Un libro scritto da un inglese su un'ipotetica pace tra la Gran Bretagna e la Germania di Hitler nel 1940, Dominion, ha suscitato qualche polemica e clamore (dal momento che nella sua ambientazione parla di leader in carne ed ossa di quel periodo) e vinto il Premio Sidewise per la Storia Alternativa nel 2012.
Essendomi acclimatato alla politica interna inglese del periodo con una precedente ponderosa lettura (il libro di Charmley su Churchill) ho affrontato quest'opera di Christopher John Samson scoprendola ricca di spunti di riflessione, sebbene non manchino aspetti che mi hanno convinto poco.
L'azione parte nel 1952, dodici anni dopo che Lord Halifax, politico conservatore, è stato scelto al posto di Churchill come capo del governo dopo che Neville Chamberlain(*) era stato costretto a dimettersi per come aveva trattato la politica estera (nei confronti di Hitler) prima del conflitto, e per la deprimente prestazione nei primi mesi di guerra.
Da quella decisione fatale (e ucronica) è derivata una pace che, con gli anni, si è rivelata un piano inclinato per la Gran Bretagna. Forse non è detto che dovesse finire così ma l'autore lo dà abbastanza per scontato. Sebbene il partito fascista di Oswald Mosley (**) non sia ancora al potere vi è una specie di governo fantoccio, le libertà sono state sempre più soffocate e una polizia politica (lo Special Branch, che esiste veramente) si permette grossolane violazioni delle libertà dei cittadini. Un magnate dei media, Lord Beaverbrook (nella realtà ministro apprezzato da Churchill ma odiato da molti per i suoi metodi poco trasparenti nel gestire gli affari) è diventato primo ministro e sta per decidere di consegnare gli ebrei che si trovano sul suolo britannico alla Germania.
Nel mondo, gli USA hanno seguito una politica isolazionista, l'Impero Britannico è sconquassato dalle rivolte, la Germania si è impantanata in una guerra infinita con l'URSS, riuscendo a conquistare Mosca e a far cadere il comunismo, ma non a chiudere il conflitto.
Ma la storia non mostra mai (o quasi mai) direttamente dei personaggi così importanti. I protagonisti sono fittizi, come la vicenda che si svolge attorno a loro. L'oggetto della contesa è uno scienziato, Frank Muncaster, un uomo segnato da una debolezza di carattere e da un'infanzia infelice, che si trova a essere depositario di un terribile segreto a seguito di circostanze che non anticipo. I servizi segreti tedeschi mirano a impadronirsi di Muncaster, che è finito in un ospedale psichiatrico. La Resistenza inglese, che combatte il governo di Beaverbrook, intende portare Muncaster fuori dall'Inghilterra. Qui verrà coinvolto David Fitzgerald, un impiegato ministeriale con accesso a una parte dei documenti riservati: è una vecchia conoscenza di Muncaster dai tempi dell'università. La sua vita è piuttosto infelice da quando un fatale incidente gli ha strappato l'unico figlio. Sebbene ancora giovani, lui e Sarah, sua moglie, non hanno avuto altri bambini e cominciano a non avere più l'intimità e la fiducia reciproca di un tempo. Del resto David nasconde a Sarah un terribile segreto: ha cominciato a rubare documenti segreti e a passarli alla Resistenza. E ora dovrà lavorare per far espatriare l'amico Frank Muncaster.
Con l'aiuto di altri membri della resistenza ovvero Ben, un infermiere scozzese membro della che si occupa di Frank nell'ospedale psichiatrico, dell'amico e collega Geoff, e sotto la guida di Natalia, un'agente venuta dal continente con un bagaglio di esperienze tristi e ricordi terribili, David parteciperà a una pericolosa avventura per impedire che un segreto molto importante finisca in mani tedesche. Dall'altra parte Gunther Hoth, un ufficiale della Gestapo, coadiuvato da Syme, un agente dello Special Branch, si mettono alla loro caccia e non avranno nessuno scrupolo morale per raggiungere il loro scopo: la cattura di Frank Muncaster.
Dominion è molto dettagliato e procede lentamente, soprattutto all'inizio (io ho letto l'ebook, comunque sono oltre 700 pagine nel cartaceo). Christopher John Samson ha scritto anche romanzi polizieschi e si giova di questa esperienza nel descrivere le mosse delle parti in causa mentre la vicenda si dipana; fa uno sforzo notevole, che impegna fin troppe pagine, per costruire personaggi complessi e non stereotipati; inserisce molti elementi e personaggi storici nell'ambientazione per darle solidità. Nell'appendice l'autore spiega perché immagina che il mondo si sarebbe evoluto nella direzione da lui immaginata, viste le premesse; condivido alcuni elementi più di altri. Giusto per dirne una, personalmente ritengo che senza aiuto internazionale la Russia (o l'URSS se fosse rimasto al potere il partito comunista) avrebbe comunque impedito a Hitler di vincere a est, ma avrebbe dovuto prima o poi piegarsi a un pesante compromesso (***). E' comunque molto interessante lo studio delle personalità dei leader e la decisione di scegliere alcuni di essi come "collaboratori" della Germania in questa ucronia. Dettaglio curioso: C.J. Samson riesce a inserire in Dominion anche il "grande smog" di Londra del 1952 (quando migliaia di persone vennero avvelenate dall'aria inquinata e parecchie morirono).
Giudizio finale: a tratti poco credibile, a tratti prolisso, Dominion è comunque un libro interessante. Se non altro per gli appassionati del periodo storico.
E ora, un paio di considerazioni che rivelano la trama. Spoiler! Una cosa che mi ha lasciato senza fiato, vista la posta in gioco (dettagli importanti per la produzione della bomba atomica!), è come Gunther vada all'agguato finale portandosi dietro soltanto Syme e quattro fessi. Soprattutto dopo certe altre scene in cui si muovono con grande larghezza di mezzi. Certo è molto cool avere la sparatoria che conclude la vicenda con la vittoria dei buoni all'ultimo secondo, ma probabilmente i tedeschi avrebbero tenuto di riserva parecchi uomini pronti a intervenire, e qualche bagnarola al largo pronta eventualmente a interferire con le mosse del sommergibile statunitense.
Per quanto David fosse ancora una pedina da valutare, nella scena in cui Gunther va con Syme a interrogare il personale del ministero mi meraviglia oltremodo che il tedesco (o il suo collega inglese) non faccia sistemare i sospetti in una anticamera per tenerli sottomano a disposizione, o che non abbia cure particolari per David stesso, il piatto forte che vuole interrogare per ultimo. Si limita a dire al commesso della portineria di dirgli di non farlo uscire (ovvero affida tutto a un uomo che non è dei suoi e non è armato). Così come si svolgono i fatti nel libro, Carol Bennet, innamorata di David, appena interrogata e consapevole che ci sono sospetti pesanti, lo avvisa per telefono, e lui scappa. Grande investigatore, questo Gunther!
Il quartier generale della Resistenza dove i nostri eroi incontrano brevemente Churchill è anch'esso incredibile. Immaginiamo i partigiani che nel 1944, con gli Alleati fermi a Cassino, abbiano un quartier generale in qualche villa patrizia presso Ostia o i castelli romani, con veicoli militari, potenti radio e uomini in divisa che pattugliano intorno. Io direi che i Tedeschi o la RSI li avrebbero trovati, e quindi catturati, nel giro di un paio di giorni, no? Certo la Gran Bretagna di Dominion non è in guerra, ma contro la Resistenza è come se lo fosse. Mi fermo qui, il libro solleva diverse perplessità, questi sono alcuni esempi (per me) eclatanti. Se qualche lettore ha letto questo libro e ha osservazioni da fare, ben vengano.
(*) Chamberlain fu il famoso architetto dell'appeasement, ovvero di quella politica di contenimento della rinata potenza tedesca mediante trattati e concessioni (negli anni '30); politica che non era vista come una cosa terribile prima che il conflitto scoppiasse. D'altra parte fu lo stesso Chamberlain a farlo scoppiare, dopo essersi accorto che non riusciva a ottenere da Hitler quello che voleva. La storia ha trattato piuttosto male quest'uomo.
(**) Nota: il leader fascista Mosley venne internato allo scoppio del conflitto, fino al 1943, nella storia reale. Fini per lasciare l'Inghilterra. Suo figlio Max è stato una delle figure chiave del mondo dell'automobilismo (Formula 1) fino a un celebre scandalo di qualche anno fa.
(***) Nella realtà, ci fu un incontro diplomatico nel bel mezzo della guerra (1943). Poiché i Russi volevano tornare i confini precedenti il conflitto e non poteva esserci garanzia di pace stabile una volta ottenuta tale posizione, la Germania rifiutò. Certi di avere il sopravvento prima o poi, i Russi non avevano interesse a fare concessioni per ottenere un po' prima la liberazione dei propri territori.
*___*!
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RispondiEliminaeh già...
Sembra dannatamente interessante, come ogni ucronia del resto. Riscrivere la storia è una tentazione a cui proprio non si può resistere.
RispondiElimina@ Yondo: era però molto meglio La Svastica sul Sole...
RispondiEliminaChe devo ancora leggere, nonostante sia tra gli appunti da anni. Ultimamente ho rimediato anche un altro libro, Fatherland, anche quello nel mucchio da leggere.
RispondiEliminaC'è poco da fare, la storia è così casuale che cambiarla ci sembra quasi un dovere.
La storia è casuale, sì, nel senso che tantissimi eventi potrebbero andare in un altro modo... eppure alla lunga forse non sarebbe poi cambiato moltissimo. L'ultima guerra per me è un esempio di questo.
RispondiEliminaL'idea della psicostoria di Seldon affascina anche me, eppure sono convinto che persone diverse fanno mondi diversi.
RispondiEliminarispondo in ritardo perché ero via da Milano... e dal computer.
RispondiEliminaNon ci sarà mai la prova di come stanno le cose. La storia la fanno gli uomini. La situazione e la necessità storica però, a mio parere, "trovano" l'uomo. In una certa situazione un personaggio come Mussolini diventa dittatore, se il contesto fosse stato un po' diverso avrebbe potuto rimanere uno sfortunato mattacchione...
Ma certo, non ci sono dubbi, del resto siamo algoritmi casuali che provano emozioni.
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