Penso che molti sappiano già quello che si è scoperto in tempi recenti riguardo alla celebre scrittrice Marion Zimmer Bradley. Ho avuto la tentazione di non parlarne qui, inizialmente ho pensato che forse fosse inopportuno. Tuttavia, pensandoci bene, credo sia giusto invece discuterne. Marion Zimmer Bradley non era soltanto una scrittrice fantasy ma anche una attivista politica e una paladina del femminismo; pertanto diventa difficile separare la persona dall'opera.
Precisiamo: a me MZB non è mai piaciuta, mi sembra una specie di Nanni Moretti del fantasy, non so se mi spiego. Didascalica, noiosa, con un'impalcatura ideologica da dimostrare che si vede troppo bene al di sotto di quello che scrive. Perciò l'ho letta poco (e comunque sì, fin Le Nebbie di Avalon non era male). Comunque l'accusa contro di lei non potrà avere contraddittorio o processi, perché MZB non c'è più (dal 1999); ad ogni modo viene da una persona che certamente questa scrittrice la conosceva bene, visto che si tratta della figlia, Moira Greyland. La quale fu vittima di abusi sia da parte del padre che della madre (un po' di dettagli qui), in una casa che era diventata una specie di porto di mare fuori controllo, dove ne succedevano di tutti i colori. Era già noto che il marito di MZB fosse rimasto coinvolto in una precedente storia di abusi, ma secondo la Greyland sua madre era ancor più aggressiva e incontrollabile, e non avrebbe agito solo nei suoi confronti.
Ne approfitto per una riflessione sull'epoca in cui sono avvenute queste cose.
I personaggi pubblici che si trovavano alla ribalta durante l'epoca della "rivoluzione sessuale" si sono trovati spesso al centro di vicende che, magari emerse venti o trenta anni dopo, ci rivelano che l'epoca del "vietato vietare" portava una liberazione per alcuni, ma forse questo avveniva a scapito di altri, e spesso ci andavano di mezzo i minori. Dalle ragazzine che i Beatles (e altri gruppi, ovviamente) si portavano in camerino, alle seguaci sballate che ammiravano questo o quel personaggio celebre, credo che i minori dell'epoca (soprattutto di sesso femminile, ma chi sa...) si siano trovati a loro rischio e pericolo in un clima culturale in cui sembrava repressivo imporre una qualsiasi regola, e non so se questo sia stato per loro un vantaggio o uno svantaggio, la conta delle vittime è abbastanza lunga, comunque.
Potrei citare anche il caso del celebre regista Roman Polanski, che approfittò di una tredicenne negli anni '70. La faccenda ebbe uno strascico pochi anni fa, quando Polanski rischiò guai seri (ma poi se l'è cavata). Klaus Kinski abusò invece della propria figlia, sempre negli stessi anni, e di altri minori. Il bello è che a volte queste prodezze erano ammesse senza troppe difficoltà.
Ovviamente mi si potrebbe rispondere che queste cose avvengono anche adesso, e sempre più con quella disinvoltura e facilità che ricorda i tempi di allora, perciò mi fermo qui... Ma ne approfitto per ricordare, come esempio del permissivismo di un'epoca (a vantaggio esclusivo dei prepotenti, però) quello che accadde a una attrice che minorenne non era, Maria Schneider: il regista italiano Bernardo Bertolucci ha riferito pochi anni fa, facendo ben presente però che ormai nessuno gli può fare nulla per quello che avvenne, che la famosa scena con il panetto di burro fu ideata fra lui e l'attore Marlon Brando decidendo di non dire niente alla Schneider per avere una reazione più... naturale. Tanto lei "voleva fare cinema a tutti i costi," nelle parole di Bertolucci.
È giusto o è sbagliato applicare la morale di oggi a fatti di 30 o 40 anni fa? Non lo so, forse non del tutto... certo che se uno va a scoperchiare quel periodo scopre molte cosucce scabrose.
Ho accettato già da tempo l'inadeguatezza di qualsiasi forma di morale, e che sostanzialmente ognuno costruisce la propria vita in buona parte casualmente.
RispondiEliminaUna vita ben regolata,protetta, è un'eccezione, un miracolo aggrappato al sogno della civiltà.
@ Yondo: probabilmente una vita ben regolata (?) non esiste nemmeno...
RispondiEliminaDiscorso ampio. Ci si potrebbe soffermare su che cos'è la civiltà, sulle sue regole e su quello che vuol far credere di essere; su questo punto trovo che il pensiero espresso da King in L'ombra dello Scorpione sia un punto di vista che centra la questione.
RispondiEliminaLa vita è vita e ci sono tanti modi, giusti e sbagliati di viverla: tutto sta nella consapevolezza che un individuo è riuscito a raggiungere per decidere come affrontarla. Certo è che le parti più deboli subiscono sempre quelle più forti e l'unica morale che conta è quella dei più forti: come spesso purtroppo accade, è una questione di potere.
RispondiEliminaSi parla di un'epoca in cui le regole venivano rotte: se ne facevano di nuove in nome di una maggiore libertà. È proprio quella la contraddizione.
Vero. Ricorda il modo di fare del famoso pediatra Benjamin Spock.
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