che Conan si trova ad avere a che fare con una magia dagli effetti terribili (oltre ai danni diretti, le persone vengono ipnotizzate e usate come strumenti). Se la cava, e non è la prima volta, con aiuti inaspettati che gli permettono di avere la meglio.
Tra le varie cose mirabolanti che vediamo, a Kerim Shah viene strappato il cuore senza nemmeno toccarlo; abbiamo un'altra scena ripresa nel film, la freccia che in volo si trasforma in serpente.
Da notare il personaggio di Yasmina e quello che le accade: mentre la tortura, il Veggente si sforza di annientarla con i propri poteri ipnotici. Le fa conoscere i dolori del parto e l'amarezza del tradimento, "tutte le pene, i torti e le brutalità che l'uomo ha inflitto alla donna nel corso dei secoli," e in più la malignità delle altre donne; la fa sentire come una schiava nuda presa a frustate e allo stesso consapevole di essere una principessa oltraggiata. Conan qui mostra la sopraffazione delle donne come qualcosa che inevitabilmente fa parte della vita ma non ne dà certo un giudizio positivo, e la rude sensualità di Conan, che usa le donne per il proprio piacere ma non usa violenza, sembra una volta di più l'unica posizione etica.
Ma la principessa, sebbene prigioniera e impotente per la maggior parte della storia, è di sangue reale e consapevole del proprio rango. Riprende il controllo dei propri soldati, al termine del racconto, e non si concede a Conan, ma torna al proprio regno. Ora uno potrebbe vedere delle stratificazioni di classe nel modo in cui Howard tratta le donne che Conan incontra: egli fa quello che vuole delle sguattere, schiave e ballerine, delle donne forti (ce ne sono, come abbiamo già visto in altri post) è partner alla pari, delle donzelle di sangue reale è rispettoso e accetta di... essere mandato in bianco. È così? Mi limito a dire che le donne, nelle storie di Conan, non sono gli stereotipi che i maligni vogliono far credere. O almeno, non sempre.
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