Un gioco complicato ma interessante, questo Orleans, uscito da poco per la Dlp Games. L'ho sentito definire un "bag building game," ovvero una variante dei "deck building games" dove il giocatore deve selezionare le carte che vanno a costituire il suo mazzo. Qui abbiamo invece dei lavoratori, ma non è un comune gioco di piazzamento lavoratori perché si tratta di personaggi che ricoprono diverse conoscenze e mestieri: contadini, artigiani, monaci e così via. Quindi il giocatore può decidere "chi" acquisire e mettere nel suo sacchetto, poi dovrà pescare a caso e giocarsi la mano nel miglior modo possibile.
lunedì 29 dicembre 2014
sabato 27 dicembre 2014
Riflessioni finali sul 2014
Quest'anno è stato molto problematico, più ancora del 2013. Non solo un sacco di guai, anche di salute (la polmonite!), mi hanno costantemente impedito di concentrarmi su quello che volevo fare, ma ho inoltre provato un senso di stanchezza, che è diventato crescente nel corso dell'anno. Credo che quello ci sarebbe stato comunque, indipendentemente da tutto il resto. Sebbene aver pubblicato con una casa editrice (e aver poi diffuso gratuitamente il mio secondo libro) sia stato un momento a cui ho dato la sua importanza, sebbene certi giudizi favorevoli, o per lo meno positivi, mi abbiano fatto piacere, il risultato finale è stato un sacco di tensione e una sensazione di spossatezza e e logoramento.
Non ho ben inquadrato questa sensazione e il motivo ultimo della sua origine; spero che passi senza richiedermi ulteriori travagli interiori, per permettermi di completare a breve un altro progetto che in teoria avrebbe potuto essere finito e pubblicato un anno fa almeno. Il tempo passa. È notevole il fatto che da quando accantonai "per il momento" il mio libro Magia e Sangue per sforzi editoriali "più leggeri" siano trascorsi anni, e gli sforzi che nell'intenzione erano leggeri non siano stati in fin dei conti affatto lievi.
Nel frattempo il mio blog ha macinato il settimo anno. Sempre precario, con poche migliaia di accessi al mese che erano diventati un po' di più fino a un annetto o due fa, per poi declinare nuovamente.
Parecchi lettori-commentatori, a volte assidui, sono arrivati e se ne sono andati col tempo. Chissà a cosa si stanno interessando ora, mi domando. In fin dei conti se tieni aperto un blog non sei così importante, la gente può stancarsi e decidere di fare a meno di te, così come tu puoi decidere di abbandonare questa continua fatica che generalmente non trova grandi ricompense. Ogni tanto mi chiedo: smettero? Quando? Perché? Che sensazione mi darà farlo?
Chi lo sa. Per adesso auguro a tutti, e a me stesso, un migliore 2015.
Non ho ben inquadrato questa sensazione e il motivo ultimo della sua origine; spero che passi senza richiedermi ulteriori travagli interiori, per permettermi di completare a breve un altro progetto che in teoria avrebbe potuto essere finito e pubblicato un anno fa almeno. Il tempo passa. È notevole il fatto che da quando accantonai "per il momento" il mio libro Magia e Sangue per sforzi editoriali "più leggeri" siano trascorsi anni, e gli sforzi che nell'intenzione erano leggeri non siano stati in fin dei conti affatto lievi.
Nel frattempo il mio blog ha macinato il settimo anno. Sempre precario, con poche migliaia di accessi al mese che erano diventati un po' di più fino a un annetto o due fa, per poi declinare nuovamente.
Parecchi lettori-commentatori, a volte assidui, sono arrivati e se ne sono andati col tempo. Chissà a cosa si stanno interessando ora, mi domando. In fin dei conti se tieni aperto un blog non sei così importante, la gente può stancarsi e decidere di fare a meno di te, così come tu puoi decidere di abbandonare questa continua fatica che generalmente non trova grandi ricompense. Ogni tanto mi chiedo: smettero? Quando? Perché? Che sensazione mi darà farlo?
Chi lo sa. Per adesso auguro a tutti, e a me stesso, un migliore 2015.
lunedì 22 dicembre 2014
L'Ultima Ragione dei Re
E così ho letto anche l'Ultima Ragione dei Re di Joe Abercrombie (titolo ispirato alla frase che il Re Sole faceva incidere sui cannoni, a quanto pare, anche se in questo libro compare la polvere da sparo usata come esplosivo ma i cannoni non ci sono).
Ho criticato Abercrombie, ma non posso difendermi, se ho divorato la trilogia in così poco tempo devo ammettere che mi è piaciuta, o che ci ho trovato qualche cosa di buono. Mi sono allora domandato cosa.
Ho criticato Abercrombie, ma non posso difendermi, se ho divorato la trilogia in così poco tempo devo ammettere che mi è piaciuta, o che ci ho trovato qualche cosa di buono. Mi sono allora domandato cosa.
giovedì 18 dicembre 2014
The Hobbit: La Battaglia delle Cinque Armate
Ho avuto la possibilità di vedere l'ultimo film della serie The Hobbit in anteprima. Temevo già di annoiarmi a morte e c'è stato qualche momento in cui ho dormicchiato, vista la consuetudine del regista Peter Jackson di propinarci delle lungaggini; però la battaglia quando entra nel vivo val la pena di essere vista.
E la storiella d'amore tra l'elfa e il nano come finirà? Questo potevo fare anche a meno di saperlo (gli attori non si sono dimostrati molto all'altezza) ma nel complesso dopo essermi visto tutta la serie dei film tolkieniani di Peter Jackson non aveva senso mollare proprio questo.
Vi consiglio di andarci? Lanciate una moneta... io tutto sommato mi sono abbastanza divertito, pur con tutti i problemi che The Hobbit aveva evidenziato fin dal primo film.
E la storiella d'amore tra l'elfa e il nano come finirà? Questo potevo fare anche a meno di saperlo (gli attori non si sono dimostrati molto all'altezza) ma nel complesso dopo essermi visto tutta la serie dei film tolkieniani di Peter Jackson non aveva senso mollare proprio questo.
Vi consiglio di andarci? Lanciate una moneta... io tutto sommato mi sono abbastanza divertito, pur con tutti i problemi che The Hobbit aveva evidenziato fin dal primo film.
lunedì 15 dicembre 2014
The Lord of the Ice Garden
Ho dimenticato di segnalare questo boardgame, piuttosto carino, di cui trovate un articolo scritto da me su Fantasy Magazine.
Già che ci sono posto anche il link alla recensione di Giochi sul Nostro Tavolo.
Già che ci sono posto anche il link alla recensione di Giochi sul Nostro Tavolo.
venerdì 12 dicembre 2014
Non prima che siano impiccati
Il secondo libro della serie "La Prima Legge" di Joe Abercrombie si divide in varie avventure: il viaggio del mago Bayaz e della sua combriccola (tra cui quell'impiastro del suo allievo Quai, Logen Novedita, Ferro, Jezal) e la guerra nel Nord, dove il maggiore (anzi colonnello!) West si trova alle prese con il vanitoso e inetto principe Ladisla e, peggio ancora, con l'assalto del tirannico Bethod mentre le truppe migliori dell'Unione si trovano da tutt'altra parte. Nel frattempo l'Inquisitore Glokta riceve una promozione e va a condurre un'indagine nella città meridionale di Dagoska, ma allo stesso tempo gli tocca prendere la direzione della difesa militare della città, assalita dall'imperatore Khalul. Non Prima che siano Impiccati ha gli stessi pregi e difetti del precedente Il Richiamo delle Spade, alcuni aspetti magari deludenti, altri validi: comunque sia non posso dire di non averlo apprezzato, dal momento che l'ho letto in pochi giorni. Ne parlerò qui, ma attenzione alle spietate anticipazioni che farò sulla trama.
lunedì 8 dicembre 2014
Bagliori da Fomalhaut
Un altro libro breve (o racconto lungo) di Alessandro Girola di ambientazione mistero-lovecraftiana, Bagliori da Fomalhaut si svolge in Italia, anzi in Lombardia, e ci porta alla scoperta di una vicenda strana, di un mistero su una persona scomparsa che diventa indagine su qualcosa di remoto e irraggiungibile, anche se a poche ore di macchina da casa. Il libro ricorda parecchio due mie precedenti letture del medesimo autore, Il Treno di Moebius e La Nave dei Folli.
La partenza è in stile Lovecraftiano e più o meno simile in tutti e tre i racconti: un indagatore, o un gruppo di indagatori (giornalisti, investigatori ecc...), viene allertato riguardo all'esistenza di un mistero, e, sia pure con qualche perplessità, decide di seguirne la traccia con un crescendo di tensione. Tensione dapprima tenuta a freno dalla prosaica realtà dei fatti che non rivelano inizialmente nulla, e che poi a sorpresa si scatena nel disvelarsi, al di là di ogni possibile scetticismo, di qualche fatto anomalo e veramente degno di essere studiato o approfondito.
In Bagliori da Fomalhaut il protagonista maschile Max, uno scrittore che campa di articoli, collaborazioni televisive quando gli riesce, e vari lavori editoriali qua e là, viene contattato da una fascinosa modella in cerca di aiuto per la scomparsa del suo ragazzo Simone, che ha lasciato un solo messaggio, strano e angosciante, prima di non farsi più vedere. Il nostro eroe è stato preso in considerazione come salvatore dello scomparso Simone perché ha partecipato a trasmissioni su fatti misteriosi e programmi in stile Chi l'ha visto? Poco convinto, concede la sua collaborazione alla bella ragazza nella speranza di qualche romantico interludio.
Gli scarsi indizi conducono a un certo monastero di San Settentrio vicino al misterioso paese di Boccadipesce, deserto da molto tempo. Entrambi i posti non sono rintracciabili su alcuna mappa e su Internet ci sono pochissime, scarne citazioni. La ricerca porta a svelare lentamente una serie di leggende, miti e storie assai antiche: fatto inquietante, i monaci di San Settentrio avrebbero suscitato le ire papali qualche secolo fa, ma il monastero forse esiste ancora, a patto di riuscire a trovarlo.
La verità si conosce piuttosto rapidamente e manca un vero e proprio momento climatico, ma il nostro Max avrà il piacere di scoprire una realtà parecchio inquietante.
Il finale, sia pure intuibile, l'ho trovato abbastanza spiazzante, e diverso da quello degli altri racconti che ho citato sopra.
Premesso che Il Treno di Moebius e La Nave dei Folli sono forse più validi e intriganti di questo Bagliori da Fomalhaut, la storia è rapida e vivace, e di piacevole lettura. Consigliato.
La partenza è in stile Lovecraftiano e più o meno simile in tutti e tre i racconti: un indagatore, o un gruppo di indagatori (giornalisti, investigatori ecc...), viene allertato riguardo all'esistenza di un mistero, e, sia pure con qualche perplessità, decide di seguirne la traccia con un crescendo di tensione. Tensione dapprima tenuta a freno dalla prosaica realtà dei fatti che non rivelano inizialmente nulla, e che poi a sorpresa si scatena nel disvelarsi, al di là di ogni possibile scetticismo, di qualche fatto anomalo e veramente degno di essere studiato o approfondito.
In Bagliori da Fomalhaut il protagonista maschile Max, uno scrittore che campa di articoli, collaborazioni televisive quando gli riesce, e vari lavori editoriali qua e là, viene contattato da una fascinosa modella in cerca di aiuto per la scomparsa del suo ragazzo Simone, che ha lasciato un solo messaggio, strano e angosciante, prima di non farsi più vedere. Il nostro eroe è stato preso in considerazione come salvatore dello scomparso Simone perché ha partecipato a trasmissioni su fatti misteriosi e programmi in stile Chi l'ha visto? Poco convinto, concede la sua collaborazione alla bella ragazza nella speranza di qualche romantico interludio.
Gli scarsi indizi conducono a un certo monastero di San Settentrio vicino al misterioso paese di Boccadipesce, deserto da molto tempo. Entrambi i posti non sono rintracciabili su alcuna mappa e su Internet ci sono pochissime, scarne citazioni. La ricerca porta a svelare lentamente una serie di leggende, miti e storie assai antiche: fatto inquietante, i monaci di San Settentrio avrebbero suscitato le ire papali qualche secolo fa, ma il monastero forse esiste ancora, a patto di riuscire a trovarlo.
La verità si conosce piuttosto rapidamente e manca un vero e proprio momento climatico, ma il nostro Max avrà il piacere di scoprire una realtà parecchio inquietante.
Il finale, sia pure intuibile, l'ho trovato abbastanza spiazzante, e diverso da quello degli altri racconti che ho citato sopra.
Premesso che Il Treno di Moebius e La Nave dei Folli sono forse più validi e intriganti di questo Bagliori da Fomalhaut, la storia è rapida e vivace, e di piacevole lettura. Consigliato.
sabato 6 dicembre 2014
Un appuntamento terribile
Sta per arrivare il terzo film, serie The Hobbit di Peter Jackson. Ho dormito al primo. Al secondo si è scatenata la sindrome "non posso non vederlo!"
Anche al secondo però ho dormicchiato in sala. Ora sono combattuto. Costringermi a vederlo perché non si può mancare, o rendersi conto che sì, si può anche farne a meno?
Anche al secondo però ho dormicchiato in sala. Ora sono combattuto. Costringermi a vederlo perché non si può mancare, o rendersi conto che sì, si può anche farne a meno?
mercoledì 3 dicembre 2014
Hunger Games e Battle Royale: una scopiazzata?
Mi stupisce, ma c'è chi se lo chiede... per me, sì, The Hunger Games pur essendo molto più furbo e molto più di successo è assai una scopiazzata da Battle Royale, con il vantaggio di averlo girato dopo scegliendo cosa poteva andare e cambiando quello che c'era da cambiare. Sto parlando dei film (di entrambe le serie io ho visto solo il primo), non dei libri che hanno originato le trame. Quelli non ho davvero intenzione di leggerli. Se sapete l'inglese e volete leggere il post, accomodatevi.
mercoledì 26 novembre 2014
Il Richiamo delle Spade
Ce la mettono tutta a dirci che Joe Abercrombie è "il nuovo George Martin." A me non sembra che
scrivano in maniera simile, per niente. E del resto a mio parere scrivere come George Martin non è un complimento, almeno se ci riferiamo alla saga del Trono di Spade che non sono riuscito a leggere, in quanto stremato dalla noia dopo un'ottantina di pagine.
Un'altra cosa che dicono di Joe Abercrombie è che il suo fantasy si distingua per essere pervaso di brutalità, crudezza e pessimismo, sia pure pervasi da un cinico umorismo. Sono anche d'accordo, mi dà un po' fastidio quando dai commenti sembra quasi che il "low fantasy," che esiste da decenni, lo abbia inventato lui, o l'illustre George Martin.
A dire il vero di Abercrombie, di cui ho letto Il Richiamo delle Spade, mi piace più come scrive che quello che scrive. Questo libro, che fa parte di una trilogia (La Prima Legge) e ha come titolo originale The Blade Itself, narra diverse storie in contemporanea, ambientate in un mondo che potremmo dire, approssimativamente, tardo medievale.
scrivano in maniera simile, per niente. E del resto a mio parere scrivere come George Martin non è un complimento, almeno se ci riferiamo alla saga del Trono di Spade che non sono riuscito a leggere, in quanto stremato dalla noia dopo un'ottantina di pagine.
Un'altra cosa che dicono di Joe Abercrombie è che il suo fantasy si distingua per essere pervaso di brutalità, crudezza e pessimismo, sia pure pervasi da un cinico umorismo. Sono anche d'accordo, mi dà un po' fastidio quando dai commenti sembra quasi che il "low fantasy," che esiste da decenni, lo abbia inventato lui, o l'illustre George Martin.
A dire il vero di Abercrombie, di cui ho letto Il Richiamo delle Spade, mi piace più come scrive che quello che scrive. Questo libro, che fa parte di una trilogia (La Prima Legge) e ha come titolo originale The Blade Itself, narra diverse storie in contemporanea, ambientate in un mondo che potremmo dire, approssimativamente, tardo medievale.
domenica 23 novembre 2014
La Guerra del 13
Una storia di bande giovanili e di gioventù perdute, quella di Massimo Mazzoni con La Guerra del 13, storia di un ragazzo che va alle medie, a quanto pare con scarsissimo profitto, ed è ai margini di una banda, i Lobos, che vive di furti e droga.
A dire il vero Laz, il protagonista, non ha scelto ancora la sua strada. Camilla, la sua ragazza, cerca di fargli capire che non avrà un gran futuro se deciderà di affiliarsi a una banda di delinquenti.
A dire il vero Laz, il protagonista, non ha scelto ancora la sua strada. Camilla, la sua ragazza, cerca di fargli capire che non avrà un gran futuro se deciderà di affiliarsi a una banda di delinquenti.
sabato 22 novembre 2014
Due paroline per Amazon dalla LeGuin
Per gli anglofoni, un articolo sul National Book Award 2014 dove la grande scrittrice USA si schiera contro il gigante della distribuzione (in fondo all'articolo, tocca avere un po' di pazienza...).
Traduco, probabilmente male, un paio di frasi chiave.
"Oggi come oggi penso che abbiamo bisogno di scrittori che conoscano la differenza tra produrre un oggetto per il mercato e praticare un'arte... Ho avuto una lunga, bella carriera, in ottima compagnia. Ora, giunta alla fine, non voglio veder svendere la letteratura americana. Noi che viviamo scrivendo e pubblicando vogliamo, ed è giusto che reclamiamo, la nostra giusta ricompensa. Ma il nome di questa ricompensa non è profitto. Il suo nome è libertà."
Nel suo intervento Ursula LeGuin ha puntato il dito contro l'atteggiamento di Amazon e del sig. Bezos, e la sua caccia di profitti, facendo riferimento alla recente guerra commerciale con Hachette: "Abbiamo appena visto un profittatore cercare di punire un editore per la sua disubbidienza."
Ha ragione? O fa il paio con quel signore che parla degli scrittori che si rivolgono ad Amazon come a dei millantatori simili a quelli che si credono cantanti perché cantano sotto la doccia?
A voi il giudizio.
(sempre in inglese, un altro articolo qui).
Traduco, probabilmente male, un paio di frasi chiave.
"Oggi come oggi penso che abbiamo bisogno di scrittori che conoscano la differenza tra produrre un oggetto per il mercato e praticare un'arte... Ho avuto una lunga, bella carriera, in ottima compagnia. Ora, giunta alla fine, non voglio veder svendere la letteratura americana. Noi che viviamo scrivendo e pubblicando vogliamo, ed è giusto che reclamiamo, la nostra giusta ricompensa. Ma il nome di questa ricompensa non è profitto. Il suo nome è libertà."
Nel suo intervento Ursula LeGuin ha puntato il dito contro l'atteggiamento di Amazon e del sig. Bezos, e la sua caccia di profitti, facendo riferimento alla recente guerra commerciale con Hachette: "Abbiamo appena visto un profittatore cercare di punire un editore per la sua disubbidienza."
Ha ragione? O fa il paio con quel signore che parla degli scrittori che si rivolgono ad Amazon come a dei millantatori simili a quelli che si credono cantanti perché cantano sotto la doccia?
A voi il giudizio.
(sempre in inglese, un altro articolo qui).
martedì 18 novembre 2014
Il Regno di Ga'Hoole - La Leggenda dei Guardiani
Ho recuperato in DVD un film del 2010 che avevo trascurato a suo tempo, in parte perché mi era sembrato (non a torto) un film più per bambini che per adulti, in parte perché all'epoca c'era più carne al fuoco ed era difficile stare dietro a tutto. Questo film, Il Regno di Ga'Hoole, sottotitolo La Leggenda dei Guardiani, è la trasposizione cinematografica (in animazione) dei romanzi scritti da Kathryn Lasky, autrice statunitense. La regia del film è del molto amato e odiato Zack Snyder, la cui mano ha diretto boiate come 300 e Sucker Punch, trasposizioni "alla lettera" come Watchmen (il meglio riuscito dei suoi film secondo me, e forse proprio perché non si è inventato quasi nulla), e film che non mi son sentito di vedere come L'Uomo d'Acciaio. Una cosa c'è da dire di questo Regno di Ga'Hoole: l'animazione è di prima qualità, con i movimenti di gufi, civette e varie bestie (volanti e non) resi alla perfezione, e panorami magnifici. Questa è la qualità migliore del film, il che significa, di conseguenza, che la trama fa pena.
giovedì 13 novembre 2014
Memories of Ice
I mondi epici immaginati da Steven Erikson non li ho mai trovati ben digeribili: ne ho già parlato in occasione delle recensioni al primo e al secondo libro della serie The Malazan Book of the Fallen, il cui nome è notoriamente errato nella traduzione italiana. Per quanto riguarda Memories of Ice ho avuto un problema in più, nel senso che già la lettura per me era complicata in quanto il tempo che potevo dedicargli era quello passato in metropolitana nel tragitto casa-ufficio, quando poi ho pigliato la polmonite ho dovuto fare una pausa forzata di un mese abbondante.
Perché non si riesce a concentrarsi nemmeno per leggere bene, quando si ha la polmonite. Al massimo un fumetto o qualcosa di breve e facile. Nonostante tutto, una volta guarito, ho ripreso e terminato, lentamente, la lettura del libro. Come mai?
Perché non si riesce a concentrarsi nemmeno per leggere bene, quando si ha la polmonite. Al massimo un fumetto o qualcosa di breve e facile. Nonostante tutto, una volta guarito, ho ripreso e terminato, lentamente, la lettura del libro. Come mai?
giovedì 6 novembre 2014
Interstellar
L'ultima fatica di Christopher Nolan ci porta nello spazio profondo a chiederci cosa abbia inventato per noi stavolta questo regista "complicato" di Hollywood. Forte di una sceneggiatura scritta dallo stesso Nolan in compagnia di... suo fratello Jonathan, Interstellar non è in effetti un film né così cervellotico (anche se ogni tanto i personaggi filosofeggiano alla grande) né così complesso nonostante la durata. Nolan si prende lo sfizio di fare una cosa che pochi registi osano fare (nello spazio non si trasmettono i suoni), fa del grande spettacolo e della grande epica, ma se volete della fantascienza dura e pura sarete molto delusi da questo film, che prenderà una svolta piuttosto mielosa verso il finale. Un altro aspetto particolare (per me interessante, ma è proprio quello che a un certo punto farà un po' sbroccare la storia) è quello degli affetti, delle relazioni di persone che devono separarsi per periodi lunghissimi, imprevedibili, con i bizzarri effetti delle distorsioni temporali che entrano in gioco.
lunedì 3 novembre 2014
Dead of Winter
Se non siete stanchi dell'apocalisse zombie assorbita in tutte le salse c'è un altro gioco che ne parla. Non è certo il primo. Il motivo per cui ha suscitato il mio interesse è il fatto che appartiene a una categoria che mi piace: i cooperativi imperfetti. Ovvero: i giocatori hanno il medesimo obiettivo, sconfiggere "il sistema di gioco" automatico che combatte contro di loro, ma c'è qualcosa che può metterli uno contro l'altro. In Battlestar Galactica (ne ho parlato nel lontano 2008!!) esiste il traditore, ovvero il Cylon sotto mentite spoglie. In questo gioco, il cui titolo è Dead of Winter (edito dalla Plaid Hat Games) la situazione è diversa, nel senso che tutti i giocatori hanno un obiettivo particolare, che di solito include il raggiungimento di quello comune, ovvero la sopravvivenza del gruppo. Ma ognuno deve raggiungere anche il proprio obiettivo il che potrebbe condurlo a dei comportamenti non ottimali dal punto di vista degli altri; peggio ancora, anche qui può esserci il traditore, solo che è più raro che in Galactica (potrebbe benissimo non esserci, ma il dubbio rimane).
lunedì 27 ottobre 2014
Beyond Earth, prime impressioni di gioco
Sono da sempre un appassionato della serie Civilization di Sid Meier e aspettavo Beyond Earth, che praticamente sarebbe il sesto gioco della serie, con molte attese. Perché si diceva che Beyond Earth, che riportava il gioco nello spazio, avrebbe ripreso qualcosa del vecchio Alpha Centauri, il secondo gioco della serie di Civilization (figlio non solo di Sid Meier ma di altri sviluppatori, e destinato a rimanere senza seguiti per la difficoltà di riunire i diritti, se non vado errato). Ero anche convinto fin dall'inizio che sarei stato deluso, in verità. Ebbene, un po' è andata così. Vediamo perché.
Segnalazione di Utopia Morbida
Su richiesta dell'autore Fabio Lastrucci segnalo Utopia Morbida, un "racconto lungo" ambientato nel prossimo futuro, in un'Italia devastata da una guerra e stretta nella morsa di una dittatura. Il potere viene sfidato da un gruppo di non violenti con un metodo unico di ribellione.
Buona lettura.
Buona lettura.
venerdì 24 ottobre 2014
Ribellioni e rivoluzioni, storia alternativa e storia vera
Argomento di un articolo che ho trovato interesante: Le lezioni che ci insegnano le vere rivoluzioni, e che nelle narrazioni distopiche non vengono mai mostrate.
Forse non dice nulla di eccezionale (per chi ha letto un po' di libri di storia) ma lo trovo interessante perché mette a nudo le banalizzazioni e le semplificazioni che vediamo sempre al cinema, che leggiamo quasi sempre nei libri, quando si parla di cambiamenti sociali , rivoluzioni, distopie o ribellioni.
Questo il link (un link per anglofoni):
http://io9.com/10-lessons-from-real-life-revolutions-that-fictional-dy-1634087647
Ci sono molti richiami a un saggio e razionale realismo su come "veramente funziona" una rivoluzione che riesce a vincere. Questi mi trovano concorde, perché generalmente veri, ma forse esistono anche delle eccezioni. Facciamo un esempio.
Le problematiche nelle distopie del giorno d'oggi, leggiamo nell'articolo (punto 4), sono molto più profonde e attuali perché è quello di cui vogliono parlare al giorno d'oggi gli autori, che trovano forse semplicistico parlare di banali rivolte "per il pane..." che però sono storicamente più reali.
Questo è vero, purtroppo, ci si ribella solo quando si arriva a quel punto lì, nella maggioranza dei casi. Ma non è sempre così, niente affatto. Il '68 forse non è stata una vera ribellione o rivoluzione, forse andrebbe derubricato come fenomeno di costume, però è sorto per motivi che sono l'esatto contrario: gente che aveva abbastanza da mangiare e si rendeva conto di altre cose che non aveva.
Non dimentichiamoci una cosa che l'articolo si limita ad accennare nel finale, però: le rivoluzioni sono sempre sconfitte. Non ottengono mai quello per cui si dice inizialmente di lottare, non realizzano mai gli ideali di chi lotta e si fa ammazzare. Quando vincono i rivoluzionari c'è il caos, interviene poi qualche uomo forte o potere che era rimasto dietro le quinte, e succede "qualcos'altro" rispetto a quelli che erano gli ideali iniziali.
Eppure quel "qualcos'altro" sebbene possa essere una delusione, potrebbe per alcuni aspetti mantenere comunque una carica rivoluzionaria. Ad esempio: Napoleone aveva ucciso lo spirito liberale della rivoluzione francese diventando un imperatore: ma era un imperatore che non proveniva dalla nobiltà e che era approvato dal popolo. E le sue truppe portavano con sé almeno una parte degli iniziali ideali rivoluzionari. Per questo motivo, oltre che per la sua abilità militare, Napoleone faceva molta paura ai sovrani suoi colleghi, che non gli hanno mai concesso tranquillità fino a che non l'hanno eliminato.
Forse non dice nulla di eccezionale (per chi ha letto un po' di libri di storia) ma lo trovo interessante perché mette a nudo le banalizzazioni e le semplificazioni che vediamo sempre al cinema, che leggiamo quasi sempre nei libri, quando si parla di cambiamenti sociali , rivoluzioni, distopie o ribellioni.
Questo il link (un link per anglofoni):
http://io9.com/10-lessons-from-real-life-revolutions-that-fictional-dy-1634087647
Ci sono molti richiami a un saggio e razionale realismo su come "veramente funziona" una rivoluzione che riesce a vincere. Questi mi trovano concorde, perché generalmente veri, ma forse esistono anche delle eccezioni. Facciamo un esempio.
Le problematiche nelle distopie del giorno d'oggi, leggiamo nell'articolo (punto 4), sono molto più profonde e attuali perché è quello di cui vogliono parlare al giorno d'oggi gli autori, che trovano forse semplicistico parlare di banali rivolte "per il pane..." che però sono storicamente più reali.
Questo è vero, purtroppo, ci si ribella solo quando si arriva a quel punto lì, nella maggioranza dei casi. Ma non è sempre così, niente affatto. Il '68 forse non è stata una vera ribellione o rivoluzione, forse andrebbe derubricato come fenomeno di costume, però è sorto per motivi che sono l'esatto contrario: gente che aveva abbastanza da mangiare e si rendeva conto di altre cose che non aveva.
Non dimentichiamoci una cosa che l'articolo si limita ad accennare nel finale, però: le rivoluzioni sono sempre sconfitte. Non ottengono mai quello per cui si dice inizialmente di lottare, non realizzano mai gli ideali di chi lotta e si fa ammazzare. Quando vincono i rivoluzionari c'è il caos, interviene poi qualche uomo forte o potere che era rimasto dietro le quinte, e succede "qualcos'altro" rispetto a quelli che erano gli ideali iniziali.
Eppure quel "qualcos'altro" sebbene possa essere una delusione, potrebbe per alcuni aspetti mantenere comunque una carica rivoluzionaria. Ad esempio: Napoleone aveva ucciso lo spirito liberale della rivoluzione francese diventando un imperatore: ma era un imperatore che non proveniva dalla nobiltà e che era approvato dal popolo. E le sue truppe portavano con sé almeno una parte degli iniziali ideali rivoluzionari. Per questo motivo, oltre che per la sua abilità militare, Napoleone faceva molta paura ai sovrani suoi colleghi, che non gli hanno mai concesso tranquillità fino a che non l'hanno eliminato.
lunedì 20 ottobre 2014
Lukas
Licantropi, mostri e vampiri in salsa Bonelli Editore? La miniserie Lukas è destinata a durare 24 mesi (e altrettanto numeri, quindi) e ci porta in più intimo contatto con i "cattivi" che altri personaggi come Dylan Dog affrontano e incontrano spesso ma senza doverci convivere. Di fatto in questo caso, e qui abbiamo la grossa differenza, il protagonista "è" uno di loro. Lukas è un ridestato, un uomo tornato dalla tomba ma senza la grossolana fame di carne umana di molti suoi simili.
sabato 18 ottobre 2014
Segnalazione
Per gli amanti di Wallace and Gromit: una pagina (in inglese) su tutti i riferimenti nascosti, o che si vedono per pochi fotogrammi e in piccole dimensioni, comparsi nel film La Maledizione del Coniglio Mannaro.
giovedì 16 ottobre 2014
Segnalazione (occhio!)
C'è un sito in cui dicono di distribuire gratis Nove Guerrieri, un mio ebook che invece è a pagamento.
Oltre all'illegalità di questo fatto, segnalo che quando ho cercato di scaricarlo (tanto per vedere se era vero) mi sono beccato un file .exe per fortuna bloccato dal mio antivirus.
Morale della favola: state attenti a quello che fate, e ai siti che frequentate.
Il sito è general trattino ebooks punto com.
Oltre all'illegalità di questo fatto, segnalo che quando ho cercato di scaricarlo (tanto per vedere se era vero) mi sono beccato un file .exe per fortuna bloccato dal mio antivirus.
Morale della favola: state attenti a quello che fate, e ai siti che frequentate.
Il sito è general trattino ebooks punto com.
mercoledì 15 ottobre 2014
Capitan Harlock: l'Arcadia della mia giovinezza
Dal momento che il film usciva il 15 ottobre (oggi) per una serata sola, quando leggerete questo post sarà troppo tardi per leggerlo sullo schermo. Comunque Capitan Harlock: l'Arcadia della mia giovinezza non ricalca esattamente la storia del primo Capitan Harlock (la serie animata che fu trasmessa alla TV italiana cento anni fa) ma riprende gli avvenimenti che fanno da pietra miliare di un'altra serie in questo universo narrativo completamente caotico. L'appuntamento quindi mi ha mantenuto sveglio l'interesse per la "tradizionale" serie che, ai tempi, non avevo potuto vedere, però il film non segue la medesima trama. E la storia comunque è carente, come nella maggior parte degli anime di quel periodo. Ovvero, qualsiasi cosa succeda e quali che siano i rapporti di forze, Capitan Harlock vince e stravince; e se sembra in altre occasioni finire alla mercé dei suoi avversari, riesce sempre a liberarsene in maniera rocambolesca, oppure trova qualche personaggio vincolato dall'onore che si sente costretto a offrirgli una via di fuga.
Quanto alla trama, in questa occasione la Terra è un pianeta occupato e il nostro eroico capitano-pirata lotta per la libertà, sia la propria che quella di un altro pianeta (Tokarga) minacciato dai cattivi (gli Illumidas). L'eroico capitano ammazzerà un sacco di gente per una buona causa. Ma il finale non sarà proprio vittorioso.
domenica 12 ottobre 2014
Una simpatica segnalazione
Sul blog Beati Lotofagi una bella e vivace segnalazione dei miei ebook. Eccola qui se volete dare un'occhiata. Ringrazio sentitamente.
sabato 11 ottobre 2014
E la fantascienza ottimista?
Qualcuno dice che è ora di essere ottimisti. Qualcun altro ci spiega perché non lo siamo più. A dire il vero l'epoca in cui la fantascienza si illudeva di immaginare il futuro da costruire e pensava di anticiparlo è passata, ma poiché viviamo in un mondo in cui, facendo tutte le previsioni del caso, c'è da vederla piuttosto brutta, anche la fantascienza si dibatte fra distopie, futuro "dark" e pessimista, e apocalissi vere e proprie.
Dei trend personalmente m'interesso poco, ma poiché alcuni di essi (tipo le storie apocalittiche) mi hanno abbastanza stancato, ben venga qualche novità. Anche se non so quanto mi interesserebbe, personalmente, leggere storie di fantascienza "ottimiste." Comunque sia, la fantascienza di evasione è sempre esistita, no?
Ma una buona notizia per il futuro è arrivata: contrariamente da quello che ci raccontano, esaminando la situazione dati alla mano si scopre che di scorte di petrolio ne abbiamo tranquillamente per più di cento anni. Ma forse, visto che consumarlo inquina, non è una buona notizia...
Dei trend personalmente m'interesso poco, ma poiché alcuni di essi (tipo le storie apocalittiche) mi hanno abbastanza stancato, ben venga qualche novità. Anche se non so quanto mi interesserebbe, personalmente, leggere storie di fantascienza "ottimiste." Comunque sia, la fantascienza di evasione è sempre esistita, no?
Ma una buona notizia per il futuro è arrivata: contrariamente da quello che ci raccontano, esaminando la situazione dati alla mano si scopre che di scorte di petrolio ne abbiamo tranquillamente per più di cento anni. Ma forse, visto che consumarlo inquina, non è una buona notizia...
giovedì 9 ottobre 2014
"Amazon è solo un camionista digitale"
Questo articolo su Repubblica merita di essere letto. Parla l'agente letterario che rappresenta gli scrittori più famosi (e danarosi, mi pare di capire), e descrive le prospettive attuali della lotta dei suoi rappresentati e di certe case editrici contro Amazon, il gigantesco distributore online.
Spazio Profondo
C'è un "new deal" alla Sergio Bonelli Editore, e il personaggio di Dylan Dog sta avendo un clamoroso rimaneggiamento, di cui avrete certamente (se siete appassionati) sentito parlare. Io non posso dirmi un vero e proprio seguace dell'Investigatore dell'Incubo, ma sono abbastanza vecchiotto da poter dire di seguirlo, saltuariamente, da un sacco di tempo. Per quanto io non sia di gusti difficili per quanto riguarda i fumetti (leggo ogni tanto Tex, figuratevi) devo dire che a volte Dylan ha avuto dei crolli di ispirazione (e anche di qualità del disegno) da rabbrividire, ma ha anche saputo regalare delle bellissime storie. Qualcuna un po' troppo basata su... ehm... sulle famose "citazioni" tanto care ai suoi sceneggiatori. Ma Dylan Dog è tuttora un personaggio mitico che amo e rispetto.
sabato 4 ottobre 2014
Elric
Fra tutti i pur notevoli adattamenti grafici delle storie di Elric esistenti,ce n'è uno solo che posso definire senza riserva alcuna molto fedele alla mia visione originale. Ed è quello che avete sotto gli occhi. Parla Michael Moorcock e le sue parole lasciano poco spazio al dubbio. L'ultimo adattamento grafico delle avventure dell'eroe albino Elric è quello, adesso come adesso, che possiamo considerare definitivo. Addirittura lo sceneggiatore Julien Blondel ha fatto delle aggiunte, con l'approvazione di Moorcock, che migliorano l'originale. Quella che oggi possiamo leggere è la saga di Elric che lui stesso avrebbe scritto se avesse pensato per primo a certe cose.
Insomma una presentazione coi fiocchi per questo primo volume (Elric - Il Trono di Rubino) pubblicato da Mondadori. Ricordiamo, per completare i nomi dell'equipe francese che ci ha dato quest'opera, oltre allo sceneggiatore Blondel i tre disegnatori Didier Poli, Robin Recht, Jean Bastide, coautori del fumetto "definitivo" su Elric di Melnibone.
Insomma una presentazione coi fiocchi per questo primo volume (Elric - Il Trono di Rubino) pubblicato da Mondadori. Ricordiamo, per completare i nomi dell'equipe francese che ci ha dato quest'opera, oltre allo sceneggiatore Blondel i tre disegnatori Didier Poli, Robin Recht, Jean Bastide, coautori del fumetto "definitivo" su Elric di Melnibone.
domenica 28 settembre 2014
Rovine
Mentre scherzavo riguardo a una pianta venuta a Milano e dintorni dall'estremo oriente, pianta capace di rovinare strade ed edifici, mi è stato suggerito questo film: Rovine, del 2008. Coproduzione USA - Australia diretta da Carter Smith (a me ignoto), si tratta di un film horror dove le piante, ebbene sì, la fanno da padrone. Tra gli attori nessun nome celebre o grande protagonista di successi del passato, anche se si tratta di professionisti con diversi ruoli alla spalle, talvolta in pellicole note. La nostra storia parte con due coppie di turisti americani in vacanza in Messico, i classici ragazzi stupidi e allupati che sono le vittime designate nei film dell'orrore (qui hanno passato il liceo, però).
Questa cosa dei giovani scemi, o superficiali, che finiscono spesso per essere le vittime designate in questi film non me la spiego... forse i produttori cercano di far immedesimare nei loro guai la maggior parte del pubblico (che immagino composto da ragazzi). O per qualche motivo i giovani spensierati sono i personaggi che funzionano meglio? Si accettano opinioni in merito.
Questa cosa dei giovani scemi, o superficiali, che finiscono spesso per essere le vittime designate in questi film non me la spiego... forse i produttori cercano di far immedesimare nei loro guai la maggior parte del pubblico (che immagino composto da ragazzi). O per qualche motivo i giovani spensierati sono i personaggi che funzionano meglio? Si accettano opinioni in merito.
sabato 27 settembre 2014
Empire - Il Generale Fantasma
A cura della Cosmo Editoriale questo fumetto in formato popolare (tipo Tex, tanto per intenderci) ci porta una storia a cura di Jean-Pierre Pécau e Igor Kordey, una specie di epoca napoleonica ucronica in salsa steampunk. In questo mondo alternativo Napoleone ha conquistato il levante anziché continuare a fare a mazzate con i potentati europei, portando sotto il controllo dell'impero francese perfino una parte dell'India. Gli Inglesi però non si danno per vinti ed è proprio a seguito delle loro contromosse che si scatena questa avventura in tre parti (che compongono una trama autoconclusiva, per quanto poi la storia si muova in un universo più ampio).
La sconfitta di un esercito francese in una battaglia che sembrava mezza vinta crea curiosità e allarme: i perfidi britannici hanno alle loro dipendenze uno strano generale, un fenomeno, che dà ordini stando nascosto in un carro coperto. Chi potrà essere? Alcuni eroici agenti francesi si occupano di questo mistero. Tra fanatici Thug che adorano la dea Kali, carri armati a vapore, navi a pale che corrono per gli oceani, vascelli volanti, personaggi ottocenteschi ripescati o almeno citati (Mary Shelley, ad esempio, e diversi precursori delle moderne tecnologie) si svolgono le pericolose avventure dei nostri eroi. Abbastanza carino, anche per me, anche se del genere vapore letterario me ne cale abbastanza poco. Bellini i disegni (volti un pochino stereotipati ma almeno non è un manga...) nonostante il formato che non li esalta. Questo Empire - Il Generale Fantasma è un bell'investimento per la modica somma di 5 euro.
La sconfitta di un esercito francese in una battaglia che sembrava mezza vinta crea curiosità e allarme: i perfidi britannici hanno alle loro dipendenze uno strano generale, un fenomeno, che dà ordini stando nascosto in un carro coperto. Chi potrà essere? Alcuni eroici agenti francesi si occupano di questo mistero. Tra fanatici Thug che adorano la dea Kali, carri armati a vapore, navi a pale che corrono per gli oceani, vascelli volanti, personaggi ottocenteschi ripescati o almeno citati (Mary Shelley, ad esempio, e diversi precursori delle moderne tecnologie) si svolgono le pericolose avventure dei nostri eroi. Abbastanza carino, anche per me, anche se del genere vapore letterario me ne cale abbastanza poco. Bellini i disegni (volti un pochino stereotipati ma almeno non è un manga...) nonostante il formato che non li esalta. Questo Empire - Il Generale Fantasma è un bell'investimento per la modica somma di 5 euro.
giovedì 25 settembre 2014
Ce la farò a vedere Lucy?
Questo strano 2014 non ha finora offerto tantissimo quanto a cinema. Mi ci sono recato poche volte, certamente anche per via della polmonite che mi ha paralizzato per un sacco di tempo. Aspettavo quindi con curiosità questo strano film, Lucy, con Scarlett Johansson come protagonista e Luc Besson come regista.
Poi sono andato a dare un'occhiata su Wikipedia, dove lo descrivono come un film su una tipa cui capita di trafficare (involontariamente se ho capito bene) della droga oltre confine, di assumerne per errore una quantità fenomenale, e anziché schiattare come capita ai tossici timorati di Dio, trasformarsi in una specie di superdonna. Perché la droga aumenterebbe le capacità cerebrali e noi (secondo una leggenda nata non so dove, ma che è abbondantemente smentita) usiamo "solo il 10 per cento del nostro cervello" e se lo usassimo tutto potremmo fare delle cose incredibili.
Al che mi sono detto: ok, sarà divertente, fiumi di violenza e scene spettacolari (Besson lo conosciamo no?), ma non so se ce la faccio a vedere un film con una premessa così idiota. Ha fatto successo, per carità, con un budget di 40 milioni di dollari ne ha già raccattati oltre 350, ma a me non viene comunque la voglia. Vedrò se mi sarà possibile risolvere l'impasse nei prossimi giorni, o se finirò per occuparmi da ora in poi di film di intellettuali bulgari.
Poi sono andato a dare un'occhiata su Wikipedia, dove lo descrivono come un film su una tipa cui capita di trafficare (involontariamente se ho capito bene) della droga oltre confine, di assumerne per errore una quantità fenomenale, e anziché schiattare come capita ai tossici timorati di Dio, trasformarsi in una specie di superdonna. Perché la droga aumenterebbe le capacità cerebrali e noi (secondo una leggenda nata non so dove, ma che è abbondantemente smentita) usiamo "solo il 10 per cento del nostro cervello" e se lo usassimo tutto potremmo fare delle cose incredibili.
Al che mi sono detto: ok, sarà divertente, fiumi di violenza e scene spettacolari (Besson lo conosciamo no?), ma non so se ce la faccio a vedere un film con una premessa così idiota. Ha fatto successo, per carità, con un budget di 40 milioni di dollari ne ha già raccattati oltre 350, ma a me non viene comunque la voglia. Vedrò se mi sarà possibile risolvere l'impasse nei prossimi giorni, o se finirò per occuparmi da ora in poi di film di intellettuali bulgari.
Sempre più dark
Un articolo in inglese di Bob Bricken: piuttosto lungo e ricco di esempi (dal Batman di Chris Nolan alla serie TV Battlestar Galactica reimmaginata di qualche anno fa) sul fatto che molto di quello che oggi si produce in termini di libri, fumetti, TV, spettacolo tende a essere oscuro, duro e pessimista, ma che questo non sempre fa bene a una trama, e rischia oggi come oggi di essere ripetitivo e banale.
A mio parere oggi i gusti del pubblico sono influenzati inevitabilmente dallo spirito dei tempi, e così come si poteva avere uno sciocco ottimismo e fiducia nel futuro durante gli anni '60 - in cui tante cose andavano meglio di oggi, e se molti progressi erano illusori, non si sapeva - oggi esiste la consapevolezza di molte terribili sfide per il futuro. Quindi le tonalità dell'immaginario penso che per un po' resteranno quello che sono.
Resta il fatto che sì, magari un raggio di luce e di speranza almeno nella finzione libraria o cinematografica non guasterebbe.
A mio parere oggi i gusti del pubblico sono influenzati inevitabilmente dallo spirito dei tempi, e così come si poteva avere uno sciocco ottimismo e fiducia nel futuro durante gli anni '60 - in cui tante cose andavano meglio di oggi, e se molti progressi erano illusori, non si sapeva - oggi esiste la consapevolezza di molte terribili sfide per il futuro. Quindi le tonalità dell'immaginario penso che per un po' resteranno quello che sono.
Resta il fatto che sì, magari un raggio di luce e di speranza almeno nella finzione libraria o cinematografica non guasterebbe.
mercoledì 24 settembre 2014
Ancora sul duro mestiere del blogger
Quando chiude un blog significativo, uno che (al di là dell'esser d'accordo o meno con l'autore e le sue tesi) rappresenta una risorsa importante della rete, è sempre un brutto momento. Non voglio entrare troppo nel discorso del perché scoppiano i contrasti, del come nasce il quotidiano sfibramento, il logoramento che fa morire la voglia di esprimersi in rete. Il mio blog esiste da molti anni e continua a esistere proprio perché non mi ci immergo troppo e perché (quasi sempre, con eccezioni) mi limito a parlare di quello che mi piace o di quello che penso di una tematica strettamente artistica o di spettacolo, mordendomi la lingua riguardo a tante altre cose su cui magari avrei voglia di dire la mia, visto che ho tutta un'altra esistenza e un lavoro che già consumano le mie energie.
E so comunque che esiste tutto un mondo di persone che si interessano magari alle stesse tematiche a cui ti interessi tu, ma che delle diatribe della rete e di fuori non ne sanno e non ne vorrebbero sapere niente.
Ma indipendentemente da tutto questo, chi cerca di raggiungere con la sua voce l'interesse degli altri, di essere da stimolo, di avere dei riscontri, si trova spesso ad avere a che fare con il disinteresse, con gente che ritiene ad aver diritto a un servizio gratuito e ha pure il coraggio di romperti le scatole, con chi pensa solo a fare la guerra per motivi di parrocchia. Insomma, delusioni e arrabbiature che capitano anche a chi fa del suo meglio per evitarle.E inoltre tocca magari trovare articoli in giro su rete e giornali che ti ridicolizzano e ti insultano (ovviamente collettivamente e non ad personam, che ci mancherebbe solo quello) proprio perché scrivi su un blog.
Sulla tematica che altri hanno lanciato, riguardo al diritto del blogger (che produca materiale con costanza maggiore di quanto faccia io ovviamente) ad essere in qualche modo retribuito, non sono mai entrato in campo perché sono scettico, ritengo che la realtà italiana sia quella che sia e che comunque chi voglia provarci non abbia che da mettere in pratica e chiedere un pagamento per l'accesso, e sperimentare il responso della mano invisibile del mercato, come dicono oltre oceano (il tono pessimista e sardonico è intenzionale ma sarebbe bello ricevere qualche smentita, da parte di gente che venda contenuti di qualità e non cazzate).
E così sia. Ma se è destino di non farci una lira, il pubblico potrebbe almeno fare uno sforzo, ed essere un po' più vicino e presente.
E so comunque che esiste tutto un mondo di persone che si interessano magari alle stesse tematiche a cui ti interessi tu, ma che delle diatribe della rete e di fuori non ne sanno e non ne vorrebbero sapere niente.
Ma indipendentemente da tutto questo, chi cerca di raggiungere con la sua voce l'interesse degli altri, di essere da stimolo, di avere dei riscontri, si trova spesso ad avere a che fare con il disinteresse, con gente che ritiene ad aver diritto a un servizio gratuito e ha pure il coraggio di romperti le scatole, con chi pensa solo a fare la guerra per motivi di parrocchia. Insomma, delusioni e arrabbiature che capitano anche a chi fa del suo meglio per evitarle.E inoltre tocca magari trovare articoli in giro su rete e giornali che ti ridicolizzano e ti insultano (ovviamente collettivamente e non ad personam, che ci mancherebbe solo quello) proprio perché scrivi su un blog.
Sulla tematica che altri hanno lanciato, riguardo al diritto del blogger (che produca materiale con costanza maggiore di quanto faccia io ovviamente) ad essere in qualche modo retribuito, non sono mai entrato in campo perché sono scettico, ritengo che la realtà italiana sia quella che sia e che comunque chi voglia provarci non abbia che da mettere in pratica e chiedere un pagamento per l'accesso, e sperimentare il responso della mano invisibile del mercato, come dicono oltre oceano (il tono pessimista e sardonico è intenzionale ma sarebbe bello ricevere qualche smentita, da parte di gente che venda contenuti di qualità e non cazzate).
E così sia. Ma se è destino di non farci una lira, il pubblico potrebbe almeno fare uno sforzo, ed essere un po' più vicino e presente.
domenica 21 settembre 2014
È arrivata l'Apocalisse
È arrivata l'Apocalisse, meno male che è gratis. Scherzi a parte il mio nuovo ebook, Khaibit - il Giorno del Giudizio è disponibile nei formati epub e mobi (mobi per il kindle di Amazon, epub per il resto del mondo).
Beninteso mi raccomando di dare il vostro parere. So che la massima parte delle persone non lo fa, ma vi prego di donare uno sforzo in più e di far sapere se il libro è piaciuto o comunque di fare i vostri commenti. Sui vostri blog o in giro per la rete oppure nella pagina facebook dedicata al libro:
www.facebook.com/apocalissemilanese
Beninteso mi raccomando di dare il vostro parere. So che la massima parte delle persone non lo fa, ma vi prego di donare uno sforzo in più e di far sapere se il libro è piaciuto o comunque di fare i vostri commenti. Sui vostri blog o in giro per la rete oppure nella pagina facebook dedicata al libro:
www.facebook.com/apocalissemilanese
venerdì 19 settembre 2014
È in arrivo l'Apocalisse Milanese
Il mio secondo libro sarà gratuito. Il titolo: Khaibit - Il Giorno del Giudizio. O più semplicemente Khaibit. Con molte difficoltà (non sono abituato a lavorare su queste cose) ho messo insieme una pagina su facebook (eccola qui) e a breve i file saranno disponibili (in formato epub per android e in generale la maggior parte degli apparecchi, e in formato mobi, quello proprietario di Amazon, per il lettore kindle).
Due parole in più, per chi le vuol leggere, su una delle mie pagine web.
Due parole in più, per chi le vuol leggere, su una delle mie pagine web.
mercoledì 17 settembre 2014
Deliri burocratici e uffici postali
Ho lavorato al pubblico e in un certo senso ci lavoro ancora, e lo so che può sempre capitare un errore, o anche più di uno, che mandano fuori dai gangheri il cliente, anche quando si lavora con tutta la buona volontà. Perciò di solito sto calmo, quando il cliente sono io. A volte però si esagera, ed è quanto mi è accaduto tentando di ottenere la più banale delle operazioni, ovvero sostituire una carta Postepay scaduta.
La richiesta è telefonica. Il codice segreto arriva subito e la carta invece ci mette oltre un mese. Sto parlando di una carta non personalizzata col nome, ed è per questo che già qui, secondo me, siamo nel territorio dell'inaccettabile. Comunque è la tempistica voluta e accettata dalle Poste, quindi tutto regolare.
La richiesta è telefonica. Il codice segreto arriva subito e la carta invece ci mette oltre un mese. Sto parlando di una carta non personalizzata col nome, ed è per questo che già qui, secondo me, siamo nel territorio dell'inaccettabile. Comunque è la tempistica voluta e accettata dalle Poste, quindi tutto regolare.
martedì 16 settembre 2014
Skallagrim
Non è che io conosca un gran che l'inglese. Anzi faccio una gran fatica a seguire qualsiasi programma TV o film, a meno che chi parla non sia molto regolare nella lingua e non troppo veloce. Una sorpresa positiva l'ho trovata in un canale di Youtube dove si parla di armi bianche (e combattimenti con tali armi); ho deciso di presentarvelo. Alcune cose, da vecchio appassionato di Giochi di Ruolo, e avendo letto un libro sulla scherma, le sapevo già, altre sono spiegazioni che possono venire solo da chi si è creato una impressione "sul campo," molto molto interessanti. Non è difficile da capire, i discorsi di questo ragazzo dallo sguardo un po' inquietante li seguo abbastanza bene. Provateci anche voi, potrete sapere qualcosa di più su spade, asce e compagnia senza dovervi sorbire certi soloni di casa nostra, e fruendo di immagini che fanno subito capire di cosa si sta parlando.
Buona visione.
Ringrazio Davide Mana per la segnalazione.
Buona visione.
Ringrazio Davide Mana per la segnalazione.
lunedì 8 settembre 2014
The Giver - Il Mondo di Jonas
Una mia recensione di questo film compare già su Fantasy Magazine, la mia valutazione non è completamente negativa (il film ha i suoi momenti) ma nemmeno entusiastica (sostanzialmente non riesce a suscitare abbastanza entusiasmo, né a rendere credibile un'ambientazione che parte da presupposti poco convincenti). The Giver - Il Mondo di Jonas ci presenta una società distopica dove il sentimento (perfino l'amore) è bandito e dove non c'è libertà di pensiero. Non è un film da buttar via, anche perché ci sono due grandi interpreti come Meryl Streep e Jeff Bridges, e alcuni giovani attori che se la cavano egregiamente. A mio parere Meryl Streep è un po' sprecata anche se fa bene la sua parte. Se avete visto il trailer ("quando la gente ha la libertà di scegliere, fa scelte sbagliate") avete già potuto apprezzare il suo atteggiamento non apertamente malvagio ma spaventosamente, irrimediabilmente conservatore e cinico. Il contrario ovviamente è il donatore ovvero il personaggio di Jeff Bridges, l'uomo che (unico, salvo il ricevitore ovvero il suo futuro sostituto) conosce la verità. È un outsider, un uomo che non può condividere ciò che conosce salvo che con il proprio allievo. Insomma deve sentirsi inevitabilmente come una pentola a pressione...
Ovviamente il donatore è un potenziale ribelle o fomentatore di instabilità, rispettato e tollerato ma pericoloso. La giustificazione della sua esistenza è azzeccata: la comunità che ha deciso di chiudersi in se stessa "non può permettersi di non sapere" perché lo ha fatto - pertanto deve esserci chi sa com'era il mondo prima - e non può ignorare il passato quando deve prendere una decisione importante per il futuro. Quello che non mi torna è il fatto che lo lascino lavorare in totale autonomia nella sua formazione del ricevitore, senza nessun "guardiano dell'ortodossia" a verificare che non nascano idee strane nella coppia.
L'ambientazione non viene presentata malissimo ma è... eccessiva a mio parere. C'è l'elemento fantascientifico di mezzo (cosa sarà l'iniezione che tutti devono farsi al mattino?). Ma com'è possibile creare una comunità umana così spersonalizzata? E se è così, perché gli anziani come il personaggio della Streep sono del tutto liberi da pastoie moralistiche e da inibizioni nel loro agire? Il film non ci spiega tutto.
Comunque penso che un appassionato di fantascienza non sarà contento di questo film ma rimarrà intrigato da alcune domande che apre. Attenzione al trailer, che ha forse la verve che manca a certi tratti del film ma non presenta tutto in maniera corretta...
Il film esce l'11 settembre.
Ovviamente il donatore è un potenziale ribelle o fomentatore di instabilità, rispettato e tollerato ma pericoloso. La giustificazione della sua esistenza è azzeccata: la comunità che ha deciso di chiudersi in se stessa "non può permettersi di non sapere" perché lo ha fatto - pertanto deve esserci chi sa com'era il mondo prima - e non può ignorare il passato quando deve prendere una decisione importante per il futuro. Quello che non mi torna è il fatto che lo lascino lavorare in totale autonomia nella sua formazione del ricevitore, senza nessun "guardiano dell'ortodossia" a verificare che non nascano idee strane nella coppia.
L'ambientazione non viene presentata malissimo ma è... eccessiva a mio parere. C'è l'elemento fantascientifico di mezzo (cosa sarà l'iniezione che tutti devono farsi al mattino?). Ma com'è possibile creare una comunità umana così spersonalizzata? E se è così, perché gli anziani come il personaggio della Streep sono del tutto liberi da pastoie moralistiche e da inibizioni nel loro agire? Il film non ci spiega tutto.
Comunque penso che un appassionato di fantascienza non sarà contento di questo film ma rimarrà intrigato da alcune domande che apre. Attenzione al trailer, che ha forse la verve che manca a certi tratti del film ma non presenta tutto in maniera corretta...
Il film esce l'11 settembre.
venerdì 29 agosto 2014
È venuto a mancare Gianfranco Viviani
Il fondatore dell'Editrice Nord (e in tempi più recenti socio fondatore della Delos Books) è venuto a mancare ieri. Con Gianfranco Viviani scompare una vera colonna portante del fantastico in Italia. Inutile aggiungere altro.
giovedì 28 agosto 2014
Underworld ricomincia da capo
Mostruosa notizia (da verificare: questo è comunque il link, in inglese): la serie di Underworld, che con molto sacrificio recensii negli anni su queste pagine, potrebbe ripartire da zero. Ci metteranno ancora Kate Beckinsale? Non so, e non so neanche se ce la farei a rivedermeli tutti nella nuova versione.
mercoledì 27 agosto 2014
Le Origini della Notte
Andrea Micalone, scrittore e studente universitario in quel degli Abruzzi, mi ha sottoposto il primo volume della sua saga fantasy, Le Origini della Notte (la serie ha titolo Il Tramonto della Luna). Nella pagina di Smashwords dedicata al libro sono menzionate le precedenti pubblicazioni dell'autore. Come spesso mi capita quando si parla di autori fantasy italiani, ero assai titubante ad accettare di scrivere una recensione, temendo di perdere tempo con un autore troppo acerbo.
Non è stato esattamente così, anche se si è rivelata una lettura a momenti piuttosto pesante. Micalone non segue certo le regole che vengono suggerite nei manuali e cede spesso alla voglia di esporre la sua ambientazione, il che ci porta a qualche infodump; ha una prosa scorrevole che permette un'agevole e veloce lettura ma servirebbe qualche appiglio stilistico in più per calamitare veramente l'attenzione. E soprattutto, e qui ognuno ha i suoi gusti ma io sono rimasto abbastanza deluso, usa parecchi elementi triti e ritriti del fantasy tolkieniano e delle storie col ragazzino che deve salvare il mondo.
Non è stato esattamente così, anche se si è rivelata una lettura a momenti piuttosto pesante. Micalone non segue certo le regole che vengono suggerite nei manuali e cede spesso alla voglia di esporre la sua ambientazione, il che ci porta a qualche infodump; ha una prosa scorrevole che permette un'agevole e veloce lettura ma servirebbe qualche appiglio stilistico in più per calamitare veramente l'attenzione. E soprattutto, e qui ognuno ha i suoi gusti ma io sono rimasto abbastanza deluso, usa parecchi elementi triti e ritriti del fantasy tolkieniano e delle storie col ragazzino che deve salvare il mondo.
lunedì 25 agosto 2014
Il seguito di Sin City fa flop?
Apertura debolissima (il link porta a un sito in inglese) nei cinema USA per Sin City: A Dame to Kill For ovvero il seguito del primo Sin City , trasposizione dei fumetti di Frank Miller. Noioso, stilizzato, privo della forza d'urto del primo film, dicono alcune critiche. Io ho sempre voglia di vederlo, però mi preparo a una cocente delusione. C'è anche da dire che dal primo Sin City sono passati tanti, troppi anni. E che ogni volta che Miller fa il regista (o l'aiuto regista, ecc...) succede un disastro.
domenica 24 agosto 2014
Under The Skin
Fantascienza? Horror? O un film semplicemente "strano?" In Under the Skin ci sono alcune scene dove l'essere "alieni" è stato reso in maniera un po' insolita ma assai ben riuscita, e alcune altre estremamente inquietanti: questi a mio parere i principali meriti del film. Ma andiamo con ordine e partiamo dal principio... Tratto dal libro omonimo di Michel Faber, il film (del 2013) è una coproduzione USA - UK con Jonathan Glazer alla regia e come interprete principale Scarlett Johansson che qui per la prima volta gira una scena di nudo integrale. Altre interpretazioni memorabili non ve ne sono e il film essenzialmente è basato su di lei.
La Johansson interpreta (ed è chiaro fin dall'inizio) un essere alieno dalle sembianze umane, che si impossessa dei vestiti e dell'apparenza di una ragazza uccisa e comincia a girare per le strade della Scozia con un veicolo, cercando di abbordare uomini che, se cedono alle lusinghe, vengono catturati in una strana trappola: un ambiente onirico in cui finiscono per sprofondare in un liquido scuro.
La Johansson interpreta (ed è chiaro fin dall'inizio) un essere alieno dalle sembianze umane, che si impossessa dei vestiti e dell'apparenza di una ragazza uccisa e comincia a girare per le strade della Scozia con un veicolo, cercando di abbordare uomini che, se cedono alle lusinghe, vengono catturati in una strana trappola: un ambiente onirico in cui finiscono per sprofondare in un liquido scuro.
mercoledì 20 agosto 2014
J.K. Rowling non ha mica finito con voi...
... dopo Harry Potter inizierà l'aventura di Celestina Warbeck, una strega un po' scalognata che era stata soltanto menzionata nella precedente saga della Rowling. Ci saranno cinque o sei libri a venire? Per ora solo un racconto sul sito Pottermore, ma anche una canzone.
Io confesso che dovrei togliermi questa lacuna e leggermi qualcosa della Rowling, ma non riesco mai... a trovare la voglia.
Link in inglese
Link in italiano
Io confesso che dovrei togliermi questa lacuna e leggermi qualcosa della Rowling, ma non riesco mai... a trovare la voglia.
Link in inglese
Link in italiano
lunedì 18 agosto 2014
La Fiaba Senza Nome
La Fiaba senza Nome di Silvana Fiderio è ambientata in un prossimo futuro. Per vivere, imparare, fare tutto, ci si serve del Network, una specie di internet direttamente collegata alla mente e tendente alla realtà virtuale.
Esiste però una bambina, Selena, che non ama fare uso del Network e preferisce correre nel parco e dar da mangiare ai cigni. Ma troverà uno sconosciuto in un libro, una favola senza titolo. Un giovane che conquista la sua simpatia, anche se è solo una specie di programma che impedisce ai visitatori del Network di immeesimarsi troppo con la scena che stanno vivendo. Selena gli darà un nome, ma poi lo perderà fortuitamente e... il resto ve lo potete scaricare dalla rete. Silvana Fiderio ha uno stile ancora da perfezionare in alcuni punti, ma l'idea è congegnata bene. Complimenti per questo esordio.
Esiste però una bambina, Selena, che non ama fare uso del Network e preferisce correre nel parco e dar da mangiare ai cigni. Ma troverà uno sconosciuto in un libro, una favola senza titolo. Un giovane che conquista la sua simpatia, anche se è solo una specie di programma che impedisce ai visitatori del Network di immeesimarsi troppo con la scena che stanno vivendo. Selena gli darà un nome, ma poi lo perderà fortuitamente e... il resto ve lo potete scaricare dalla rete. Silvana Fiderio ha uno stile ancora da perfezionare in alcuni punti, ma l'idea è congegnata bene. Complimenti per questo esordio.
domenica 10 agosto 2014
Se per caso vi servisse un'altra opinione su Lost...
Cosa fai se ti prendi la polmonite (fuori stagione...) e devi passare una cifra di tempo a casa, ma non ce la fai a concentrarti su nulla perché stai male? Andrà a finire facilmente che affronterai una maratona televisiva. Io, avendo la possibilità di prendere a prestito i DVD in massa, ho affrontato le sei stagioni di Lost per capire, già che c'ero, cosa c'è di così tanto speciale in questa serie TV che è stata osannata per l'originalità.
A dire il vero le serie televisive, così come le serie di libri che vanno avanti fino a che lo scrittore ci guadagna o riesce a farsi venire un'idea, mi hanno sempre insospettito. Spesso sono portate avanti con idee sempre più esagerate ed esasperate, proponendo ogni momento dei cliffhanger o gettando nuova carne al fuoco senza che nemmeno gli sceneggiatori sappiano dove si andrà a parare, tanto per tenere accesa l'attenzione del pubblico. Esempi di questa tendenza: il pessimo finale di Battlestar Galactica, o (passando ai libri) la serie piantata a metà di David Gerrold, La Guerra contro gli Chtorr.
Devo riconoscere che con Lost non è andata così. Ci sono momenti dove la logica e la coerenza scricchiolano un po' (anche perché nella serie non mancano le anomalie temporali, che sono sempre problematiche) ma alla fine, che sia stata prevista fin dall'inizio o no, la serie si chiude in maniera coerente (ovviamente coerente secondo la propria logica), anche se immagino che tra gli appassionati molti si saranno posti una marea di domande che non hanno trovato risposte soddisfacenti.
A dire il vero le serie televisive, così come le serie di libri che vanno avanti fino a che lo scrittore ci guadagna o riesce a farsi venire un'idea, mi hanno sempre insospettito. Spesso sono portate avanti con idee sempre più esagerate ed esasperate, proponendo ogni momento dei cliffhanger o gettando nuova carne al fuoco senza che nemmeno gli sceneggiatori sappiano dove si andrà a parare, tanto per tenere accesa l'attenzione del pubblico. Esempi di questa tendenza: il pessimo finale di Battlestar Galactica, o (passando ai libri) la serie piantata a metà di David Gerrold, La Guerra contro gli Chtorr.
Devo riconoscere che con Lost non è andata così. Ci sono momenti dove la logica e la coerenza scricchiolano un po' (anche perché nella serie non mancano le anomalie temporali, che sono sempre problematiche) ma alla fine, che sia stata prevista fin dall'inizio o no, la serie si chiude in maniera coerente (ovviamente coerente secondo la propria logica), anche se immagino che tra gli appassionati molti si saranno posti una marea di domande che non hanno trovato risposte soddisfacenti.
lunedì 4 agosto 2014
Nations
È uno dei generi più amati, quello dei giochi di civilizzazione, dove ti espandi per la gloria del tuo popolo (in un mondo simile o identico a quello reale, o in un mondo fantastico, nello spazio ecc...) accaparrando risorse, vincendo battaglie, spezzando la schiena agli avversari e via dicendo. Nations (gioco finnico, pubblicato in italiano dalla Asterion) si basa sullo stesso concetto ma impone una semplificazione e una razionalizzazione dei tempi di gioco facendo a meno di un elemento base: la mappa, che solitamente ha grandissima importanza in quanto è il "suolo" da conquistare e su cui misurare i propri problemi (ludici) economici o militari.
La simulazione si basa quindi sull'uso di carte (parecchie e con varie funzioni) e delle classiche pedine dei "lavoratori" oltre a una quantità di segnalini che indicano le risorse economiche. Ogni giocatore ha la sua brava plancia di gioco che riassume le carateristiche inziali della sua nazione. (sono diverse fra loro). Al posto del classico tabellone o mappa di gioco, ci sono delle altre plance dove si schierano le carte, si posizionano i classici tracciati che segnalano varie risorse e via dicendo. Il gioco ha una variante in solitario e permette di arrivare fino a cinque giocatori ma, a mio parere, rende meglio con tre o quattro.
La simulazione si basa quindi sull'uso di carte (parecchie e con varie funzioni) e delle classiche pedine dei "lavoratori" oltre a una quantità di segnalini che indicano le risorse economiche. Ogni giocatore ha la sua brava plancia di gioco che riassume le carateristiche inziali della sua nazione. (sono diverse fra loro). Al posto del classico tabellone o mappa di gioco, ci sono delle altre plance dove si schierano le carte, si posizionano i classici tracciati che segnalano varie risorse e via dicendo. Il gioco ha una variante in solitario e permette di arrivare fino a cinque giocatori ma, a mio parere, rende meglio con tre o quattro.
sabato 26 luglio 2014
Snowpiercer
Questo film coreano (sudcoreano, ovviamente) è stato un successo per il regista Bong Joon-Ho e devo ammettere che, nel panorama dominato dalle produzioni USA basate soprattutto sulla spettacolarità e sugli effetti speciali, Snowpiercer sa offrire qualche spunto interessante di satira politica. Quello che non mi piace è come, qui come in tante altre occasioni, coerenza logica e razionalità delle premesse vadano così facilmente a farsi benedire pur di permettere alla produzione di utilizzare una certa metafora. La metafora qui è quella del treno, visto come specchio della divisione in classi. Come abbiamo nella realtà una divisione in prima e seconda classe, qui ci sono dei privilegiati e "quelli dei vagoni di coda" che vengono disprezzati e umiliati.
Il treno è stato costruito dal Signor Wilford, un ricco eccentrico industriale interpretato nientemeno che da Ed Harris, e sfrutta una tecnologia avanzata per muoversi continuamente in un percorso che permette di attraversare l'intero pianeta, e per mantenere un sistema autosufficiente che permette ai suoi abitanti di sopravvivere, alcuni bene e alcuni male o malissimo.
Il treno è stato costruito dal Signor Wilford, un ricco eccentrico industriale interpretato nientemeno che da Ed Harris, e sfrutta una tecnologia avanzata per muoversi continuamente in un percorso che permette di attraversare l'intero pianeta, e per mantenere un sistema autosufficiente che permette ai suoi abitanti di sopravvivere, alcuni bene e alcuni male o malissimo.
lunedì 14 luglio 2014
La sfortuna ci vede benissimo
Causa polmonite, Mondi Immaginari si prende qualche giorno di pausa...
sabato 12 luglio 2014
Segnalazione
Il Corriere ci regala uno speciale su un altro evento, che stavolta ebbe non il via bensì il termine in un anno che finisce per "4," ovvero la prima guerra d'Indocina, un conflitto povero e dimenticato che fu preludio alla più celebre guerra del Vietnam. Dalle follie della politica americana che appoggiò quelli che sarebbero stati i futuri nemici (suona familiare, eh?) al valore inutile delle truppe speciali e dei legionari inviati dalla Francia, alla tenacia comunista, alla rappresentazione in un film che fu famoso ai suoi tempi.
martedì 8 luglio 2014
Due cose che so sulla Prima Guerra Mondiale
Sulla stampa compaiono i numeri speciali dedicati a questo evento, e vista l'importanza della ricorrenza è giunto il tempo di ricordare il centenario dell'inizio del conflitto forse più rovinoso nella storia europea: la Prima Guerra Mondiale, scatenata da un assassinio che fu soltanto il detonatore di una situazione destinata ad esplodere.
La guerra, che iniziò il 28 luglio 1914, venne a chiudere un periodo straordinario della storia europea, un'epoca relativamente pacifica in cui il progresso scientifico veniva a cambiare - rapidamente! - l'aspetto del mondo con una serie di invenzioni (o perfezionamenti che rendevano pratiche e utli idee già sviluppate in passato) quali il motore a scoppio, l'aeroplano, il telefono, l'elettricità, la radio, e ovviamente lo sviluppo della navigazione a vapore e delle ferrovie. L'Europa era al centro del mondo e lo dominava: la maggior parte dei paesi asiatici e africani erano sotto il controllo diretto o indiretto di qualche potenza europea (soprattutto l'Impero Britannico). Le Americhe facevano parte a sé stante, dominate da una potenza ancora acerba le cui energie erano sconosciute ai più: gli Stati Uniti.
La guerra, che iniziò il 28 luglio 1914, venne a chiudere un periodo straordinario della storia europea, un'epoca relativamente pacifica in cui il progresso scientifico veniva a cambiare - rapidamente! - l'aspetto del mondo con una serie di invenzioni (o perfezionamenti che rendevano pratiche e utli idee già sviluppate in passato) quali il motore a scoppio, l'aeroplano, il telefono, l'elettricità, la radio, e ovviamente lo sviluppo della navigazione a vapore e delle ferrovie. L'Europa era al centro del mondo e lo dominava: la maggior parte dei paesi asiatici e africani erano sotto il controllo diretto o indiretto di qualche potenza europea (soprattutto l'Impero Britannico). Le Americhe facevano parte a sé stante, dominate da una potenza ancora acerba le cui energie erano sconosciute ai più: gli Stati Uniti.
domenica 6 luglio 2014
Breve segnalazione ancora sulla "copia privata"
Come scrivevo pochi giorni fa, con il decreto Franceschini il governo ha emanato un provvedimento a sostegno e indennizzo della SIAE. Segnalo un articolo (su Il Fatto Quotidiano) che ribadisce l'ovvio: il costo di questi aumenti (centocinquanta milioni di euro l'anno?) non sarà sostenuto dalle "multinazionali" che producono smartphone e altri gadget dotati di memorie, ma finirà, ovviamente, per scaricarsi sul consumatore.
Proprio mentre volevo comprarmi un nuovo hard disk...
Proprio mentre volevo comprarmi un nuovo hard disk...
martedì 1 luglio 2014
Gli eroi della rivoluzione sessuale?
Penso che molti sappiano già quello che si è scoperto in tempi recenti riguardo alla celebre scrittrice Marion Zimmer Bradley. Ho avuto la tentazione di non parlarne qui, inizialmente ho pensato che forse fosse inopportuno. Tuttavia, pensandoci bene, credo sia giusto invece discuterne. Marion Zimmer Bradley non era soltanto una scrittrice fantasy ma anche una attivista politica e una paladina del femminismo; pertanto diventa difficile separare la persona dall'opera.
Precisiamo: a me MZB non è mai piaciuta, mi sembra una specie di Nanni Moretti del fantasy, non so se mi spiego. Didascalica, noiosa, con un'impalcatura ideologica da dimostrare che si vede troppo bene al di sotto di quello che scrive. Perciò l'ho letta poco (e comunque sì, fin Le Nebbie di Avalon non era male). Comunque l'accusa contro di lei non potrà avere contraddittorio o processi, perché MZB non c'è più (dal 1999); ad ogni modo viene da una persona che certamente questa scrittrice la conosceva bene, visto che si tratta della figlia, Moira Greyland. La quale fu vittima di abusi sia da parte del padre che della madre (un po' di dettagli qui), in una casa che era diventata una specie di porto di mare fuori controllo, dove ne succedevano di tutti i colori. Era già noto che il marito di MZB fosse rimasto coinvolto in una precedente storia di abusi, ma secondo la Greyland sua madre era ancor più aggressiva e incontrollabile, e non avrebbe agito solo nei suoi confronti.
Precisiamo: a me MZB non è mai piaciuta, mi sembra una specie di Nanni Moretti del fantasy, non so se mi spiego. Didascalica, noiosa, con un'impalcatura ideologica da dimostrare che si vede troppo bene al di sotto di quello che scrive. Perciò l'ho letta poco (e comunque sì, fin Le Nebbie di Avalon non era male). Comunque l'accusa contro di lei non potrà avere contraddittorio o processi, perché MZB non c'è più (dal 1999); ad ogni modo viene da una persona che certamente questa scrittrice la conosceva bene, visto che si tratta della figlia, Moira Greyland. La quale fu vittima di abusi sia da parte del padre che della madre (un po' di dettagli qui), in una casa che era diventata una specie di porto di mare fuori controllo, dove ne succedevano di tutti i colori. Era già noto che il marito di MZB fosse rimasto coinvolto in una precedente storia di abusi, ma secondo la Greyland sua madre era ancor più aggressiva e incontrollabile, e non avrebbe agito solo nei suoi confronti.
sabato 28 giugno 2014
Salviamo la Siae - coi tuoi soldi
È passato relativamente sotto silenzio il decreto Franceschini per l' equo compenso, quel contributo ai diritti d'autore che va pagato "a prescindere" sui supporti digitali: una volta erano ad esempio CD e DVD, adesso gli smartphone si aggiungono alla categoria. In parte il decreto è l'adeguamento ad analoghe tariffe che esistono già in alcuni altri paesi, ma viene ugualmente contestato dalla Confindustria digitale.
Nel frattempo anno dopo anno la Siae ha concluso i propri bilanci in perdita (vedere qui ad esempio) o con un attivo che non si capisce benissimo come viene ottenuto ma comunque non tramite il "core business" dell'azienda. D'altra parte sull'efficienza della Siae, dove "4 dipendenti su 10 sono legati da rapporti di parentela," è legittimo dubitare.
Per quanto mi riguarda continuo a pensare che il controllo del diritto d'autore lasciato a un'unica società sia una bestemmia.
Nel frattempo anno dopo anno la Siae ha concluso i propri bilanci in perdita (vedere qui ad esempio) o con un attivo che non si capisce benissimo come viene ottenuto ma comunque non tramite il "core business" dell'azienda. D'altra parte sull'efficienza della Siae, dove "4 dipendenti su 10 sono legati da rapporti di parentela," è legittimo dubitare.
Per quanto mi riguarda continuo a pensare che il controllo del diritto d'autore lasciato a un'unica società sia una bestemmia.
domenica 15 giugno 2014
Plausibile e fantasioso
Mi ha meravigliato un post di Annalee Newitz, in inglese, sul sito di fantascienza (e fantastico) io9. L'autrice afferma che i romanzi fantasy trattano la scienza in maniera più accurata di quelli di fantascienza. Fa riferimento ad alcune occasioni, recenti e meno recenti, in cui gli autori si sono premurati di studiare e descrivere con cura lo sviluppo biologico di specie... assolutamente inventate. E vi sono anche mondi immaginari costruiti per ambientarvi storie fantastiche, ma scritti con assoluto rigore.
Come lettori (afferma l'autrice) siamo abituati a dividere le storie in plausibili (fantascienza) e del tutto immaginarie (fantasy). Eppure in qualche modo, inesorabilmente, la plausibilità s'è infiltrata nelle nostre storie fantasy. Leggiamo nel fantasy affermazioni vere riguardo a sistemi biologici che sono del tutto ignorate dagli scrittori di fantascienza. Ovviamente ci sono autori di fantascienza che sanno creare alieni realistici, e molti che scrivono trame ben informate riguardo al cambiamento climatico a breve termine. Sono valide eccezioni. Se vuoi buona scienza ambientale, in questo periodo devi cercarla nel fantasy.
Sarà vero o no? C'è una cosa, a dire la verità, che non è affatto una novità. Non pochi appassionati di fantascienza sono prigionieri di quell'atteggiamento di superiorità, per cui tutto ciò che è fantasy deve essere inferiore. Se per caso un libro fantasy inferiore non è, devono per forza arrampicarsi sui vetri dicendo che tutto il fantastico che si vede "potrebbe essere spiegato" con la tecnologia, secondo il famoso assioma per cui una scienza estremamente raffinata sarebbe indistinguibile dalla magia. Insomma se è fantascienza sta in serie A e, se è fantasy vale una delle due: o posso ricondurlo alla fantascienza, o deve stare in serie B. Io personalmente amo la fantascienza senza il bisogno di queste cose senza senso.
Mi chiedo però se esista veramente una previsione "valida" sul cambiamento climatico prossimo venturo, visto che i fenomeni osservati si sono rivelati molto più complessi di un generico "farà caldo e si scioglieranno i ghiacci." Ammesso che si sappia già dove ci porterà questo bel futuro che ci stiamo preparando, ho una mia opinione sul motivo per cui gli appassionati del fantasy potrebbero essere molto attenti a questo argomento: l'ecologia e le preoccupazioni che la circondano sono, dai tempi di Tolkien, un elemento spesso presente nel fantasy.
Peraltro non è certo da ieri che una storia fantasy deve essere un minimo plausibile riguardo agli elementi fantastici che presenta (ovvero possono essere bizzarri fino a che si vuole ma devono possedere la famosa coerenza interna). Mentre a volte una storia di fantascienza presenta in blocco così tante trovate stravaganti e male spiegate da rendere davvero incomprensibili certi sensi di superiorità.
Quanto a quelli che dicono che la fantascienza è comunque in buona parte fasulla perché vi figurano (di frequente) mezzi in grado di viaggiare a velocità superiori a quelle della luce, e questo sarebbe impossibile, personalmente credo che costruire imperi galattici su distanze sterminate sarà molto, molto difficile, ma dire che "assolutamente non si può" andare più veloci della luce vuol dire non aver capito il metodo scientifico.
Come lettori (afferma l'autrice) siamo abituati a dividere le storie in plausibili (fantascienza) e del tutto immaginarie (fantasy). Eppure in qualche modo, inesorabilmente, la plausibilità s'è infiltrata nelle nostre storie fantasy. Leggiamo nel fantasy affermazioni vere riguardo a sistemi biologici che sono del tutto ignorate dagli scrittori di fantascienza. Ovviamente ci sono autori di fantascienza che sanno creare alieni realistici, e molti che scrivono trame ben informate riguardo al cambiamento climatico a breve termine. Sono valide eccezioni. Se vuoi buona scienza ambientale, in questo periodo devi cercarla nel fantasy.
Sarà vero o no? C'è una cosa, a dire la verità, che non è affatto una novità. Non pochi appassionati di fantascienza sono prigionieri di quell'atteggiamento di superiorità, per cui tutto ciò che è fantasy deve essere inferiore. Se per caso un libro fantasy inferiore non è, devono per forza arrampicarsi sui vetri dicendo che tutto il fantastico che si vede "potrebbe essere spiegato" con la tecnologia, secondo il famoso assioma per cui una scienza estremamente raffinata sarebbe indistinguibile dalla magia. Insomma se è fantascienza sta in serie A e, se è fantasy vale una delle due: o posso ricondurlo alla fantascienza, o deve stare in serie B. Io personalmente amo la fantascienza senza il bisogno di queste cose senza senso.
Mi chiedo però se esista veramente una previsione "valida" sul cambiamento climatico prossimo venturo, visto che i fenomeni osservati si sono rivelati molto più complessi di un generico "farà caldo e si scioglieranno i ghiacci." Ammesso che si sappia già dove ci porterà questo bel futuro che ci stiamo preparando, ho una mia opinione sul motivo per cui gli appassionati del fantasy potrebbero essere molto attenti a questo argomento: l'ecologia e le preoccupazioni che la circondano sono, dai tempi di Tolkien, un elemento spesso presente nel fantasy.
Peraltro non è certo da ieri che una storia fantasy deve essere un minimo plausibile riguardo agli elementi fantastici che presenta (ovvero possono essere bizzarri fino a che si vuole ma devono possedere la famosa coerenza interna). Mentre a volte una storia di fantascienza presenta in blocco così tante trovate stravaganti e male spiegate da rendere davvero incomprensibili certi sensi di superiorità.
Quanto a quelli che dicono che la fantascienza è comunque in buona parte fasulla perché vi figurano (di frequente) mezzi in grado di viaggiare a velocità superiori a quelle della luce, e questo sarebbe impossibile, personalmente credo che costruire imperi galattici su distanze sterminate sarà molto, molto difficile, ma dire che "assolutamente non si può" andare più veloci della luce vuol dire non aver capito il metodo scientifico.
giovedì 5 giugno 2014
Warlock Master of the Arcane
Dal momento che prediligo i giochi strategici a turni, desideravo metter mano su Warlock Master of the Arcane (della Paradox) già da un po'. Il problema è che sì, il gioco era uscito (addirittura nel 2012) e sì, le recensioni erano abbastanza positive, ma il mio PC era troppo antiquato. Pur avendo ricevuto un modesto upgrade qualche tempo prima, non ce la poteva fare. Tuttavia con la morte di Windows XP ero obbligato a cambiare sistema operativo e ne ho approfittato per farmi dare (a buon mercato) il vecchio PC che un amico aveva relegato in cantina, dotato di Windows 7, il che mi stava bene perché Windows 8 ha l'aria di una porcheria. Prima di entrare in dettagli preciso che il gioco mi è subito piaciuto e ho accumulato un discreto monte ore - ovvero ore perse a giocarci mentre potevo fare altro. Mentre Fallen Enchantress (che ho recensito qui) mi aveva presto stufato, Warlock mi ha preso, nonostante certi difetti: come dicono anche le recensioni che ho trovato in giro, è molto semplice e intuitivo e si comincia presto a divertirsi senza nemmeno bisogno di guardare il manuale (se si ha un minimo di esperienza).
domenica 1 giugno 2014
Nasce Moon Base Factory
Ha preso il via un laboratorio creativo che è anche casa di "autoproduzione" dal nome Moon Base Factory, gruppo di cui faccio parte anche se di autoprodotto, da parte mia, a tutt'oggi esiste solo un racconto che ho distribuito gratuitamente l'anno scorso, Gruppo 42 (qui una pagina di presentazione - non mia - con il giudizio di Gianluca Santini).
Diversi appartenenti hanno spiegato e spiegheranno sui propri blog perché esiste questo gruppo. Ciascuno la intende a modo proprio ovviamente, e questo vale anche per me. Per alcuni aspetti non "combacio" con la maggior parte dei membri (che appaiono più improntati all'horror e alla fantascienza che non al fantasy), tuttavia mi sono interessato all'autopubblicazione fin da subito - ho fatto vedere poco di mio ma le cose cambieranno - e ho solidarizzato verso quelli che hanno scelto questa strada anche perché talvolta sono stati capiti poco, e trattati con sufficienza.
Diversi appartenenti hanno spiegato e spiegheranno sui propri blog perché esiste questo gruppo. Ciascuno la intende a modo proprio ovviamente, e questo vale anche per me. Per alcuni aspetti non "combacio" con la maggior parte dei membri (che appaiono più improntati all'horror e alla fantascienza che non al fantasy), tuttavia mi sono interessato all'autopubblicazione fin da subito - ho fatto vedere poco di mio ma le cose cambieranno - e ho solidarizzato verso quelli che hanno scelto questa strada anche perché talvolta sono stati capiti poco, e trattati con sufficienza.
mercoledì 28 maggio 2014
Segnalazione
Di Paolo Bacigalupi avevo parlato in occasione della mia recensione di The Windup Girl. L'autore italoamericano era stato premiato per questo libro, molto appassionante anche se avevo manifestato dei dubbi riguardo alla sua ambientazione. Ora leggo che è in arrivo un'altro suo romanzo (The Water Knife) dove si parlerà della scarsità di acqua e di come le città dovranno farci i conti. Dalla Bangkok minacciata dal mare passeremo quindi a centri abitati americani che muoiono di sete. La crisi ambientale rimane nel mirino di questo autore, in un modo o nell'altro. Ce la farò a leggere questo nuovo libro?
lunedì 26 maggio 2014
I Daimon di Pandora
Questo breve ebook è il primo di una collana della Delos Books (Delos Digital in questo caso) dal nome Urban Fantasy Heroes. L'autore è Emanuele Manco, che curerà anche il progetto. Il titolo è I Daimon di Pandora e non si tratta solo di un racconto ma dell'impostazione di tutta un'ambientazione che dovranno seguire gli altri narratori che parteciperanno alla collana.
Il racconto parte dalle disavventure di un certo Enzo, stressatissimo lavoratore di "help desk" informatico, che si ritrova un bel giorno una strana applicazione Jinn che parte per i fatti suoi da una chiavetta USB.
Il racconto parte dalle disavventure di un certo Enzo, stressatissimo lavoratore di "help desk" informatico, che si ritrova un bel giorno una strana applicazione Jinn che parte per i fatti suoi da una chiavetta USB.
mercoledì 21 maggio 2014
Di ritorno da Istanbul
Ho trascorso alcuni giorni nella ex-capitale della Turchia. Per un appassionato di storia Istanbul ha una serie di attrattive irresistibili: vi hanno vissuto popoli antichissimi già prima che venisse scelta da Costantino per essere la capitale dell'Impero Romano. La varietà di civiltà che hanno lasciato testimonianze qui fa della città un caso forse unico, certamente assai notevole, sebbene il suo antico fascino sia, a detta di coloro che la vissero nel recente passato, sfumato sempre di più nel fracasso del mondo moderno e globalizzato (e pieno di conflitti, che influiscono ancora adesso sulla moderna Turchia). In pratica: c'è moltissimo da vedere, e sarebbe anche una meta a buon mercato se tutto non costasse il doppio che nel resto del paese... e se il turista non fosse oggetto di una serie estenuante di truffe e di fregature.
In verità la città è immensa e molto varia. Esiste una Istanbul moderna e occidentalizzata, con qualche punta di avanguardismo trasgressivo; esistono parecchi quartieri poveri e piuttosto squallidi, ma anche palazzi moderni di vetro e cemento. Resistono in scarso numero le vecchie case di legno soprattutto nel centro storico e nei quartieri antichi. E proprio l'area della vecchia Costantinopoli oggi è abitata dalla popolazione più tradizionalista (moschee dappertutto, donne con il pastrano nero o per lo meno i capelli coperti, ecc...).
In verità la città è immensa e molto varia. Esiste una Istanbul moderna e occidentalizzata, con qualche punta di avanguardismo trasgressivo; esistono parecchi quartieri poveri e piuttosto squallidi, ma anche palazzi moderni di vetro e cemento. Resistono in scarso numero le vecchie case di legno soprattutto nel centro storico e nei quartieri antichi. E proprio l'area della vecchia Costantinopoli oggi è abitata dalla popolazione più tradizionalista (moschee dappertutto, donne con il pastrano nero o per lo meno i capelli coperti, ecc...).
lunedì 12 maggio 2014
Small World
Small World è un boardgame del 2009 pubblicato dalla Days of Wonder. È basato sul controllo del territorio, facile, di breve durata (in una serata si possono concludere diverse partite). Il disegnatore è Philippe Keyaerts, belga, non alla prima impresa. Poiché il gioco ha avuto successo ci sono innumerevoli espansioni (e una versione digitale) ma l'idea di base è semplice, semplice e geniale.
Abbiamo una mappa divisa a zone con vari tipi di territorio (montagne, mari o lago, foresta, e via dicendo), varie pedine appartenenti a diverse "razze" che devono contendersi questo mondo, e delle tessere di cartoncino di diversi tipi che si combinano per crearne le caratteristiche. Le razze sono descritte così con un nome e un aggettivo. Ad esempio, nella fotografia che ho scattato, si può vedere una di queste accoppiate (le due tessere che si congiungono una nella concavità dell'altra). Ogni razza ha una caratteristica base data dal nome (e descritta con dei simboli, nella tessera a destra) e una capacità aggiuntiva casuale, l'aggettivo, diversa a ogni partita (tessera più piccola, a sinistra). Con questo facile accorgimento il progettista del gioco ha creato una grande varietà di combinazioni, dando già al gioco base una buona longevità. Si può facilmente comprendere come questo sistema sia espandibile all'infinito pubblicando delle espansioni con nuove curiose combinazioni, nuove mappe e via dicendo.
Va da sé che in qualche caso la caratteristica base di una razza si accoppia particolarmente bene con il potere attribuito dall'aggettivo, talvolta la combinazione è meno forte. I giocatori possono vedere un certo numero di queste razze giocabili, disposte in ordine di apparizione. Si può "pagare" un bonus di punti vittoria per scegliere quella che piace di più; altrimenti si prende la prima disponibile. Quello che non si può fare è cambiare le combinazioni nome-aggettivo, che restano casuali.
C'è poco spazio per la fortuna (esiste il dado ma è poco rilevante). Ciascun giocatore cerca di espandersi e prendere più territorio possibile partendo da bordo mappa e attaccando le zone adiacenti, contendendosi questo mondo che, come dice il titolo, è troppo piccolo per tutti. Più zone si controllano e più punti di vittoria si prendono, molto semplicemente. A seconda dei vari bonus a qualcuno sarà più facile conquistare certi tipi di terreno, a qualcun altro toccherà un bonus aggiuntivo controllando i territori con certe caratteristiche, altri vinceranno più facilmente le battaglie, altri saranno più coriacei in difesa, e via dicendo.
Per conquistare un territorio c'è un numero fisso di pedine da collocare, a seconda delle difese e del tipo di terreno eccetera; pertanto una razza non raggiunge subito la propria massima espansione. Nei turni successivi si riprendono in mano le tessere (contrariamente al risiko, qui si possono eventualmente abbandonare dei territori) e si cerca di effettuare nuove conquiste e disporsi al meglio.
Va da sé che quando è il turno degli avversari prima o poi i nostri territori verranno attaccati così alcune delle nostre preziose truppe andranno perse e altre si ritireranno. Un giocatore può ad un certo punto decidere che è meglio rinvigorire le proprie forze con sangue fresco: la scelta è di saltare il turno e ripartire poi con una nuova razza. Quella vecchia rimane passiva, non muove più e non attacca, però fornisce ancora dei punti vittoria; notare che non si difende bene come prima (resta solo una truppa per ogni territorio). Quando il giocatore sceglie di fare un secondo cambio di razza giocante, la più vecchia scompare e così via (massimo due razze in gioco, una attiva e una passiva).
Il gioco dura un numero fisso di turni e questo garantisce partite brevi; il giocatore dovrà gestire al meglio le proprie forze, decidere quando è il caso di perdere un turno per immettere una nuova razza in gioco e massimizzare le possibilità di guadagnare punti vittoria, offerte dalle particolari caratteristiche delle forze che sta muovendo. Insolito, ma non impossibile, è giocarsi tutta una partita con una sola razza.
Una volta presa confidenza con questo gioco un veterano dei boardgames potrebbe sentire che, sebbene ci siano illimitate combinazioni per creare le razze, quello che c'è da fare sia fin troppo ovvio; le cose cambiano se si introducono nuove espansioni, ma a mio parere la semplicità di Small World ne può limitare alla lunga la rigiocabilità. Tuttavia questo boardgame ha diversi vantaggi che ne hanno determinato il successo: è semplice e accessibile ai giocatori occasionali, presenta diverse idee valide, e per chi ha bisogno di novità per superare la noia di conoscerlo troppo bene ci sono molte espansioni disponibili. Un altro lato positivo è che l'ambientazione è fantasy.
lunedì 5 maggio 2014
Dominion
Un libro scritto da un inglese su un'ipotetica pace tra la Gran Bretagna e la Germania di Hitler nel 1940, Dominion, ha suscitato qualche polemica e clamore (dal momento che nella sua ambientazione parla di leader in carne ed ossa di quel periodo) e vinto il Premio Sidewise per la Storia Alternativa nel 2012.
Essendomi acclimatato alla politica interna inglese del periodo con una precedente ponderosa lettura (il libro di Charmley su Churchill) ho affrontato quest'opera di Christopher John Samson scoprendola ricca di spunti di riflessione, sebbene non manchino aspetti che mi hanno convinto poco.
L'azione parte nel 1952, dodici anni dopo che Lord Halifax, politico conservatore, è stato scelto al posto di Churchill come capo del governo dopo che Neville Chamberlain(*) era stato costretto a dimettersi per come aveva trattato la politica estera (nei confronti di Hitler) prima del conflitto, e per la deprimente prestazione nei primi mesi di guerra.
Essendomi acclimatato alla politica interna inglese del periodo con una precedente ponderosa lettura (il libro di Charmley su Churchill) ho affrontato quest'opera di Christopher John Samson scoprendola ricca di spunti di riflessione, sebbene non manchino aspetti che mi hanno convinto poco.
L'azione parte nel 1952, dodici anni dopo che Lord Halifax, politico conservatore, è stato scelto al posto di Churchill come capo del governo dopo che Neville Chamberlain(*) era stato costretto a dimettersi per come aveva trattato la politica estera (nei confronti di Hitler) prima del conflitto, e per la deprimente prestazione nei primi mesi di guerra.
domenica 4 maggio 2014
Recensione
Una nuova recensione per il mio ebook Nove Guerrieri, è presente da pochi giorni sul blog Quotidiano di Ventura.
C'è un po' di spoiler, come si dice; comunque è interessante (non del tutto favorevole), e ringrazio senz'altro l'autore di avermi dato fiducia e acquistato il libro. Chi la vuol leggere la trova qui.
C'è un po' di spoiler, come si dice; comunque è interessante (non del tutto favorevole), e ringrazio senz'altro l'autore di avermi dato fiducia e acquistato il libro. Chi la vuol leggere la trova qui.
giovedì 1 maggio 2014
Segnalazione: la piovra dei giochi da tavolo
Per gli anglofoni: un interessante pezzo in inglese sul "monopolio" della Hasbro nel mondo dei giochi da tavolo.
lunedì 28 aprile 2014
Il Mondo Nuovo: distopia realistica?
Il libro di Huxley di cui ci ha parlato Simone nel recente post lo considero interessante perché, quando lo lessi, nel confronto con 1984 di Orwell mi pareva più azzeccato per l'individuazione dei pericoli da cui ci dobbiamo guardare. Comunque va anche detto che dal punto di vista artistico 1984 al confronto dell'opera di Aldous Huxley vince alla grande, a mio parere, e che le previsioni del Mondo Nuovo andrebbero largamente riviste alla luce dei progressi scientifici successivi, che hanno portato a nuove minacce e a nuove opportunità. Del resto "indovinare" come sarà il futuro è un terno al lotto e Huxley ci parla di un'epoca molto lontana
venerdì 25 aprile 2014
Il Mondo Nuovo
Fatto molto raro: lascio qui la parola a un ospite, Simone, per parlarci di Brave New World ovvero Il Mondo Nuovo, romanzo distopico di Aldous Huxley che io ho già letto, in verità, ma parecchi anni fa. Voglio parlarvene e la lettura, assai datata, non intendo ripeterla. Almeno non adesso, perché lo stile di Huxley, dico la verità, mi è parso pesantissimo.
Quindi preferisco una voce che è più "fresca" di me nella lettura. E ricordo che Simone parla di musica nel suo blog, The ItalianJam. Vi invito a visitarlo.
Da qui in poi sono parole sue. Io dirò la mia nei prossimi giorni.
Quindi preferisco una voce che è più "fresca" di me nella lettura. E ricordo che Simone parla di musica nel suo blog, The ItalianJam. Vi invito a visitarlo.
Da qui in poi sono parole sue. Io dirò la mia nei prossimi giorni.
mercoledì 23 aprile 2014
Le mode
Oggi sono di malumore e parlo di qualcosa che mi mette di cattivo umore, giustamente.
La moda è una cosa che odio tantissimo. Sia le fregnacce da passerella che tutte le manie per cui un argomento oggi è "in" mentre domani è "out."
Soprattutto per quanto riguarda i libri, e ne ho la prova anche per quanto riguarda il mio: le (poche) recensioni che ho avuto sottolineano freschezza e originalità ma in alcune occasioni mi son trovato a sentire questo atteggiamento negli altri, che insomma il fantasy adesso è una palla e non va di moda.
Poco importa la fatica che uno fa per scrivere, lo sforzo di rinnovare ed essere originali, e la qualità che si riesce a raggiungere (se riesce, beninteso). Se sei fuori moda sei fuori moda. Allora visto che capita a proposito vi propongo il link a quelle che, secondo il sito di io9, sono le cose più fuori moda.
Ci sono gli Zombi, i viaggi nel tempo e il "falso Steampunk." Perché poi solo quello falso? Non ha rotto abbastanza, quello vero?
Buon divertimento.
La moda è una cosa che odio tantissimo. Sia le fregnacce da passerella che tutte le manie per cui un argomento oggi è "in" mentre domani è "out."
Soprattutto per quanto riguarda i libri, e ne ho la prova anche per quanto riguarda il mio: le (poche) recensioni che ho avuto sottolineano freschezza e originalità ma in alcune occasioni mi son trovato a sentire questo atteggiamento negli altri, che insomma il fantasy adesso è una palla e non va di moda.
Poco importa la fatica che uno fa per scrivere, lo sforzo di rinnovare ed essere originali, e la qualità che si riesce a raggiungere (se riesce, beninteso). Se sei fuori moda sei fuori moda. Allora visto che capita a proposito vi propongo il link a quelle che, secondo il sito di io9, sono le cose più fuori moda.
Ci sono gli Zombi, i viaggi nel tempo e il "falso Steampunk." Perché poi solo quello falso? Non ha rotto abbastanza, quello vero?
Buon divertimento.
giovedì 17 aprile 2014
Terra Mystica (un bel gioco dal sapore fantasy)
Ci sono giochi da tavolo che pur rispettando i principi "tedeschi" della mancanza di interattività diretta fra i giocatori e della mancanza di casualità (intesa come affidarsi troppo al tiro del dado) mantengono una competitività elevata. In Terra Mystica (gioco ideato da Jens Drögemüller e Helge Ostertag e pubblicato dalla Feuerland Spiele) è così: la competizione per il territorio e l'occupazione dello spazio fisico è fondamentale per il proprio sviluppo ma ha l'effetto di soffocare gli avversari.
Il gioco consiste nel "terraformare" il territorio per poterci costruire degli edifici. Gli edifici si evolvono e danno certe risorse o capacità particolari, e possono essere combinati in modo da costituire delle città. Le città e il territorio contiguo sono i principali fornitori di punti di vittoria, pertanto è ovvio che la lotta si orienterà molto verso il controllo dello spazio, anche perché non è possibile scalzare un giocatore da un territorio (esagono) dove ha piazzato un edificio: non c'è la possibilità di rettificare le cose con la guerra, perciò la corsa allo spazio vitale sarà disperata.
Il gioco consiste nel "terraformare" il territorio per poterci costruire degli edifici. Gli edifici si evolvono e danno certe risorse o capacità particolari, e possono essere combinati in modo da costituire delle città. Le città e il territorio contiguo sono i principali fornitori di punti di vittoria, pertanto è ovvio che la lotta si orienterà molto verso il controllo dello spazio, anche perché non è possibile scalzare un giocatore da un territorio (esagono) dove ha piazzato un edificio: non c'è la possibilità di rettificare le cose con la guerra, perciò la corsa allo spazio vitale sarà disperata.
Il DVD di Rush
Avviso agli appassionati di cinema (e di Formula 1). Il DVD di Rush, che ho appena comprato, ha un audio piuttosto mal bilanciato (se c'è rumore la voce degli attori non si sente) e i sottotitoli sono una tragedia (sia quelli in inglese che quelli in italiano). Davvero scarsi di numero e di durata i contenuti aggiuntivi (qualcosina c'è ma insomma... nemmeno tutto quello che ho rimediato su youtube).
Sembra una brutta abitudine delle case cinematografiche ormai: se vuoi qualcosa di decente ti devi comprare il cofanetto lussuoso e costoso che esce un anno dopo, non il primo disco che esce dopo qualche mese e che spesso ha ben poco da offrire oltre al film nudo e crudo, il film che magari hai già visto al cinema e che quello più furbo di te si è già visto in streaming sulla rete senza pagare nulla.
Per quanto riguarda questo film penso che se vale la pena di acquistarne il DVD vale la pena di comprare il migliore possibile, perciò suggerisco di aspettare.
Sembra una brutta abitudine delle case cinematografiche ormai: se vuoi qualcosa di decente ti devi comprare il cofanetto lussuoso e costoso che esce un anno dopo, non il primo disco che esce dopo qualche mese e che spesso ha ben poco da offrire oltre al film nudo e crudo, il film che magari hai già visto al cinema e che quello più furbo di te si è già visto in streaming sulla rete senza pagare nulla.
Per quanto riguarda questo film penso che se vale la pena di acquistarne il DVD vale la pena di comprare il migliore possibile, perciò suggerisco di aspettare.
lunedì 14 aprile 2014
Europa Report
Di fronte alla vastità del sapere che dobbiamo acquisire, che importanza ha la vita di una persona? Questa è una delle frasi che danno il senso di Europa Report, una pellicola di fantascienza mista a horror, dove la storia è narrata con la tecnica di fare finta che il materiale sia il rimontaggio di parti di filmato "ripescate" in modo più o meno fortuito. Mentre in certi film si tratta della telecamera ritrovata dopo la morte della persona che la utilizzava (found footage), qui è un po' diverso ma in certe scene l'effetto è simile.
La cosa notevole di questo film è che non ci sono pretese troppo stravaganti o concessioni forzate all'avventura (come in Gravity, che comunque era piacevolissimo). Europa Report, per la regia di Sebastiàn Cordero, è un film di solida fantascienza, sebbene girato con mezzi relativamente modesti (sarebbero comunque parecchi per un film italiano).
La cosa notevole di questo film è che non ci sono pretese troppo stravaganti o concessioni forzate all'avventura (come in Gravity, che comunque era piacevolissimo). Europa Report, per la regia di Sebastiàn Cordero, è un film di solida fantascienza, sebbene girato con mezzi relativamente modesti (sarebbero comunque parecchi per un film italiano).
Grandi novità per gli appassionati di Civilization
La grande serie di videogiochi Civilization, iniziata da Sid Meier tanti anni fa è riuscita a mettere un piede malamente in fallo, almeno per quanto mi riguarda. Ho pagato per Civilization V ma a parte una mezza partita l'ho trovato una vera schifezza (salvo un paio di idee buone, una ipersemplificazione).
Adesso però sta per uscire il nuovo gioco della serie e sarà di fantascienza (Civ: Beyond Earth): i nostalgici si ricorderanno certamente di un altro grande gioco, Alpha Centauri, vecchissimo ma indimenticabile... i diritti purtroppo ce li ha la concorrenza ma alcuni concetti simili, pare, torneranno in questo nuovo Civ. Staremo a vedere!
Adesso però sta per uscire il nuovo gioco della serie e sarà di fantascienza (Civ: Beyond Earth): i nostalgici si ricorderanno certamente di un altro grande gioco, Alpha Centauri, vecchissimo ma indimenticabile... i diritti purtroppo ce li ha la concorrenza ma alcuni concetti simili, pare, torneranno in questo nuovo Civ. Staremo a vedere!